martedì 16 giugno 2009
Card. Ratzinger (1977): La comunione con il Papa è la comunione con il tutto, senza la quale non vi è comunione con Cristo (Da "Il Dio vicino")
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Grazie alla trascrizione della nostra Roberta, che ringraziamo anche se non vuole, leggiamo questo bellissimo brano, "illuminante" anche oggi nonostante sia stato pronunciato nel 1977.
Facciamo un ripasso sulle nozioni di Eucarestia, liturgia e comunione con il Papa...
R.
CHIESA DI OGNI LUOGO E DI OGNI TEMPO
Celebrazione in comunione con il Papa
del cardinale Joseph Ratzinger
(Predica in occasione della domenica per il Papa, 10 luglio 1977, nella Chiesa di San Michele a Monaco di Baviera)
Nella preghiera fondamentale della Chiesa, nell'Eucarestia, il cuore della sua vita non solo si esprime, ma si compie giorno per giorno.
L'Eucarestia ha nel più profondo di sè a che fare solo con Cristo.
Egli prega per noi, pone la sua preghiera sulle nostre labbra, poichè solo lui sa dire: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue.
Ci attira dentro la sua vita, nell'atto dell'amore eterno, in cui egli si affida al Padre, così che noi, insieme con lui, consegniamo a nostra volta noi stessi al Padre e, in questo modo, riceviamo in dono proprio Gesù Cristo. L'Eucarestia è quindi sacrificio: affidarsi a Dio in Gesù Cristo e ricevere così in dono il suo amore.
Cristo è lui che dà ed è, allo stesso tempo, il dono: per mezzo di lui, con lui e in lui noi celebriamo l'Eucarestia.
In essa è continuamente presente e vero ciò che dice l'epistola di oggi: Cristo è il capo della Chiesa, che egli acquista mediante il suo sangue.
Allo stesso tempo, in ogni celebrazione eucaristica, seguendo un'antichissima tradizione, diciamo: noi celebriamo insieme al nostro Papa...
Cristo si dà nell'Eucarestia ed è presente tutto intero, in ogni luogo e, per questo, è dovunque presente, là dove viene celebrata l'Eucarestia, il mistero tutto intero della Chiesa.
Ma Cristo è anche in ogni luogo un'unica persona e, per questo, non lo si può ricevere contro gli altri, senza gli altri.
Proprio perchè nell'Eucarestia c'è il Cristo tutto intero, inseparato ed inseparabile, proprio per questo si rende ragione dell'Eucarestia solo se essa è celebrata con tutta la Chiesa.
Noi abbiamo Cristo solo se lo abbiamo insieme con gli altri.
Poichè l'Eucarestia ha a che fare solo con Cristo, essa è il Sacramento della Chiesa.
E per questa stessa ragione essa può essere accostata solo nell'unità con tutta la Chiesa e con la sua Autorità.
Per questo la preghiera per il Papa fa parte del canone eucaristico, della celebrazione eucaristica.
La comunione con lui è la comunione con il tutto, senza la quale non vi è comunione con Cristo.
La preghiera cristiana e l'atto di fede implicano l'ingresso nella totalità, il superamento del proprio limite.
La liturgia non è l'iniziativa organizzativa di un club o di un gruppo di amici; la riceviamo nella totalità e dobbiamo celebrarla a partire da questa totalità e in riferimento ad essa.
Solo allora la nostra fede e la nostra preghiera si pongono in maniera adeguata, quando vivono continuamente in questo atto di superamento di sè, di autoespropriazione, che arriva alla Chiesa di tutti i luoghi e di tutti i tempi: è questa l'essenza della dimensione cattolica.
Si tratta proprio di questo, quando andiamo al di là della nostra piccola realtà, stabilendo un legame con il Papa ed entrando così nella Chiesa di tutti i popoli.
Da Joseph Ratzinger, "Il Dio vicino. L'eucaristia cuore della vita cristiana", San Paolo Edizioni 2008 (Pag. 127-128)
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2 commenti:
che telepatia! sto rileggendo "Il Dio vicino" proprio in questi giorni ed è un libro che amo moltissimo. Interamente dedicato all'Eucaristia, ne esplora tutti i significati, quello teologico della presenza reale, quello liturgico ed ecclesiologico... l'ultimo capitolo, che non riesco a leggere senza commuovermi, è dedicato all'escatologia e anticipa alcuni dei temi che il nostro Papa ha trattato nell'ultima parte della Spe Salvi (lo dico per chi non crede che le encicliche siano farina del suo sacco).
Bellissimo, grazie!
Grazie, Lapis :-)))
R.
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