domenica 22 novembre 2009

Tornatore: «Dal Papa una carezza alla cultura» (Riccardi)


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Notizie - Interni Esteri

Lo ha detto il regista Tornatore ricevuto ieri dal Pontefice nella Cappella Sistina insieme con 260 esponenti dell'arte

«Dal Papa una carezza alla cultura»

No commentDa Nanni Moretti che sta girando in Vaticano la commedia «Habemus Papam»

Andrea Riccardi

«Una carezza alla cultura in un periodo in cui riceve solo schiaffi». Così Giuseppe Tornatore ha descritto il discorso del Papa rivolto ieri in Vaticano, nella Cappella Sistina, a oltre 260 esponenti del mondo della cultura, dal cinema all'architettura, passando per poesia, danza, musica, teatro e fotografia. Tra i presenti, i fratelli Taviani, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, i premi Oscar Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo e Gabriella Pescucci, Maria Luisa Spaziani, Liliana Cavani, Ugo Nespolo, Lino Banfi, Claudio Baglioni col figlio Giovanni, Terence Hill, i Pooh nella nuova formazione a tre, Sergio Castellitto (che ha letto un brano della lettera di Giovanni Paolo II) con la moglie Margaret Mazzantini, la soprano Daniela Dessì, Riccardo Cocciante, Antonello Venditti, Peter Greenaway, Monica Guerritore, Raoul Bova (uno dei pochi con meno di 40 anni), Carla Fracci. Moretti, che sta lavorando proprio in questi mesi a una commedia ambientata in Vaticano, il cui titolo dovrebbe essere «Habemus Papam», al termine dell'incontro si è sottratto a ogni domanda, e percorrendo il lungo corridoio ai cui lati erano disposti i giornalisti, si è ancorato al braccio dell'ad di Rai Cinema Caterina D'Amico, dispensando solo grandi sorrisi. Un richiamo all'attualità internazionale è giunto dallo scrittore iraniano Kader Abdolah, che ha partecipato all'incontro con al collo una sciarpa verde, un «omaggio al popolo iraniano che chiede libertà e che la sua voce venga ascoltata» spiega. Fra tanti abiti scuri, ha scelto un completo un po' più casual uno dei pochi israeliani intervenuti (tre in tutto), Samuel Maoz, Leone d'oro quest'anno a Venezia per «Lebanon»: «Mi pare - ha detto - che il Papa abbia detto un grande no all'odio e alla guerra e un grandi sì all'amore e all'arte».
Bocelli si è detto emozionatissimo «nel sentire nelle parole del Papa questa fiducia rinnovata nella nostra attività d'artisti». Il Papa, ha commentato Raoul Bova «ha messo in rilievo i valori più alti del nostro mestiere, che non è solo gossip». «Io dal Papa non c'ero. Mi hanno citato fra i presenti - ha detto Marco Bellocchio - e io all'inizio avevo anche detto sì, ma poi per coerenza non sono andato». Infatti, ieri mattina il regista era a Torino. «Ci deve essere - ha detto - una corrispondenza fra ciò che si fa e ciò che si crede. E se io credo che l'aborto non sia un assassinio, che non è giusto che il crocifisso incomba nelle scuole, che vietare il preservativo in Africa sia un crimine, ecco, allora faccio come Ernesto Picciafuoco, il protagonista del mio "L'ora di religione", e ad applaudire il Papa non vado».

© Copyright Il Tempo, 22 novembre 2009 consultabile online anche qui.

Brutta chiosa per l'articolo la citazione di Bellocchio.
R.

6 commenti:

laura ha detto...

In effetti, non c'entra nulla e non c'era bisogno di aggiungerlo. Ognuno può pensare quello che uole, ma , certe idee non vanno sbandierate

euge ha detto...

Cara laura evidentemente l'articolo era troppo positivo verso Benedetto XVI.... per cui per essere pubblicato, doveva contenere qualche "nota stonata" per dirla in gergo musicale. :-)))

Filomena66 ha detto...

Non preoccupiamoci di come si chiude l'articolo come dice euge, bisognava pur mettere qualcosa di negativo in tanta positività verso il discorso del Pontefice altrimenti.....come si dice: " Troppa grazia S. Antonio". Preoccupiamoci piuttosto, che queste parole siano conservate nei cuori di chi ha avuto il dono di riceverle e ne facciano tesoro.
Papa Benedetto XVI, ha dimostrato ancora una volta, qual'è il suo vero animo l'essenza della sua persona.

gemma ha detto...

spero che Bellocchio nel suo fare cultura usi scagliarsi abitualmente anche contro altri "crimini", oltre al no all'aborto, no al preservativo e alla presenza del crocifisso al muro. Se questi oggi sono i crimini, direi che gli alibi per chi governa ci sono tutti e le colpe di chi patisce la fame, vede la propria libertà di esistere o di professare liberamente una religione limitate, sono tutte e solo del Papa. Certo che se la cultura ai mali del mondo del terzo millennio continua a fornire ancora risposte già ampiamente fallite nel scecolo scorso, ha poco da ritenersi anticonformista ed innovativa. Al di là di questo, la coerenza si manifesta nel vivere non nell'incontrare chi non la pensa come te, altrimenti non avrebbero senso nè gli incontri interreligiosi nè quelli diplomatici, nè le discussioni storiche e filosofiche e ciascuno vivrebbe chiuso nel suo pensiero unico. Nessuno lo avrebbe obbligato ad applaudire il Papa e ascoltare non significa assentire, ma è vero che fin dall'inizio mi sono chiesta su che base fossero stati fatti questi inviti. Sono stati esclusi credenti che avrebbero voluto esserci, tra gli antagonisti si è escluso Fo e si è invitato Bellocchio. D'accordo, il primo ha dissacrato la chiesa per tutta la vita ma anche per il secondo lo si capisce chiaramente almeno da un suo film che il Dio della chiesa è da lui visto come una minaccia.

Anonimo ha detto...

Bellocchio è un poveraccio che ha la sventura di avere il cuore e la cervice duri.
Bisognerebbe pregare per lui, ma, personalmente, non ci riesco

Anonimo ha detto...

è incredibile la voglia che avete di sopprimere il minimo dissenso.
fate quasi paura