mercoledì 4 novembre 2009
Il cardinale Rodè sulla visita apostolica alle Congregazioni religiose femminili negli Usa (Radio Vaticana)
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Il cardinale Rodè sulla visita apostolica alle Congregazioni religiose femminili negli Usa
La visita apostolica agli Istituti di religiose negli Stati Uniti, annunciata lo scorso mese di gennaio, risponde alle preoccupazioni “sul benessere delle religiose e della vita consacrata in generale”.
E’ quanto sottolinea in una dichiarazione, pubblicata ieri, il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Ma quali sono le motivazioni che accompagnano questa dichiarazione? Risponde al microfono di Romilda Ferrauto, responsabile del programma francese, il cardinale Franc Rodé:
R. – La dichiarazione ha soprattutto questo obiettivo, cioè quello di chiarire le intenzioni del dicastero per dire chiaramente qual è lo scopo di questa visita apostolica tra le Congregazioni religiose. Ci sono infatti delle incomprensioni, come se fosse un atto di sfiducia verso le Congregazioni religiose femminile americane o come se fosse una critica globale del loro operato. Non si tratta di questo. Si tratta soprattutto di vedere la situazione reale nella quale si trova in questo momento la vita consacrata femminile negli Stati Uniti. E’ un fatto evidente che il numero delle religiose americane è calato moltissimo, che la loro presenza nella scuola, nella sanità e in altre istituzioni di carattere sociale è molto diminuita. La questione quindi è: dove sono le cause di questa diminuzione numerica e di questa presenza molto più debole nella Chiesa e nella società degli Stati Uniti?
D. – La dichiarazione spiega che la visita è stata decisa in seguito ad alcune segnalazioni fatte qui, alla Congregazione. C’era dunque stato il bisogno di una tale iniziativa. C’erano problemi disciplinari, di fedeltà alla dottrina cattolica?
R. – In un certo senso si può dire che dagli Stati Uniti sono arrivate delle voci critiche ed un rappresentante importante della Chiesa statunitense mi ha avvertito riguardo alcune irregolarità o carenze nella vita delle religiose americane.
Si può dire soprattutto di una certa mentalità secolarista che si è propagata in queste famiglie religiose, forse anche un certo spirito "femminista".
Comunque la decisione di questa visita apostolica è stata presa nel 2008, durante un seminario che ha riunito qualcosa come 600-700 religiosi e religiose. Lì si è manifestata questa volontà di fare un passo per trovare un rimedio a questa situazione che molti dicono non essere così buona come quella dei decenni passati.
D. – Lei annuncia nella dichiarazione che sarà pubblicato un rapporto, però non è ancora precisato se ci saranno delle linee d’azione, se poi la Congregazione che lei presiede indicherà la strada da seguire…
R. – La visita apostolica avrà tre fasi. La prima è la preparazione all’Instrumentum laboris; dunque un incontro con le superiore generali per vedere qual è la situazione di tali Congregazioni e poi la preparazione, nella seconda fase, di un questionario al quale risponderanno individualmente le religiose. Il risultato di tutte queste risposte sarò poi studiato scientificamente da un Istituto della Georgetown University e le informazioni raccolte e studiate e criticamente presentate saranno poi rese pubbliche. Sarà perciò un’immagine, una prospettiva, la presentazione di una situazione che penso essere abbastanza completa della vita consacrata femminile degli Stati Uniti.
D. – Dunque non si sa ancora se saranno poi decise delle misure, tutto dipenderà dal risultato di quest’inchiesta?
R. –In questo momento non si può evidentemente parlare di misure o decisioni finali.
Posso dire che valuteremo con un grande senso di responsabilità i dati che ci saranno forniti da queste conversazioni individuali con le religiose e vedremo poi cosa occorrerà fare. E’ comunque troppo presto per parlare di decisioni.
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