giovedì 26 febbraio 2009

Il vescovo di Arezzo: riscoprire il valore del digiuno per aprirsi all'amore di Dio e del prossimo (Radio Vaticana)


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Mons. Ranjith ha definito "audace e coraggiosa" la decisione di affrontare gli abusi liturgici che sono accaduti dopo la riforma del Vaticano II

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"Paolo dice: "Voi divenite come belve, uno morde l’altro".
Accenna così alle polemiche che nascono dove la fede degenera in intellettualismo e l’umiltà viene sostituita dall’arroganza di essere migliori dell’altro"
(Lectio divina del Santo Padre presso il Seminario Romano Maggiore)

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I problemi che Benedetto XVI si trova a risolvere sono vecchi di decenni. A lui il merito di avere voltato pagina su varie questioni (Di Giacomo...articolo da incorniciare!)

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

Il vescovo di Arezzo: riscoprire il valore del digiuno per aprirsi all'amore di Dio e del prossimo

Il Papa, durante l’omelia nella Basilica di Santa Sabina, ha invitato a guardarsi “dal tarlo della vanità che porta all’ostentazione e all’ipocrisia, alla superficialità e all’autocompiacimento” per crescere in purezza nell’intimità con Dio. Una strada possibile a chi comprende e sperimenta il vero valore del digiuno. Ascoltiamo in proposito il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti, al microfono di Federico Piana:

R. - Il vero digiuno è finalizzato a mangiare il vero cibo che è la Parola di Dio. Ecco la risposta di Gesù a Satana: “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Dice il Santo Padre: “Il vero digiuno è fare la volontà di Dio”. Ecco perché Gesù non si è messo a cambiare le pietre in pane, non gli interessava un tipo di messianismo come magari gli uomini avrebbero desiderato ma voleva insegnare a tutti gli uomini a fare la volontà del Padre, che è la cosa più importante. Infine, il digiuno mortifica il nostro egoismo, dice il Santo Padre, ed apre il cuore all’amore di Dio e del prossimo.

D. – In questi anni si è forse perso il senso della Quaresima?

R. – Secondo me il senso della Quaresima va profondamente recuperato, proprio come insiste ancora il Santo Padre, perché la Quaresima è un pellegrinaggio interiore e se noi non abbiamo più questa capacità di rientrare in noi stessi, è chiaro poi che potremmo ridurre la Quaresima a qualche opera esteriore, ma non è questo lo spirito della Quaresima. La Quaresima è ritornare proprio a questo ascolto profondo della Parola di Dio, è ritornare a pregare perché si prega poco, si prega male. E vorrei dire a tutte le famiglie cristiane: ritrovatevi per almeno dieci minuti, con i vostri figli, una posta del rosario e la meditazione di un mistero di Cristo e della Madonna perché altrimenti, non solo si smarrisce il senso della persona ma si smarrisce il senso della famiglia e se si distrugge la famiglia, è chiaro che si distrugge anche la società. Ci stiamo autodistruggendo perché non si mette più la persona e la famiglia al primo posto. E la preghiera, l’ascolto di qualche brano del Vangelo insieme in famiglia è il viatico, la medicina indispensabile, se vogliamo veramente salvare le nostre persone ma anche la nostra società.

(Montaggio a cura di Maria Brigini)

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