venerdì 23 gennaio 2009

Un nuovo continente. Il messaggio del Papa per la 43ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Sir)


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Messaggio del Papa per la 43a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Le nuove tecnologie sono un vero dono per l’umanità: dobbiamo perciò far sì che i vantaggi che esse offrono siano messi al servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile"

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COMUNICAZIONI SOCIALI - Un nuovo continente

Il messaggio del Papa per la 43ª Giornata mondiale

È dedicato alla "generazione digitale" il messaggio di Benedetto XVI per la 43ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il prossimo 24 maggio e ha per tema "Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia". Le nuove tecnologie digitali, scrive il Papa, hanno uno "straordinario potenziale" e "sono un vero dono per l'umanità", a condizione che "i vantaggi che esse offrono siano messi al servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile". Il messaggio è rivolto in particolare ai giovani, i quali si sentono "a loro agio in un mondo digitale che spesso sembra invece estraneo a quanti di noi, adulti, hanno dovuto imparare a capire ed apprezzare le opportunità che esso offre per la comunicazione". Ai "giovani cattolici", nello specifico, il Santo Padre chiede di "portare nel mondo digitale la testimonianza della loro fede", rendendosi evangelizzatori di questo "continente digitale".

Una nuova cultura della comunicazione.

C'è, secondo Benedetto XVI, una "nuova cultura della comunicazione", nella quale cellulari e computer, grazie anche ad internet, permettono di superare le barriere spazio-temporali e "inviare, in modo istantaneo, parole ed immagini ai più lontani ed isolati angoli del mondo". È una "possibilità impensabile per le precedenti generazioni", che porta "molti benefici": "le famiglie possono restare in contatto anche se divise da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi", sono rese possibili "forme più dinamiche di apprendimento e di comunicazione, che contribuiscono al progresso sociale".

Qualità dei contenuti.

Dall'uso di queste nuove tecnologie emerge, aggiunge il Papa, un "desiderio di comunicazione e amicizia" che tuttavia "è radicato nella nostra stessa natura di esseri umani" e, "alla luce del messaggio biblico", va letto "come riflesso della nostra partecipazione al comunicativo e unificante amore di Dio, che vuol fare dell'intera umanità un'unica famiglia". Perciò, se "il desiderio di connessione e l'istinto di comunicazione" rispondono alla "fondamentale e costante propensione degli esseri umani ad andare oltre se stessi per entrare in rapporto con gli altri", allora è da considerare non solo l'"indubbia capacità" delle nuove tecnologie "di favorire il contatto tra le persone", ma anche "la qualità dei contenuti che esse sono chiamate a mettere in circolazione". Da qui l'invito a quanti s'impegnano nella comunicazione digitale affinché promuovano "una cultura del rispetto, del dialogo, dell'amicizia".

Rispetto e dialogo.

"Coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media - sottolinea il Papa - non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana": un impegno che porta a "evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l'essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l'odio e l'intolleranza, svilisce la bellezza e l'intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi". Mentre sul "dialogo tra persone di differenti paesi, culture e religioni" reso possibile dalle nuove tecnologie, Benedetto XVI ricorda che esso dev'essere radicato "in una ricerca sincera e reciproca della verità" e condotto con "forme oneste e corrette di espressione insieme ad un ascolto attento e rispettoso".

Un mondo accessibile a tutti.

L'"amicizia" è un concetto che "ha goduto di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali", ma occorre stare attenti a non banalizzarlo, mette in guardia papa Benedetto, ricordando che esso "è una delle più nobili conquiste della cultura umana" e che proprio attraverso l'amicizia "cresciamo e ci sviluppiamo come esseri umani". Dunque, "sarebbe triste se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on line le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero". Inoltre, un "ossessivo" desiderio per la "connessione virtuale" porta la persona a isolarsi, "interrompendo la reale interazione sociale" e disturbando "anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano". Viceversa, "è gratificante vedere l'emergere di nuove reti digitali che cercano di promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione". Reti che "possono facilitare forme di cooperazione tra popoli di diversi contesti geografici e culturali", a condizione che siano realmente accessibili "a tutti". Infatti, precisa il Papa, "sarebbe un grave danno per il futuro dell'umanità" se i nuovi strumenti della comunicazione "non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati" o "contribuissero solo a incrementare il divario che separa i poveri dalle nuove reti che si stanno sviluppando".

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