mercoledì 19 agosto 2009

Mons. Georg Ratzinger a Sulmona: «Che emozione tornare qui». Accolto con semplicità ed affetto dalla cittadinanza ammirata e stupita (La Civita)


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Ratzinger: «Che emozione tornare qui»

Accolto con semplicità ed affetto dalla cittadinanza ammirata e stupita

di ORNELLA LA CIVITA

SULMONA

Sono trascorsi 65 anni da quella volta. E in quest’arco di tempo, all’ombra delle montagne che ha voluto rivedere, di cose ne sono cambiate.
Anche per Georg Ratzinger, il fratello di Papa Benedetto XVI che ieri è tornato a Sulmona. Quando arrivò la prima volta in Città, Ratzinger era poco più che un adolescente e indossava tutt’altro abito. Era un militare che partecipava alla ritirata nazista sotto l’assedio delle truppe alleate. «Sono passato qui nel 1944 solo per qualche ora, ma ho sempre mantenuto vivo il desiderio di tornarvi per vedere una città finalmente in pace.
Ringrazio il Signore per avermi dato questa possibilità». Si presenta con passo lento, con il dorso un po’ incurvato. Appoggiato al suo bastone bianco. Sorride a quanti gli sorridono. Ad attendere il sacerdote bavarese, il vescovo della diocesi di Valva e Sulmona, monsignore Angelo Spina, il sindaco della città, Fabio Federico, il presidente del Consiglio Nicola Angelucci e l’assessore alla Cultura Lorenzo Fusco, insieme ai sacerdoti della diocesi, mentre la banda di Introdacqua ha intonato le note dell’"Inno alla gioia" di Beethoven.
«E’ stata una grande sorpresa e sono emozionato per l’accoglienza - ha detto Ratzinger, -, ringrazio tutti, ma soprattutto la banda musicale che ha suonato così bene. Accetto questa accoglienza come segno di benevolenza verso il Santo Padre.
Io, da piccolo sacerdote, non meritavo tutto questo. Penso che viva gente buona, laboriosa e onesta a Sulmona, una città che vale la pena visitare».
Il fratello del Papa, quindi, dopo aver visto alcuni monumenti, ha voluto recarsi presso la base logistica di Fonte d'Amore, che nel 1944 fu un campo di concentramento. La delegazione, poi, si è spostata all’Abbazia Celestiniana, luogo caro a Celestino V, quindi al monumento ai caduti che ricorda le 140 vittime delle bombe naziste. Infine, il sacerdote si è fermato in raccoglimento davanti alla Basilica di San Panfilo, dove è custodita una reliquia di Celestino. Salutando il fratello del pontefice, il primo cittadino sulmonese gli ha rivelato di essere stato a luglio «sotto la sua casa natale in Baviera. Ho fatto delle foto davanti alla sua abitazione - ha raccontato Federico a Ratzinger - e mia figlia mi ha detto chissà se il Papa, o il fratello, verranno a Sulmona a farsi fotografare sotto casa nostra. Quel giorno è arrivato. Veramente le strade del Signore sono infinite».

© Copyright Il Messaggero, 19 agosto 2009 consultabile online anche qui.

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