lunedì 12 gennaio 2009

I frutti del cammino neocatecumenale: messi in luce dal Papa nel discorso per i 40 anni della prima comunità a Roma (Radio Vaticana)


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I frutti del cammino neocatecumenale: messi in luce dal Papa nel discorso per i 40 anni della prima comunità a Roma

“La vostra presenza così folta e animata sta a testimoniare i prodigi operati dal Signore nei trascorsi 4 decenni”. Così il Papa nel discorso rivolto ieri pomeriggio ai circa 25 mila membri del Cammino neocatecumenale presenti nella Basilica vaticana per i 40 anni della prima comunità nata a Roma. I frutti, in questi anni, del Cammino neocatecumenale sono stati presentati a Benedetto XVI dagli iniziatori Kiko Argüello e Carmen Hernandez. Presente anche padre Mario Pezzi, membro dell’Équipe responsabile internazionale del Cammino neocatecumenale. Il servizio di Debora Donnini.

Gioia e canti hanno accompagnato l’ingresso del Papa nella Basilica vaticana salutato dalle migliaia di persone accalcate alle transenne. Famiglie in missione nelle zone più scristianizzate del mondo, presbiteri, comunità che andranno in altre parrocchie. Sono i frutti del Cammino neocatecumenale presentati ieri a Benedetto XVI.
“Il Papa, Vescovo di Roma, vi ringrazia - ha detto il Pontefice – per il generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa Città e per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni suo ambiente”.

“Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l’annuncio del kerigma e l’itinerario di riscoperta del Battesimo sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica!”.

Ricordata poi l’approvazione degli Statuti.

“La recente approvazione degli Statuti del ‘Cammino’ è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori”.

Tutto ebbe inizio qui a Roma 40 anni or sono, ha ricordato Benedetto XVI. E infatti l’occasione dell’incontro è stato proprio l’anniversario della prima comunità della parrocchia dei Martiri Canadesi, dove è iniziato il Cammino a Roma: comunità presente con i suoi circa 50 membri e i 100 figli. “So con quanto zelo stiano operando le comunità del Cammino Neocatecumenale in ben 103 parrocchie di Roma. Mentre vi incoraggio a proseguire in questo impegno, vi esorto ad intensificare la vostra adesione a tutte le direttive del Cardinale Vicario, mio diretto collaboratore nel governo pastorale della Diocesi”. “L’inserimento organico del ‘Cammino’ nella pastorale diocesana e la sua unità con le altre realtà ecclesiali – ha aggiunto – torneranno a beneficio dell’intero popolo cristiano, e renderanno più proficuo lo sforzo della Diocesi teso ad un rinnovato annuncio del Vangelo in questa nostra Città”. Ricordato dal Papa anche il frutto rappresentato dai tanti sacerdoti, “una vera primavera di speranza per la comunità diocesana di Roma e per la Chiesa!” e ribadito il mandato missionario.

“Le parole di Gesù, riferiteci dall’evangelista san Matteo, risuonano come un invito a non scoraggiarci dinanzi alle difficoltà, a non ricercare umani successi, a non temere incomprensioni e persino persecuzioni. Incoraggiano piuttosto a porre la fiducia unicamente nella potenza di Cristo, a prendere la propria croce e a seguire le orme del nostro Redentore, che in questo tempo natalizio ormai al termine, ci è apparso nell’umiltà e nella povertà di Betlemme”.

Durante l’incontro Kiko Argüello ha presentato le varie realtà presenti: oltre alla prima comunità della parrocchia dei Martiri Canadesi di Roma, le oltre 200 famiglie che andranno in tutto il mondo per annunciare il vangelo, 500 sono già partite; i 700 itineranti che hanno aperto nel mondo l’esperienza del Cammino; le nuove 15 missio ad gentes, che si aggiungono alle 7 già partite. La missio ad gentes è costituita da un gruppo di 3 o 4 famiglie con numerosi figli e un presbitero che si potrebbero definire come una cappellania missionaria. Andranno a vivere in città scristianizzate della Germania e di altri Paesi così come fra gli aborigeni australiani. Infine le 15 comunità di Roma che hanno terminato l’itinerario e andranno in parrocchie alla periferia della capitale con situazioni sociali difficili, come ci spiega lo stesso Kiko Argüello.

“E anche pensiamo che oggi sia un evento storico per la Chiesa, perché è la prima volta nel Cammino che le comunità che hanno finito un lungo periodo di preparazione, di riscoperta del battesimo, si offrono alla Chiesa per partire ed evangelizzare le zone più difficili”.

Un incontro di gioia e ringraziamento, dunque, come testimonia il canto finale del Te Deum.

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