mercoledì 3 giugno 2009

«Il prete non è uno psicologo»: arriva il manuale dei nuovi confessori (Morigi)


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«Il prete non è uno psicologo»: arriva il manuale dei nuovi confessori

Andrea Morigi

Contro la crisi dei direttori spirituali

A soli due giorni dalla rivelazione dell’epistolario tra Giovanni Paolo II e Wanda Poltawska, che ritarderebbe la canonizzazione del Pontefice polacco, il suo successore e collaboratore Benedetto XVI compie una mossa in grado di allontanare i sospetti sul legame tra i sacerdoti e i fedeli che si affidano a loro per progredire sulla via della santità.
«Tutto è puro per i puri», scriveva san Paolo al suo discepolo cretese Tito, precisando che tuttavia «per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza».
Lo spiegherà il Vademecum per i confessori e direttori spirituali, di cui ieri il Papa ha autorizzato la pubblicazione: i dialoghi fra le anime si devono svolgere in una dimensione soprannaturale. Spesso, non sempre, è all’interno del sacramento della penitenza di cui il documento, spiega il segretario della Congregazione per il clero, mons. Mauro Piacenza, «dovrebbe aiutare a riscoprire la bellezza». Prima di tutto ai preti, sempre meno attratti dal confessionale.
Così, in occasione dell’Anno Sacerdotale che il Pontefice aprirà in San Pietro il 19 giugno, si intende rispondere alla «profonda crisi», che il sacramento sta attraversando «almeno a livello di numeri».
In generale, osserva l’arcivescovo ai microfoni della Radio Vaticana, «paiono sempre meno le persone che avvertono la differenza chiara tra il bene e il male, tra la verità e la bugia, tra il peccato e la virtù e che, conseguentemente, desiderano accostarsi alla riconciliazione».
In pratica, basta non aver ucciso o rubato e ci si considera già buoni cristiani.
Eppure, «se non si ha il senso del peccato - rileva Piacenza - è difficile ricorrere, ovviamente, alla riconciliazione: allora, la si confonderebbe con il lettino di uno psicologo e di uno psichiatra».
Ad aggravare le difficoltà c’e anche il fatto che «sia a causa della diminuzione del numero dei sacerdoti in un certo numero di Nazioni, sia anche per un malinteso fraintendimento della stessa azione pastorale, non è sempre molto facile trovare un sacerdote disposto ad ascoltare anche per ore le confessioni dei fedeli».
«Con il vademecum - conclude il presule - si vuole dare più entusiasmo e più motivazione verso questo sacramento grondante dell’amore misericordioso del Signore, sia per il sacerdote, sia per il penitente ed eventualmente evidenziare come esso sia in stretta connessione con l’identità stessa del sacerdote che riceve da Cristo il mandato esplicito: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”». L’assoluzione la concede Dio stesso, non se la inventa la Chiesa, insomma.

© Copyright Libero, 3 giugno 2009 consultabile online anche qui.

Mi pare ovvio che la decisione del Santo Padre riguarda l'Anno Sacerdotale e nulla, ma proprio nulla, ha a che fare con la corrispondenza di Giovanni Paolo II con la dottoressa Poltawska.
R.

2 commenti:

euge ha detto...

Questo argomento come si dice cade a fagiolo!

Crisi del sacramento della confessione????? Beh i motivi sono molteplici ma, cerchyerò di elencare quelli che secondo me contribuiscono a questa crisi:
1) Soprattutto, nelle parrocchie, impossibilità di trovare un sacerdote a qualunque ora della giornata, per la confessione. A me personalmente, è stata negata, perchè il vice parroco era impegnato nel scegliere il colore della carta per delle scritte da fare in occasione della processione. Per cui, essendo il parroco assente, io quel giorno non ho potuto fare la comunione nella messa di suffragio per mia nonna. Dove sta scritto e chi lo dice che la confessione è subordinata agli orari di comodo di parroci vice- parroci ed affini?
2) Sono state messe in giro certe convinzioni, per molti dettate dal famigerato Concilio Vaticano II, secondo cui basterebbe dire un atto di dolore per proprio conto, per poter ricevere l'eucarestia. Da quando ci si assolve da soli senza l'intervento del Padre Eterno? Non mi risulta che il Concilio Vaticano II si pronunci in tal senso; allora vorrei capire chi è che autorizza a mettere in giro certe stupidaggini.
3) Quando ci si confessa, almeno a me capita, si chiedono spiegazioni sul comportamento corretto del cristiano verso i sacramenti. La maggior parte delle volte, le risposte, sono vaghe, confuse oppure cadono nel vuoto.
Altro che manuale ...................
Certi dovrebbero tornare a studiare l'A,B,C della dottrina.

Bonifacio VIII ha detto...

E te pareva....... se non tiravano in ballo le lettere e Giovanni Paolo II

Ma che c'entra? Il solito polverone per mascherare le magagne di una chiesa che è prigioniera del fumo di satana