giovedì 18 giugno 2009

Il Papa entra nel mistero di Padre Pio ma non dice Messa nella Chiesa di Renzo Piano (Rodari)


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Il Papa entra nel mistero di Padre Pio (ma non dice Messa nella Chiesa di Renzo Piano)

giu 18, 2009 il Riformista

di Paolo Rodari

È domenica che Benedetto XVI andrà in visita a San Giovani Rotondo.
Una visita significativa due giorni dopo l’apertura dell’anno sacerdotale.
Infatti, è il Padre Pio figura emblematica di sacerdote che il Papa andrà a evocare: uomo di preghiera, devotissimo dell’eucaristia, celebrava la santa messa con rigore e intensità tanto che a lui - un privilegio accordato a pochi altri: tra questi José Maria Escrivà de Balaguer - fu concesso di celebrare sino alla fine dei suoi giorni usando il Messale del 1962.
Ratzinger non disdegna, come invece prima di lui fece Giovanni XXIII, il Padre Pio uomo dei tanti miracoli, il Padre Pio delle locuzioni interiori, delle visioni mistiche, delle stimmate.
Già nel 2000 all’interno del libro Dio e il mondo, parlando del ruolo dei santi, Ratzinger ricordò positivamente la preghiera che una donna ammalata aveva rivolto al Santo di Pietrelcina: «Aiuta me e il mio bambino», pregò la donna convinta che in questo modo non le sarebbe accaduto nulla.
Ma è anzitutto all’esempio di vocazione sacerdotale tutta incentrata attorno alla preghiera e all’eucaristia che il Pontefice resterà attaccato nelle ore di permanenza in Puglia. Ore nelle quali, significativamente, non pregherà nella nuova chiesa di Renzo Piano intitolata a “San Pio da Pietrelcina”.
Qui si limiterà a incontrare nel pomeriggio i sacerdoti, i religiosi e i giovani. La Messa verrà celebrata sul sagrato. Forse la cosa è soltanto un caso.
Ma le numerose polemiche per un luogo di culto ritenuto da molti cristianamente incompatibile con la liturgia e la presenza di Cristo - non mancano coloro che vi hanno visto incise simbologie occultistiche e massoniche - sono ancora vive.
Dunque, Giovanni XXIII.
Fu lui il Pontefice più ostile a Padre Pio. Certo, erano altri tempi. La figura del frate pugliese stava esplodendo in tutta la sua potenza: dopo San Francesco, era lui il secondo Alter Christus donato da Dio al suo popolo. E la cosa andava trattata con le molle. Sebbene, occorre dirlo, furono le invidie e le maldicenze dei confratelli cappuccini del religioso a influenzare negativamente sia il Pontefice che il suo segretario, monsignor Loris Capovilla.
Il paradosso fu Paolo VI.
O meglio, il cardinale Giovanni Battista Montini. Questi seguiva attentamente ogni cosa capitava a San Giovanni Rotondo e, seppure ritenuto dalla vulgata comune «vescovo progressista», fu lui a “sdoganare” Padre Pio. Il 20 giugno 1960, infatti, in occasione del cinquantesimo di sacerdozio del frate, allorquando nuove inchieste della Santa Sede si stanno per abbattere su Padre Pio, gli scrive una lettera di incondizionato appoggio nella quale, tra le altre cose, lo ringrazia delle preghiere che «so Ella mi rivolge»: «Ne ho immenso bisogno», scrisse Montini. Fu sempre Montini, una volta divenuto Pontefice, a far decadere tutte le limitazioni che erano state imposte tempo prima al frate.
La vita di Giovanni Paolo II e quella di Padre Pio sono in qualche modo legate. E non solo per la canonizzazione del frate che Wojtyla volle celebrare in pompa magna e a tempo di record - Padre Pio era morto da pochi anni, nel 1968 - domenica 16 giugno 2002.
La vicinanza tra i due uomini aveva un qualcosa di mistico. S’incontrarono una sola volta, nel 1948. Karol Wojtyla, giovane pretino che studiava a Roma, si recò a San Giovanni Rotondo a conoscere il misterioso frate con le stimmate. Riuscì anche a confessarsi da lui. L’incontro segnò il futuro Pontefice, anche se, anni dopo, Giovanni Paolo II smentì che Padre Pio gli avesse detto che un giorno si sarebbe «vestito di bianco». Vera o presunta tale la rivelazione, il Papa polacco non smise mai di sentirsi legato al Santo di Pietrelcina: quando nel 1962 Wanda Poltawska, amica di lunga data di Wojtyla, si ammalò gravemente per un cancro all’addome, il futuro Papa, allora vescovo di Cracovia, non esitò a scrivere al frate che ammise con tono profetico: «A questo non si può dire di no». La donna guarì miracolosamente e Wojtyla gli inviò una commovente lettera di ringraziamento.
Quindi Ratzinger.
Da Pontefice ha parlato di Padre Pio una sola volta, nel 2006, quando, rivolgendosi ai pellegrini di San Giovanni Rotondo arrivati a Roma per celebrare il cinquantesimo della “Casa Sollievo della Sofferenza”, disse: «Padre Pio è stato anzitutto un uomo di Dio. Fin da bambino, egli si è sentito chiamare da Lui e ha risposto con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Così l’amore divino ha potuto prendere possesso della sua umile persona e farne uno strumento eletto dei suoi disegni di salvezza».
Un uomo anzitutto di Dio. Qui sta il segreto della vita del Santo di Pietrelcina che il Papa andrà domenica a evocare.

© Copyright Il Riformista, 18 giugno 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

2 commenti:

brustef1 ha detto...

Decisione sacrosanta quella del Papa: non si dice messa in un palazzetto dello sport, al massimo si incontrano i fedeli

Anonimo ha detto...

I posti predisposti all'esterno della Chiesa sono 24 mila, quindi come sarà possibile celebrare la Santa Messa all'interno?