mercoledì 13 maggio 2009
Lo storico Tagliacozzo, scampato ai lager: «Il Papa allo Yad Vashem mi ha toccato il cuore» (Geninazzi)
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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
PELLEGRINO DI SPERANZA
«Il Papa allo Yad Vashem mi ha toccato il cuore»
Parla lo storico Tagliacozzo, scampato ai lager
Ebreo romano, 88 anni, vive in un kibbutz vicino ad Haifa. Nel 1943 riuscì a sfuggire ai nazisti trovando rifugio prima in Laterano, quindi in un convento francescano. Da Michael Tagliacozzo un esplicito apprezzamento per le parole e i gesti di Ratzinger in Israele: «Ha una grande profondità. La mia storia testimonia l’impegno della Chiesa per gli ebrei»
DAL NOSTRO INVIATO A GERUSALEMME
LUIGI GENINAZZI
Sfoglia i giornali, guarda i titoli, legge i commenti. Ed alla fine scuote la testa con disappunto. Allo storico Michael Tagliacozzo, ebreo romano residente in Israele, proprio non è piaciuto quel che i giornali locali hanno scritto e riportato su Benedetto XVI a Yad Vashem. « Occasione perduta » , ( Yediot Ahronot),
« discorso deludente » ( Maariv), « il Papa non chiede scusa » ( Jerusalem Post). « Ma che pretendono? » borbotta. Nonostante i suoi 88 anni Michael Tagliacozzo ha ancora un’incredibile energia, studia e dà lezioni. La sua vita è degna di un romanzo. Nel 1943, a 22 anni, sfugge all’arresto dei nazisti trovando rifugio dapprima in Laterano e poi in un convento di francescani ( ne parla in un suo libro « La comunità di Roma sotto l’incubo della svastica » ). Scampato al lager, dopo la guerra viene deportato dagli inglesi a Cipro.
Si definisce sionista pacifista, vive in Israele ma non ne ha mai preso la cittadinanza.
Ancora oggi risiede in un kibbutz presso la città di Haifa, a Nir Eziom. Ed ogni sera, prima d’addormentarsi, legge sia il Vecchio che il Nuovo Testamento.
Professor Tagliacozzo, cosa ha provato vedendo il Papa al Memoriale dell’Olocausto a Yad Vashem?
Quando Benedetto XVI ha ricordato coloro che hanno perso la vita ma non perderanno i loro nomi mi ha toccato il cuore. Sa, io e mia moglie abbiamo perso quattordici parenti ad Auschwitz. Ma devo dire la verità: sono molto deluso da come i giornali hanno trattato la notizia. Trovo le loro critiche infondate e superficiali.
Ad esempio?
È scoppiata una gran polemica sul fatto che il Papa, parlando delle vittime dell’Olocausto, ha usato il termine ' uccisi' e non ' assassinati'. Forse qualcuno pretendeva che Benedetto XVI ripetesse letteralmente una preghiera ebraica che si tiene a Yad Vashem e nella quale si dice che i nostri fratelli sono stati massacrati, trucidati, bruciati, annegati e via di seguito, in una descrizione dettagliata dell’orrore. Ma quel che conta è il senso del suo gesto.
Che a quanto pare non tutti hanno capito. Sembra che qualunque cosa dica questo Papa sulla Shoah non sia mai abbastanza...
Sì, è vero. Molti scambiano il suo garbo e la sua timidezza per reticenza e per freddezza. Ma i suoi discorsi ed i suoi scritti sono di una profondità non comune. Se uno si prende la briga di leggere quel che Joseph Ratzinger scriveva già da cardinale noterà che il rispetto e l’amicizia per gli ebrei rappresentano uno dei punti cardini del suo pensiero.
Lei, come storico e come ebreo, ha difeso in più occasioni il comportamento della Chiesa cattolica e di Pio XII durante gli anni del nazismo. Tutto questo le ha creato dei problemi?
Beh, tanta gente qui in Israele non condivide la mia simpatia per la Chiesa cattolica, anche se non osano criticarmi apertamente. Devo dire però che quando l’anno scorso Benedetto XVI mi ha nominato Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno tutti nel mio kibbutz si sono sentiti onorati. Poi, certo, le discussioni sono infinite, a cominciare dalla figura di Pio XII. Ma io dico sempre: i preti ed i frati che a Roma nascondevano gli ebrei nelle parrocchie e nei conventi lo facevano perché c’era un ordine ben preciso che veniva dall’alto, dal Vaticano! Io lo posso testimoniare.
Professor Tagliacozzo, che risultato si aspetta da questa visita di Benedetto XVI in Israele?
Una rinnovata e più forte amicizia tra ebrei e cristiani, tra Israele e Chiesa cattolica. E se qualcuno storce il naso e, per quanto faccia e dica il Papa, non è mai soddisfatto, io ribatto: Non prevalebunt!
«Sono molto deluso da come la stampa israeliana ha trattato la visita al Memoriale.
I loro rilievi sono infondati e superficiali»
© Copyright Avvenire, 13 maggio 2009
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1 commento:
C'è sempre qualcuno in cui sperare.
Antonio
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