sabato 28 febbraio 2009

Lefebvriani choc: «No al Concilio» (Bobbio)


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Lefebvriani choc «No al Concilio»

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

Riconoscere il Concilio? Non se ne parla assolutamente. Il capo dei lefebvriani, il vescovo Bernard Fellay, a poco più di un mese dal ritiro da parte del Papa della scomunica nei suoi confronti e di altri tre vescovi ultratradizionalisti, gela il Vaticano e attacca a fondo in un'intervista al quotidiano svizzero «Le Courier», nella quale torna a definire il Concilio Vaticano II, in sostanza, una grande tragedia, che ha prodotto solo «perdite» e i suoi «frutti sono stati quelli di svuotare i seminari, i noviziati e la Chiesa»: «Migliaia di preti hanno abbandonato il loro sacerdozio e milioni di fedeli hanno cessato di essere praticanti e si sono rivolti alle sette». Per Fellay la «religiosità dei fedeli è stata snaturata» e il Concilio ha prodotto «frutti bizzarri».
Ieri, prima che le agenzie rendessero nota l'intervista di Fellay, il Vaticano aveva giudicato «generica ed equivoca» la lettera con la quale il vescovo negazionista lefebvriano Williamson prendeva le distanze da quanto lui stesso aveva dichiarato sull'Olocausto nella tristemente nota intervista alla televisione svedese, provocando l'ira degli ebrei e una presa di posizione durissima della Santa Sede. Giovedì sera il sito cattolico «Zenit», vicino ai «Legionari di Cristo», aveva pubblicato la lettera di Williamson, affermando di averla ricevuta dalla Commissione vaticana «Ecclesia Dei», la Commissione vaticana che ha gestito tutta la vicenda dei lefebvriani e la revoca della scomunica. Ma ieri padre Federico Lombardi, direttore della Stampa della Santa Sede, con una dichiarazione ufficiale ha smentito la circostanza, affermando che la lettera «non è indirizzata al Papa né alla Commissione Ecclesia Dei» e «non sembra rispettare le condizioni stabilite dalla Segreteria di Stato», che il 4 febbraio in una nota aveva sollecitato il vescovo negazionista a «prendere in modo inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah».
Williamson, nella lettera, in nessun passaggio cita l'Olocausto. Parla genericamente di «ingiustizie» e non fa mai riferimento agli ebrei.
Ribadisce di avere espresso solo un'«opinione», formatasi «vent'anni fa sulla base delle prove allora disponibili», chiede «perdono davanti a Dio e a tutte le anime che si sono onestamente scandalizzate per ciò che ho detto» e termina spiegando che, «come affermato dal Santo Padre, ogni atto di violenza ingiusta contro un uomo ferisce tutta l'umanità». Per la Santa Sede è troppo poco, oltre che essere una dichiarazione pasticciata. Alle parole di Padre Lombardi si sono aggiunte quelle del rabbino David Rosen all'agenzia Sir: «Per noi non sono sufficienti. Non sono vere scuse. Non ha detto "ho sbagliato, le mie opinioni erano false, me ne pento, non lo farò più"». Roses le ha definite «scuse ingenue», ma poi ha confermato l'incontro tra Santa Sede e Gran Rabbinato per il 12 marzo, segno che la crisi tra cattolici ed ebrei seguita alle dichiarazioni di Williamson è rientrata. Rosen l'ha definita una crisi «artificiale», causata da un «bad management», cioè da un cattiva gestione, «con molti equivoci».
Ma se sul fronte ebreo le questioni si sono risolte, sul quello interno alla Chiesa le cose si complicano. Williamson deve rifare tutto dall'inizio, mentre le parole di Fellay riaprono in pratica lo scisma, che invece con buona volontà di dialogo il Papa aveva cercato di ricomporre, facendo il primo passo della revoca della scomunica. Fellay ha detto chiaramente che «fare del riconoscimento del Concilio una condizione preliminare al dialogo», come peraltro aveva scritto la Segretaria di Stato nella nota del 4 febbraio, «è mettere il carro davanti ai buoi». Ha usato toni aspri, confermando che il punto centrale di rottura tra Vaticano e Fraternità di Pio X, fondata da Lefebvre, è il Concilio, ma non la sua interpretazione, bensì il fatto di essere stato svolto. I lefebvriani chiedono in pratica la sua cancellazione, perché ha «snaturato la fede».
Ma c'è anche dell'altro nell'intervista di Fellay. Ed è un passaggio ancora più grave. Spiega che «se la Chiesa cattolica ancora oggi pensa di essere la sola a possedere integralmente la verità, allora noi protestiamo». In Vaticano, ieri sera, molti erano amareggiati e tristi per le parole di Fellay. Il riserbo delle fonti ufficiali è stato assoluto, ma si faceva notare che parlare attraverso un'intervista con toni così pesanti non è un buon metodo per arrivare al dialogo auspicato dal Papa. E con ancor più rammarico si osservava che l'intervista rischia di sbaragliare quel poco di speranza sollecitata da Benedetto XVI con la revoca della scomunica. Insomma, la partita si complica.

© Copyright Eco di Bergamo, 28 febbraio 2009

Non mi pare che Mons Fellay abbia mai chiesto la cancellazione del Concilio. A voi risulta?
Inoltre c'e' un errore grave (mi stupisco di Bobbio).
Mons. Fellay non ha detto
:

«se la Chiesa cattolica ancora oggi pensa di essere la sola a possedere integralmente la verità, allora noi protestiamo»

L'originale francese e' questo:

Si par oecuménisme, on entend la poursuite de ce but très noble, nous sommes évidemment pour. Si par contre on y voit un chemin qui ne cherche pas cette unité fondamentale, unité qui passe forcément par un regard de vérité – ce dont l'Eglise catholique se dit encore aujourd'hui le seul possesseur dans son intégralité! – alors nous protestons.

TRADUZIONE:

Se per ecumenismo si intende il perseguimento di questo obiettivo così nobile, siamo evidentemente a favore. Se invece vi si vede un cammino che non cerca questa unità fondamentale, unità che passa per forze di cose da uno sguardo di verità - quello di cui la chiesa cattolica dice di essere ancora oggi la sola a possederla integralmente - allora protestiamo.

La cosa non e' un po' diversa e' completamente diversa!
R.

11 commenti:

Caterina63 ha detto...

Cara Raffaella già una volta mi stupii della correttezza usata dall'Eco di Bergamo....ora l'articolo e la tua nota mi riconfermano della strumentalizzazione di tale rivista conosciuta per quello che è: progressista...^__^

E' in atto un guerra all'interno della Chiesa per la quale il Papa stesso all'Angelus ai suoi connazionali tedeschi chiese di pregare affinchè essa non travolga la Chiesa stessa...

BenedettoXVI conosce benissimo L'ODIO avanzato nei confronti della FSSPX per la loro difesa alla TRADIZIONE seppur essi sbagliano a lasciare troppe dichiarazioni in giro...

l'attentato della FSSPX NON è contro il Concilio quale strumento legittimo della Chiesa, ma ALLA SUA INTERPRETAZIONE, al modo di come la parte progressista della Chiesa l'abbia elevato a DOGMA...il Concilio NON è un dogma è uno STURMENTO....se lo strumento emana Documenti atti a tradire la Tradizione della Chiesa, chiunque è legittimato a denunciarli....
se vi è invece un problema ITERPRETATIVO questo è stato denunciato dallo stesso Pontefice....

Va ricordato come veniva trattato Ratzinger quando era Prefetto della CDF.... gli INSULTI che ricevette da VESCOVI, SACERDOTI E LAICI quando scrisse la Dominus Jesus....quando scrisse ai Vescovi la Communio.... quando scomunicò la Teologia della Liberazione...

Forse pochi sanno che quando Giovanni Paolo II organizzò il primo incontro ecumenico ad Assisi, Ratzinger NON VI ANDO'...non vi andò fino a quando non si fosse chiarito il pericoloso sincretismo che si stava verificando...
sono di Ratzinger le denuncie di un FALSO ECUMENISMO NATO DA UNA FALSA ERMENEUTICA DEL CONCILIO...
è di Ratzinger il primo Motu Proprio da Pontefice per ASSISI dopo che lo stesso Messori descrisse di come si arrivò a sacrificare UN POLLO SULL'ALTARE DI SANTA CHIARA...

dobbiamo continuare?
Nessuno ha mai difeso Ratzinger per le sue continue denuncie,anzi lo chiamavano con disprezzo L'INQUISITORE....
E ci ricordiamo tutti quando appena venne eletto cosa scrissero i giornali contro Ratzinger...?
Ora si vuole difendere IL PAPA dimenticando che si tratta della stessa persona che per 40 anni ha difeso il Concilio proprio dagli abusi successivi....

Fino a quando vscovi e sacerdoti non si renderanno conto che ciò che sta accadendo oggi non è altro di ciò che la Chiesa e noi abbiamo SUBITO PER 40 ANNI....non si scioglierà questa intrigata matassa, il Papa non sta facendo altro che portare a galla il nodo della matassa...e sbrogliarlo, ma c'è ancora una grande parte della Chiesa progressista che non vuole affatto aiutare il Papa in questo e vuole continuare a soffocare IL PICCOLO GREGGE...

Fraternamente CaterinaLD

Anonimo ha detto...

Urge un pò di ripetizione di francese.

Antonio

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, o per errore o per malafede i giornalisti stan sempre a mescolare tutto; ciò che finora, in questi ultimi decenni, la FSSPX ha detto è totalmente cattolico (magari avessero detto cose così cattoliche anche tutti gli altri vescovi della Chiesa); è forse una bugia affermare che in questi ultimi decenni si è svuotato tutto, dalle chiese ai seminari ai conventi? E allora mons. Fellay ha ragione da vendere.
E a me, che nel 1988 ho pianto dal dolore per le consacrazioni "scismatiche", questo vescovo e anche Lefebvre, stanno sempre più simpatici, ma molto molto!

Anonimo ha detto...

SI sa che il diavolo si infila soprattutto dalla bocca.
la verità ognuno la conosce solo attrverso la fede.
siate sempre pronti!

Lapis ha detto...

mi pare che sia in atto uno sforzo sovrumano (nel vero senso della parola) per creare ogni possibile ostacolo alla definitiva ricomposizione dello scisma lefebvriano. In una situazione già di per sé irta di difficoltà, ulteriori fraintendimenti e malintesi, nuove e vecchie tensioni, prontamente amplificate, possono innescare una catena senza fine. Occorre più che mai agire col candore delle colombe e la prudenza dei serpenti. Spero che i lefebvriani, che non mi sembrano degli sprovveduti, sappiano dimostrarsi veramente uomini di buona volontà e che non permettano che venga disperso il grande gesto di perdono ecumenico voluto dal Santo Padre.

Raffaella ha detto...

Concordo con Lapis.
I Lefebvriani non sono affatto degli sprovveduti, anzi...
Hanno un ufficio stampa con i fiocchi ed i controfiocchi ed un sito internet in grado di controbattere, quasi in tempo reale, ad ogni tipo di colpo basso.
Mi auguro che non permettano che gli sforzi del Santo Padre siano vanificati consegnando alla stampa dubbi ed incertezze che dovrebbero essere oggetto dei colloqui con la Santa Sede.
Capisco le perplessita' per la nota della Segreteria di Stato, ma non si deve dimenticare lo spirito di misericordia che ha animato il Santo Padre e, a quanto pare, pochissimi altri.
R.

Anonimo ha detto...

Caterina sei domenicana di nome e di fatto.Complimenti:il Concilio e' uno strumento,non un dogma.Io aggiungerei:non e' Dio!Fa' il calcolo di quante volte,in preci e ciance,venga nominata la Beata Trinita'(un tempo non lontano TUTTE le messe domenicali erano dedicate ad Essa)e quante il Benedetto Vatdue:la proporzione di uno a diecimila ti pare troppo rosea???

Anonimo ha detto...

"Circa quanto uscito sull'Eco di Bergamo, il riserbo delle fonti ufficiali è stato assoluto, ma si faceva notare che parlare attraverso un articolo con toni così pesanti non è un buon metodo per aiutare il dialogo auspicato dal Papa. E con ancor più rammarico si osservava che l'articolo di Bobbio ha rischiato di sbaragliare quel poco di speranza sollecitata da Benedetto XVI con la revoca della scomunica. Insomma, la partita si complica."

Anonimo ha detto...

A parte l'imprecisione segnalata (penso che si tratti di un refuso), l'articolo di Bobbio mi sembra condivisibile. Non si può essere cattolici se si pretende di contestare un concilio o comunque l'interpretazione che di esso hanno autorevolmente fornito gli ultimi pontefici. Interprete legittimo della Tradizione e dell'interpretazione dei concili è il magistero, non un gruppo di scismatici.

Anonimo ha detto...

non può essere un refuso perchè è la chiave di volta di tutto l'articolo.

Anonimo ha detto...

Certo che si può rifiutare un concilio! Se nella chiesa cattolica sono stati accolti eretici che rifiutano il concilio di Calcedonia come i monofisiti o la chiesa assira d'oriente, che rifiuta la formula del concilio d'Efeso di Theotokos alla Madonna.

Quelli sono concili dogmatici!!