martedì 13 gennaio 2009
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l’intervista
Cantelmi: «Abbiamo bisogno di adulti e genitori coraggiosi»
«Spesso le famiglie non comprendono la scelta dei giovani di consacrarsi»
Matteo Liut
Abbiamo bisogno di «una nuova generazione coraggiosa di genitori», in grado di rispondere a quella «ricerca di senso» che i figli continuano a manifestare nonostante oggi siano sempre più sospesi tra «la pretesa narcisistica dei genitori» e «l’assenza di modelli adulti incisivi».
È l’auspicio che, prendendo spunto dalle parole dell’omelia di Benedetto XVI durante i Battesimi di domenica nella Cappella Sistina, esprime Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc).
Professore, il Papa descrive due atteggiamenti «estremi» dei genitori nei confronti dei figli; oggi è proprio così?
Benedetto XVI affronta due «mali» dei nostri giorni: da un lato la pretesa narcisistica dei genitori, acutizzata dal fatto che metà delle coppie hanno un solo figlio, che desiderano «perfetto»; dall’altro c’è invece il male di un’assenza genitoriale che mette i figli nella condizione di prendere decisioni senza il «contenimento » da parte di un adulto affidando loro responsabilità che non possono avere, come quella di stabilire ciò che è bene e ciò che è male. Sono due atteggiamenti che purtroppo oggi contraddistinguono una generazione di genitori infantili, che hanno rinunciato al loro ruolo genitoriale. Da qui l’aumento del bullismo e della tecnodipendenza nei giovani.
Il Papa però parla di un equilibrio tra i due estremi: è possibile?
Solo se i genitori rinunciano al narcisismo da un lato ma si prendono cura dei figli, accettando la loro autonomia senza dimenticare i loro bisogni. E poi, rifacendosi alle parole del Papa, è possibile riacquistando un’ottica «oblativa » del ruolo genitoriale: per essere genitori bisogna riconoscere di «essere per» qualcuno. Un concetto distrutto dalla lotta all’autoritarismo degli anni ’70 e ’80 assieme a quello di paternità.
Sono queste le radici del disagio di molte famiglie davanti alla scelta dei figli di seguire la strada della consacrazione?
Sì, ma la cosa interessante è che i giovani, nonostante l’assenza di figure genitoriali forti e di modelli adulti continuano a coltivare una forte esigenza di senso e credono fermamente in tutte le forme di «dono» e di solidarietà. Una ricerca che spesso gli adulti non comprendono, deludendo quindi le nuove generazioni. Anche per questo oggi i gruppi giovanili costruiscono da sé i propri modelli.
Il Papa parla di «vera libertà» donata ai figli nel Battesimo, come si realizza?
Sul piano umano e psicologico i genitori che chiedono con consapevolezza il Battesimo danno ai loro figli la possibilità di scegliere veramente, mentre coloro che lo fanno superficialmente, forse, lo fanno con danno, perché propongono qualcosa in cui non credono.
Cosa possiamo fare per questi genitori che «battono in ritirata»?
La nostra società non facilità la trasmissione della genitorialità e gli adulti sono sempre più impauriti davanti al loro compito educativo. Ecco perché è necessario dare coraggio ai genitori e formare una nuova generazione di genitori adulti.
© Copyright Avvenire, 13 gennaio 2009
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