sabato 20 giugno 2009

Mons. Girotti: «Se la confessione è in crisi la colpa è anche di quei sacerdoti che non si mostrano disponibili perché presi da altre questioni»


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Repubblica — 19 giugno 2009 pagina 43 sezione: CRONACA

CITTÀ DEL VATICANO

ORAZIO LA ROCCA

«Se la confessione è in crisi la colpa è anche di quei sacerdoti che, troppe volte, non si mostrano eccessivamente disponibili all´ascolto nel confessionale perché presi da altre questioni».
È un mea culpa autorevolissimo quello che arriva dal vescovo Gianfranco Girotti, prelato reggente della Penitenzieria Apostolica, il dicastero vaticano preposto alla supervisione del sacramento della confessione nella Chiesa.
Apparentemente, il vescovo non sembra sorpreso dalla lettera scritta dal Papa per l´Anno sacerdotale, nella quale Ratzinger invoca - tra l´altro - un mea culpa ancora più severo per la pedofilia tra i preti, «crimine abominevole mai abbastanza deplorato».

Monsignor Girotti, ma quali sono le vere cause che stanno alla base della grande fuga dai confessionali?

«Credo che anche questo sacramento paghi lo scotto dei mutamenti in corso nella società e all´affermarsi di una nuova forma di mentalità che ha inevitabilmente portato all´appannamento della pratica della confessione».

Eppure, durante le messe, le comunioni vengono ugualmente distribuite in abbondanza. Come lo spiega?

«Penso che tra la gente si stia insinuando un nuovo modo di concepire il peccato che, eliminando la mediazione del sacerdote, porta a momenti di autoassoluzione con presunte forme di dialoghi diretti con Dio, "scorciatoie" mistiche che non fanno bene a nessuno. Circa il 34 per cento dei fedeli ragiona così e rifiuta la mediazione sacerdotale nella confessione. È un fenomeno nuovo che stiamo monitorando da tempo, anche se parlare di statistiche esatte è ancora prematuro».

È cambiato il modo di concepire il peccato?

«Dirò di più: si è indebolito il senso del peccato e della colpa. Al confessore non vengono denunciate le mancanze, i casi specifici, ma solo il senso di afflizione dell´anima, lo smarrimento generico, senza entrare nel merito delle colpe commesse. Si chiede solo aiuto».

Di chi è la maggiore responsabilità di questa situazione?

«Si deve prima di tutto al cambiamento di mentalità, ma anche alla poca disponibilità che gran parte dei sacerdoti mostrano verso la confessione. Per cui fa benissimo Benedetto XVI a riportare al centro dell´interesse dell´Anno sacerdotale anche questo sacramento.
Giovanni Paolo II spesso diceva che il sacerdote quando in confessionale assolve commette l´atto più grande dopo la celebrazione dell´Eucarestia. È bene non dimenticarlo. Il Santo Padre, quindi, ha fatto benissimo a sollevare un tema così delicato come è la scarsa pratica del sacramento della Riconciliazione, cioè la confessione. E´ un problema che anche io ho sollevato in più occasioni».

Quali sono i peccati che vengono maggiormente confessati?

«Non è mai lecito rivelare quel che si dice in confessionale. In linea di massima, però, si può dire che accanto ai classici peccati mortali - non uccidere, non rubare, non commettere atti impuri... - ci sono altri nuovi peccati legati alla droga, alla bioetica, all´Aids, all´ecologia, alla cattiva amministrazione. Ma, al di là delle colpe vecchie e nuove, l´importante è tornare ad avere fiducia nella confessione».

© Copyright Repubblica, 19 giugno 2009 consultabile online anche qui.

2 commenti:

Caterina63 ha detto...

È cambiato il modo di concepire il peccato?

«Dirò di più: si è indebolito il senso del peccato e della colpa. Al confessore non vengono denunciate le mancanze, i casi specifici, ma solo il senso di afflizione dell´anima, lo smarrimento generico, senza entrare nel merito delle colpe commesse. Si chiede solo aiuto».

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Concordo con le risposte dell'intervista....solo mi dispiace constatare che quando si parla di confessori e di confessioni, non si legge mai come sia cambiato ANCHE IL MODO DI CONCEPIRE IL PECCATO DA PARTE DEL SACERDOTE....
^__^


cosa vuol dire questo?
che molti sacerdoti hanno una idea ERRATA del peccato...non credono nell'inferno, sottovalutano il Purgatorio (infatti NON si prega quasi più, pubblicamente, per le Anime del Purgatorio), deridono chi parla di Satana... giustificano i conviventi permettendo loro di di accostarsi all'Eucarestia "purchè si vogliano bene"...
a questo punto, se posso AUTOGIUSTIFICARMI davanti a Dio, o se vado a confessarmi vengo assolta seppur sono divorziatao convivente, o se ho frodato l'operaio perchè essendo in tempo di crisi ho dato lavoro in nero, ma pagandolo...e quindi è la legge che è sbagliata non la mia intenzione di dare lavoro in nero...
a questo punto a che mi serve andarmi a confessare?
ecco che diserto il confessionale, tanti sacerdoti in passato erano loro stessi ad invitare i fedeli a non insistere CONFESSANDO PECCATI STUPIDI, sminuendo il così detto PECCATO VENIALE....

diceva a ragione san Padre Pio:
"ogni peccato veniale non assolto CON LA DOVUTA PENITENZA, diventerà prima o poi un peccato mortale con la dannazione dell'impenitente e del sacerdote che l'ha assecondato quando doveva distruggerlo sul nascere...."

Coraggio Sacerdoti, riscoprite il valore del Confessionale con la sua corretta dottrina, per voi e per NOI!


Fraternamente CaterinaLD

euge ha detto...

Era ora che qualcuno si decisse a dire cosa fanno certi sacerdoti invece di stare nel confessionale.