venerdì 23 gennaio 2009
Dalle 12 di oggi la parola di Benedetto XVI su “You Tube”. L’iniziativa presentata con il Messaggio del Papa per le comunicazioni sociali (R.V.)
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Messaggio del Papa per la 43a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Le nuove tecnologie sono un vero dono per l’umanità: dobbiamo perciò far sì che i vantaggi che esse offrono siano messi al servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile"
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Dalle 12 di oggi la parola di Benedetto XVI su “You Tube”. L’iniziativa presentata con il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Quello di oggi è un giorno che scrive una nuova pagina di storia per la Santa Sede: dalle 12, sul sito di You Tube, è possibile vedere l’immagine del Papa e ascoltarne la parola. E nello stesso giorno, è stato presentato in Sala Stampa vaticana il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma il 24 maggio prossimo. Un documento col quale il Pontefice si rivolge in particolare ai giovani, alla “generazione digitale”, perché soprattutto da essa venga l’impulso a evangelizzare quel "vero dono per l'umanità" che è Internet, rendendola un luogo capace promuovere i grandi valori dell’esistenza e non di banalizzazione dei rapporti umani. Il servizio di Alessandro De Carolis.
Pochi clic del mouse e tra i milioni di video che affollano l’enorme contenitore di Youtube, c’è da oggi anche l’informazione vaticana prodotta quotidianamente dalle emittenti della Santa Sede. Il tutto con le caratteristiche di interattività che hanno reso immensamente popolare, specie fra i giovani, il sito fondato nel 2005 e di proprietà di Google.
E proprio ai giovani, il Papa si rivolge col suo Messaggio per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. “Nuove tecnologie”, vuol dire “nuove relazioni” recita e sollecita il titolo del documento: un binomio che Benedetto XVI sviluppa parlando delle luci e delle ombre del web, “dello straordinario potenziale delle nuove tecnologie” e delle insidie di chi sfrutta quelle potenzialità per intasare la rete con, afferma il Papa, “parole e immagini degradanti per l’essere umano”.
L’analisi di Benedetto XVI parte dal positivo del mondo digitale e dalle responsabilità che la sua gestione comporta. Anzitutto, dice, i vantaggi delle nuove tecnologie devono essere “messi al servizio di tutti gli esseri umani”. Incoraggio, scrive il Pontefice, chi lavora in questo settore emergente dei media perché promuova “una cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia”. E dunque un netto “no” - scandisce - a chi se ne serve invece per alimentare “l’odio e l’intolleranza”, per svilire “la bellezza e l’intimità della sessualità umana, per sfruttare “i deboli e gli indifesi”. In quest’ultimo caso, Benedetto XVI ringrazia e apprezza quelle reti digitali che, osserva, “cercano di promuovere “la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani” specie in quelle aree del mondo dove l’accessibilità a Internet è penalizzata da un divario tecnologico difficile da colmare. “Sarebbe un grave danno per il futuro dell’umanità – asserisce - se i nuovi strumenti della comunicazione, che permettono di condividere sapere e informazioni in maniera più rapida e efficace, non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati”.
Ma un capitolo, il Papa lo dedica a chi al contrario vive la dimensione del “tempo reale” della rete, connettendosi per lavoro o svago ogni giorno e più volte al giorno. Il lato positivo di quelli che definisce “desiderio di connessione” e “istinto di comunicazione” il Pontefice li ravvisa nella naturale “propensione” degli esseri umani a entrare in rapporto con gli altri. In fondo, riconosce, “questo desiderio di comunicazione e amicizia è radicato” nella nostra natura come “riflesso della nostra partecipazione al comunicativo ed unificante amore di Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unica famiglia”. E infatti, prosegue, i benefici del cyberspace sono “molti: le famiglie possono restare in contatto anche se divise da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi”.
Tuttavia i pericoli non mancano. “Occorre non lasciarsi ingannare da quanti - scrive Benedetto XVI - cercano semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità”. E con altrettanta chiarezza, il Papa mette in guardia soprattutto i giovani a “non banalizzare il concetto l’esperienza di amicizia” che negli ultimi anni – nota - hanno goduto “di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali”. “Sarebbe triste - si legge nel Messaggio - se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo - soggiunge - la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano”.
L’ultimo appello è per i “giovani cattolici”. La rete, scrive, è uno sterminato “continente digitale” lungo il quale soprattutto voi siete chiamati a testimoniare il Vangelo. E perché ciò sia fatto con efficacia, Benedetto XVI offre un paragone suggestivo: “Nei primi tempi della Chiesa - ricorda - gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarne le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo”.
Per un commento sul Messaggio del Papa ascoltiamo mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, al microfono di Philippa Hitchen:
R. - Il tono di questo messaggio del Papa è positivo e propositivo. Il Papa dice chiaramente che queste tecniche sono un vero dono per l’umanità. Nello stesso tempo riconosce che favoriscono forme più dinamiche di apprendimento e di comunicazione e contribuiscono al progresso sociale, favoriscono la comprensione tra gli uomini e la solidarietà. La visione che il Papa dà delle nuove tecnologie è senz’altro positiva.
D. – Quindi una prospettiva molto positiva, un incoraggiamento, eppure non nasconde anche i problemi, i rischi…
R. – Questo è vero. Quando il Papa parla del rispetto e innegabilmente fa riferimento alla dignità e al valore della persona umana, dice, in maniera molto semplice, che vanno evitate parole ed immagini degradanti per l’essere umano e fa anche riferimento a tutto ciò che genera odio e intolleranza. C’è poi un altro problema: i nostri giovani, ma anche noi adulti, siamo quasi ossessionati dal desiderio di rimanere “connessi” e il tema di fondo è che siamo più preoccupati di essere “connessi” che dei contenuti della nostra connessione. Tramite le nuove tecnologie si creano nuove relazioni, nuove amicizie e qui c’è un rischio: che si tratti di amicizie virtuali che poco a poco ci fanno perdere il rapporto, il contatto con la comunità che realmente ci circonda. E’ molto facile avere un’amicizia con una persona che incontriamo su internet, ma è molto più difficile vivere un rapporto di amicizia con chi, invece, ci sta accanto e il Papa è attento a questo problema e mette in guardia, dice “attenti!”. L’altro grande rischio, ce ne accorgiamo noi stessi, è che viviamo nell’era della comunicazione eppure, mai come adesso, sperimentiamo la solitudine. Il giovane avrà mille e mille amici virtuali ma poi vive e sperimenta, alle volte, una drammatica solitudine, un’angosciante solitudine. L’altro grande rischio è il cosiddetto “digital divide”; il Papa auspica che queste possibilità siano messe a servizio di tutti, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile perché sarebbe un grave danno per l’umanità, se aumentasse questa emarginazione sociale. Poi, una cosa bella, secondo me, è l’invito che il Papa rivolge ai giovani cattolici a portare, nel mondo digitale, la testimonianza della loro fede, farla pervenire ai loro amici, a chi è lontano ed il Papa affida loro questo invito: quello di essere evangelizzatori del “continente digitale”. Io mi auguro che le nuove generazioni, queste generazioni di giovani “nati digitali”, sappiano accogliere nel loro cuore l’invito del Papa e mettere in essere questa grande rete a servizio di un messaggio di umanità, di bene, di verità.
Ascoltiamo ora la riflessione del nostro direttore padre Federico Lombardi:
Anche il Papa è arrivato su You Tube: questa è la bella notizia di oggi.
Molte persone nel mondo desiderano poter sapere, poter conoscere meglio che cosa il Papa pensa, che cosa la Chiesa cattolica propone per i grandi problemi del mondo di oggi. Con il nuovo canale vaticano su You Tube, che comincia in inglese, spagnolo, tedesco e italiano, da quest’oggi sarà più facile.
Il Centro Televisivo Vaticano e la Radio Vaticana da più di un anno producono ogni giorno videonews sull’attività del Papa e sugli eventi del Vaticano. Ora sono pronti per fare questo salto “nell’arena globale”, per mettere il loro materiale a disposizione di gente di tutti i Paesi, di tutte le posizioni religiose e ideologiche che siano interessati alle parole del Papa e della Chiesa cattolica.
Dalla home page del canale, attraverso diversi link, si potrà sviluppare l’informazione, si potrà attingere ai testi completi, si potranno avere commenti, in modo da contestualizzare le brevi informazioni delle videonews.
Attraverso le forme di interattività abituali di You Tube, si potranno anche mandare messaggi, mandare commenti, condividere i filmati che sono più interessanti con i propri amici. Quindi la proposta del Vaticano si inserisce in un clima di dialogo, in un clima di apertura ad una comunicazione in tutte le direzioni.
Siamo all’inizio di un cammino che, sulla grande rete globale, ci porterà lontano. Il Papa, la Chiesa cattolica, il Centro Televisivo Vaticano e la Radio Vaticana accompagnano l’umanità di oggi con questi nuovi modi di comunicare con grande simpatia e partecipazione.
© Copyright Radio Vaticana
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