mercoledì 5 agosto 2009

Una diretta testimonianza della straordinaria memoria e della scioltezza fisica del Papa: Mens sana... in corpore Benedetto (Accattoli)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Agilità.

Una diretta testimonianza della straordinaria memoria e della scioltezza fisica del Pontefice

Mens sana... in corpore BENEDETTO

di Luigi Accattoli

Il Papa mi ha detto che ha visto tutte le mie gare»: era raggiante sabato scorso la nuotatrice Federica Pellegrini dopo l’incontro di Castel Gandolfo.
«Si perderanno almeno il primo tempo» aveva detto una volta Benedetto della folla che l’ascoltava durante una partita Italia Olanda.
Chi parla con il Papa lo trova sorprendentemente sveglio e aggiornato anche in campi inaspettati come quello dello sport.
La mia esperienza più viva della puntuale prontezza dell’uomo Ratzinger riguarda l’incontro Italia-Olanda del 9 giugno 2008, che ahimè perdemmo per tre a zero.
Quella sera si apriva il convegno diocesano di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano che si avviava, come sempre, con la prolusione del Papa.
Io ero stato richiesto dal cardinale Ruini – che avrebbe lasciato il Vicariato alla fine di quel mese – di tenere una «testimonianza giornalistica sulla speranza» parlando subito dopo il Papa.
Ero dunque in Basilica tra gli ospiti della prima fila, con tanto di cartello sulla sedia e con la netta sensazione – tipica del cronista – di trovarmi un tantino fuori posto. Uscendo dalla Basilica dopo la prolusione il Papa a sorpresa viene verso di me e mi ringrazia di «aver accettato» di parlare al convegno e non so neanche che cosa gli abbia risposto, poniamo «grazie a lei», proprio come la veloce Federica – «Ho saputo solo dirgli grazie» – dal momento che non immaginavo nemmeno che sapesse i nomi di chi interveniva al convegno.
Ciò che mi interessa riferire non è l’attenzione del Papa a quella mia presenza, ma ciò che mi narrò poco dopo il cardinale Ruini in risposta alla mia “meraviglia” per essere stato salutato.
«Non si stupirebbe – mi disse – se avesse ascoltato che cosa ha chiesto e detto appena sceso dall’automobile, nel cortile del Vicariato».
«C’è gente?» aveva domandato e alla risposta che la Basilica era piena aveva osservato: «Ma non c’è la prima partita della nazionale italiana per il campionato europeo?».
Il cardinale l’aveva rassicurato che «erano venuti lo stesso» ed egli aveva commentato, guardando l’orologio: «Si perderanno almeno il primo tempo».
Come giornalista vaticanista ho l’abitudine di seguire le dirette papali. Domenica 13 dicembre 2005, beatificazione in San Pietro di Charles de Foucauld, vedo che entrando in Basilica si ferma a conversare con il vescovo di Viterbo Lorenzo Chiarinelli che aveva avuto un ruolo nella “causa”.
Lo chiamo al telefono per chiedergli di che abbiano parlato e mi dice: «Voleva commentare l’articolo che avevo scritto per l’Osservatore romano di quel giorno e che aveva appena letto prima di scendere in Basilica».
Un altro giorno vedo che entrando nell’Aula Nervi si ferma – in capo al corridoio centrale – accanto al vescovo di Terni Vincenzo Paglia e gli parla a lungo, anzi addirittura si siede accanto a lui – mentre l’Assemblea esegue un canto – per dare agio alla conversazione.
Il vescovo poi mi racconta che «aveva visto in televisione la vicenda delle nostre acciaierie» e voleva sapere come andavano «le trattative per salvare i posti di lavoro». Un poco – dirò ancora – come il caso della Pellegrini, che è stata ripetutamente nei nostri telegiornali la settimana scorsa per la vendemmia di medaglie d’oro e di primati che ha fatto ai campionati di nuoto di Roma e che il Papa ha commosso dicendole d’averla “vista” in televisione. Né lo colpiscono solo le immagini televisive, ma mostra di avere buona memoria anche dei giornali.
Un collega va in pensione dopo 33 anni di informazione vaticana sui quotidiani e in un’occasione pubblica ha l’opportunità di “salutare”Benedetto che rivedendolo sei mesi più tardi nell’Aula Nervi gli fa: «Lei è andato in pensione, ma leggiamo ancora i suoi articoli».
Un segno notevole di memoria Papa Ratzinger lo diede nel luglio del 2006 arrivando ad Aosta per le vacanze che passò a Introd come l’anno prima e come di nuovo quest’anno, mentre nel 2007 e nel 2008 è stato a Lorenzago del Cadore e a Bressanone.
Mi racconta il vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi che accompagnandolo in automobile all’aeroporto alla fine della vacanza del 2005 gli chiese una benedizione per la mamma e gli parlò del pellegrinaggio notturno della diocesi che si sarebbe svolto quella stessa sera da Fontainemore al santuario della Madonna Nera di Oropa e che avrebbe comportato anche per lui di «camminare tutta la notte».
Tornando l’anno dopo, appena saliti in macchina, Benedetto chiede al vescovo «come sta la mamma» e «come andò» poi quel «pellegrinaggio notturno».
Nella liturgia della “Passione” del Venerdì Santo è previsto il rito della prostrazione in cui il celebrante si stende a terra e prega in silenzio: colpisce la scioltezza e la rapidità con cui il Papa anche quest’anno ha compiuto quel gesto, senza l’aiuto di nessuno, a una settimana dall’ottantaduesimo compleanno. Quella stessa agilità caratterizza la sua mente.

© Copyright Liberal, 5 agosto 2009 consultabile online anche qui.

Stupendo questo articolo!!!
R.

2 commenti:

euge ha detto...

Chi parla con il Papa lo trova sorprendentemente sveglio e aggiornato anche in campi inaspettati come quello dello sport.

Carissimi è chiaro che le intenzioni di Accattoli erano le migliori! Ma questa frase mi sembra alquanto sibillina. Leggetela attentamente e vi accorgerete che forse il significato può essere frainteso. " Sorprendentemente sveglio" ma che vuol dire????????? Che cosa pensano di trovarsi davanti questi? Un nonnetto addormentato?
Ma un pò di serietà e di rispetto no?

Anonimo ha detto...

Splendido, come mi piacerebbe poter parlare col papa! é così attento con tutti, parla di tutto, ha una sensibilità immensa! Marco