mercoledì 19 agosto 2009
Mons. Edward Slattery (Tulsa) annuncia che in futuro celebrerà la Santa Messa sempre rivolto "ad orientem"
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CHIESA: VESCOVO USA CELEBRERA' MESSA CON LE 'SPALLE AL POPOLO'
Mons. Edward Slattery, vescovo di Tulsa, in Oklahoma, ha annunciato che, in futuro, celebrera' tutte le messe nella cattedrale della sua diocesi con le spalle rivolte ai fedeli, come accade nella messa in latino liberalizzata da papa Benedetto XVI con il Motu Proprio Summorum Pontificum.
Con la celebrazione rivolta 'ad orientem', verso oriente, prete e fedeli guardano nella stessa direzione invece di guardarsi negli occhi, come sancito invece dalla riforma liturgica nata dal Concilio Vaticano II.
Il nome di celebrazione 'ad orientem' deriva dalla tradizione delle chiese antiche, che erano effettivamente costruite lungo l'asse est-ovest, perche' il sole nascente simbolizzava Cristo.
Oggi, pero', la maggior parte delle chiese - compresa la cattedrale della diocesi di Tulsa - non tengono conto di questo fatto.
In una dichiarazione sul sito della diocesi, mons. Slattery spiega che ''negli ultimi 40 anni'' questa tradizione si e' persa e ''prete e fedeli si sono abituati a guardare in direzioni opposte''.
''Questa innovazione - aggiunge - e' stata aggiunta dopo il Concilio Vaticano II, in parte per aiutare la gente a capire l'azione liturgica ella messa, permettendole di vedere cosa accadeva, e in parte per venire incontro alla cultura dominante, in cui ci si aspetta che chi ha autorita' guardi direttamente il popolo che serve, come un insegnante seduto dietro alla cattedra''.
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C'e' un po' di confusione!
Il vescovo di Tulsa non celebrera' tutte le Messe secondo il rito tridentino, ma utilizzera' il Messale detto di Paolo VI preferendo tuttavia guardare verso Cristo e non verso i fedeli.
Il Summorum Pontificum, quindi, in questo caso, non c'entra nulla.
R.
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10 commenti:
Conversi ad Dominum: non mi sembra per niente una cosa di poca importanza. Anzi.
http://www.rivistaliturgica.it/upload/2008/articolo2_325.asp
«La direzione ultima dell’azione liturgica, mai totalmente espressa nelle forme esterne, è la stessa per il sacerdote e il popolo: verso il Signore». L’introduzione del decano del Sacro Collegio al libro di Uwe Michael Lang
del cardinale Joseph Ratzinger
http://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=158
Sono d'accordo con Seraphicus: sembra un piccolo passo in avanti ma in realtà, nel contesto attuale è un balzo rivoluzionario nel futuro.
Preghiamo per Mgr Slattery, perché oramai, benché celebrando sempre nella forma ordinaria, comincerà sicuramente ad essere perseguitato e preghiamo alfin che quest'esempio sia seguito prestamente da moltissimi altri.
S.d.C.
il fatto di rivolgersi verso la persona cui si parla in verità mi ha fatto sempre problema.
Infatti se la gente guarda verso la Croce oppure verso oriente io devo guardare strabicamente verso una parte diversa.
In effetti a volte lo faccio senza problemi anche in parrocchia.
La P.E. è rivolta al padre non capisco perchè devo guardare la gente.
Su questo concordo con i tradizionalisti, ma se non erro ciò avveniva anche nel medioevo. il famoso versetto del salmo che dice "circumdabo altare tumm domine" lascia intendere che il sacerdote vi gira attorno, quando parla con il popolo ha una posizione, quando si rivolge a Dio un'altra; cmq nn ha nulla a che fare con l'impostazione dell'altare venuta fuori, o meglio ratificata nel 500.....
L'altare indietreggia quando la Liturgia si clericalizza e quindi si allunga per ovvi motivi prospettici, visto poi che i preti gli stavano davanti, tutto l'armamentario che prima stava attorno va a finire sopra l'altare ed ecco l'altare di trento (semplicistico per intenderci).
Come ha ben rilevato Raffaella il giornalista è un po' confuso.
Anche prima del concilio in alcune chiese si celebrava verso il popolo. Basta pensare alle basiliche romane, S.Pietro in primis, in cui l'altare non è posizionato vicino ad un muro e dove per celebrare verso oriente è necessario volgersi verso l'ingresso della basilica.**
Ne' col Concilio è subentrato il divieto tassativo di volgersi verso il Signore. Basta pensare a quelle Messe del Papa che si celebrano nella Cappella Sistina, ma si desume anche dalla lettura dell'Ordinamento Generale del Messale Romano, che fa menzione del comportamento del celebrante in caso si celebri "Coram Deo".
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** Ovviamente nè Bramante nè Michelangelo erano degli architetti improvvisati, l'ideazione di tale soluzione fu soprattutto per "servire" la liturgia, soprattutto le grandi veglie che, grazie a tale soluzione, terminavano col sole nascente che "entrava" in basilica.
"verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge"
Qui parliamo della celebrazione ad orientem, verso il Signore che come la luce del sole sorge e verso il quale come fonte di verità tutti si rivolgono.
Per quanto riguarda le celebrazioni nelle basiliche romane:
San Pietro per esempio ha l'abside orientato verso ovest. Il che significa che il celebrante sull'altare maggiore si rivolge a est. Anticamente il popolo non rimaneva a guardare il celebrante ma nel momento del canone si rivolse verso est e "dava le spalle" al celebrante. La cosa importante è la direzione della preghiera comune (mentre oggi tutti rimangono a guardare il celebrante). Il centro è Cristo, non il celebrante. Il celebrante "guida la processione dei fedeli". Dunque la celebrazione ad orientem non è concentrato sul sacerdote (come avviene invece con la "mensa" intorno alla quale "ci si riunisce"), ma sul mistero che sta celebrando. Ecco perché la decisione del vescovo di Tulsa è importante: contro ogni clericalismo se mette a capo della celebrazione del popolo come suo pastore, conducendolo verso la luce della verità che è in Cristo.
La liturgia non è un teatro, ma il luogo in cui la realtà celeste si introduce nella realtà finita.
Grazie a tutti per i preziosi contributi :-)
R.
Le " cioè l'oriente era la porta di entrata. Questo è il motivo per cui basiliche PATRIARCALI romane erano "occidentategli altari sono così. E il sacerdote ed i fedeli si rivolgevano tutti verso la porta (ad oriente) durante la consacrazione.
La cosa è ormai acclarata, dimostrata dagli studi di K. Gamber e dal libro di U. Lang prefato da RTZINGER. NESSUN ALTARE PERCIç VERSO IL POPOLO.
AMDG
Luigi C
come autore dell'articolo, faccio notare che parlo di celebrazione ad orientem "come" nella messa antica - un paragone necessario per spiegare semplicemente di cosa si tratta, accennando anche alla "riforma della riforma" di Ratzinger, ma senza entrare in troppi dettagli trattandosi di un semplice lancio di agenzia generalista. La novità sta proprio nel celebrare ad orientem la messa post-conciliare (cosa già fatta da Ratzinger nella Cappella Sistina). Grazie comunque per l'attenzione,
Alessandro Speciale
Grazie a Lei per la precisazione.
R.
Viva Mons. Slattery!
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