lunedì 3 agosto 2009
La bellezza vincerà il male e l'oscurità del mondo se avremo fede nel bene: così il Papa al termine del concerto a Castel Gandolfo (Radio Vaticana)
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La bellezza vincerà il male e l'oscurità del mondo se avremo fede nel bene: così il Papa al termine del concerto a Castel Gandolfo
La bontà e la bellezza della Creazione di Dio sconfiggeranno le devastazioni del mondo: è quanto ha detto ieri sera il Papa al termine del concerto eseguito in suo onore, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dall’Orchestra da Camera bavarese di Bad Bruckenau diretta dall’oboista Albrecht Mayer. Il programma ha previsto musiche di Bach, Mozart e Britten. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa, parlando in tedesco, ha espresso il proprio grazie ai musicisti, scusandosi perché per la prima volta non ha potuto applaudire “dopo un concerto così bello”, a causa del piccolo incidente alla mano destra. Ha manifestato quindi la sua meraviglia per il fatto che da un semplice pezzo di legno, come l’oboe, possa “fluire un intero cosmo musicale: l’abissalmente profondo e l’allegria, il serio e il faceto, l’alto e l’umile”, rilevando “quanto sia straordinario che in siffatto pezzettino di Creazione si nasconda una grande promessa, se il maestro è capace di mantenerla":
“Und das bedeutet…”
"Questo significa – ha aggiunto - che tutta la Creazione è piena di promesse e che è dato all’Uomo di sfogliare almeno qualche pagina di questo libro di promesse” usando “non soltanto le forze della ragione” ma anche quelle del cuore per “andare a ricercare le promesse più profonde”.
Ha poi descritto il fascino delle musiche ascoltate con la capacità quasi evangelica dei compositori di “tirar fuori dai loro tesori il vecchio e il nuovo” portando “a nuova luce le potenzialità di quanto già era stato donato”. “Un’ora di paradiso” - ha definito quindi la serata concertistica – che ha permesso di gustare “l’incontaminata bellezza e bontà della Creazione”.
“Und es ist nicht eine Flucht…”
“E questa – ha detto - non è una fuga dalle miserie di questo mondo e della quotidianità, perché noi possiamo far fronte al male e all’oscurità soltanto se crediamo nel bene, e riusciremo a credere al bene soltanto se lo potremo sperimentare e vivere come una realtà".
Il Papa infine ha rivolto ai presenti alcune parole a braccio in italiano:
“Cari amici, ho parlato in lingua tedesca perché i musicisti e la gran parte dei partecipanti sono tedeschi. Purtroppo, dopo gli avvenimenti della Torre di Babele, le lingue ci separano, creano barriere. Ma in questa ora abbiamo visto e sentito che c’è una parte del mondo non distrutta anche dopo la Torre e la superbia di Babele: è la musica, una lingua che noi tutti possiamo capire, che colpisce il cuore di noi tutti. E questo per noi non è solo una garanzia che la bontà, la bellezza della creazione di Dio non è distrutta, che noi siamo chiamati e capaci di lavorare per il bene, per il bello, ma è anche una promessa che il mondo futuro verrà, che Dio vince, che la bellezza e la bontà vincono”.
La musica è dunque “consolazione” e “conforto” nella fatica di ogni giorno – ha concluso il Papa - e di questo non si può non essere grati ai musicisti.
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