mercoledì 17 giugno 2009

Melloni si scaglia contro il libro di Mosebach ma non risponde ad alcuna delle obiezioni dell'intellettuale tedesco


Vedi anche:

LA SACRA LITURGIA: LO SPECIALE DEL BLOG

Caro Melloni, ma di quale Chiesa parla? (Francesca Colafemmina)

Martin Mosebach: «I nuovi iconoclasti hanno distrutto la fede». Si torni alla liturgia precedente al Concilio (Calabrò)

Karl Rahner, maestro del Concilio, di Martini e della coscienza relativa (Roberto De Mattei)

Un importante articolo di Padre Augustine Di Noia, nuovo Segretario della Congregazione per il Culto Divino (Fides et Forma)

I vescovi austriaci assicurano (!!!!) il Papa della loro piena comunione e del loro affetto...(Sir)

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Il perché dei vescovi austriaci a rapporto da Papa Ratzinger (Rodari)

Botta e risposta tra vescovi tedeschi e Fraternità San Pio X (Messainlatino)

BELLEZZA, VERITÀ, TRADIZIONE: un fondamentale saggio di DON SALVATORE VITIELLO in esclusiva per Fides et Forma

Padre Bartolomeo Sorge: Benedetto XVI, il senso di un Pontificato

Su segnalazione di Alessia ed Eufemia leggiamo questa recensione di Melloni al testo di Martin Mosebach "Eresia dell'informe. La liturgia romana e il suo nemico".
Leggiamo e poi commentiamo
.
R.

IN DIFESA DELLA «MESSA BRUTTINA»
UNICA RISPOSTA ALL’INARIDIMENTO


Parlar male della messa del postconcilio lo san fare tutti. Anche Martin Mosebach che attacca l’«eresia» della riforma del Vaticano II e la «tirannia» di Paolo VI in un pamphlet annunciato dal Corriere.
Quella di Mosebach è una posizione estremista che cerca di attirare Benedetto XVI dalla propria parte fingendo di dar voce alle sue intenzioni. Ma documenta l’esistenza di una storia virtuale della chiesa sulla base della quale si può dire di tutto. In questa storia virtuale c’era una tradizione gregoriana che produceva riti, spiritualità, forma, fede, da secoli. Poi sono arrivati il concilio e il diabolico Montini, che hanno liberato l’orda dei chitarristi per distruggere quel patrimonio. Finché una provvidenza timida e vendicativa anziché svergognare gli antipapi come voleva Lefebvre ha restituito pizzi e latino a chi ne aveva nostalgia.
A me pare che sia ora di spiegare che il movimento liturgico voleva purificare un rito inaridito dal devozionalismo, che la «partecipazione attiva» era un sogno di Pio X, che Pio XII (nella stagione che non amava von Balthasar) difese le esigenze della riforma, e che nell’eucarestia a self-service ottenuta col campanello c’era qualcosina di pericoloso.
Di ricordare che il Messale Romano promulgato che «si sostituisse all’antico » (Paolo VI, concistoro 26 maggio 1976) è stato accolto da milioni di fedeli non perché si accordava ai propri gusti, ma perché restaurava una esperienza di chiesa: e che l’adesione di tutti i vescovi cattolici a quella ricezione è un fatto, storico e teologico.
Sappiamo tutti che è non difficile sparare sulla «messa bruttina» della domenica: dove non entrerà mai Haydn, dove i ragazzi suonano di tutto e il prete — l’ultimo prete per tante parrocchie — non brilla. Sappiamo che questa messa migliorerà con lavori umili, come quello con cui i vescovi italiani hanno fatto il repertorio dei canti che scriverà nella memoria di una generazione le parole più intime della fede, come fu a suo tempo per i libretti della Ldc o per Chieffo. Ma sappiamo anche che questa messa bruttina è anche l’unica risposta reale alla privatizzazione pentecostale della fede, al pietismo che dice a Gesù «io, io, io» e così facendo scalza quella forma di chiesa che è quella eucaristica, per sua natura comunitaria e ugualmente vera anche nella più radicale deprivazione estetica.

© Copyright Corriere della sera, 16 giugno 2009 consultabile online anche qui.

Mi dispiace (si fa per dire...) doverlo segnalare, ma Melloni non risponde a nessuna delle grandi questioni teologiche, liturgiche e culturali sollevate da Mosebach.
Si limita a criticare l'autore per quanto ha scritto sulla riforma conciliare della Santa Messa.
Caro Melloni, non basta criticare chi critica la riforma liturgica di Paolo VI, ma occorre spiegare perche' e come Mosebach ha torto.
E' facile mettersi sulla difensiva, sapendo di avere dalla propria parte gran parte del mondo intellettuale che trova espressione sui media e praticamente tutto l'episcopato mondiale, ma io vorrei argomentazioni.
Per esempio vorrei sapere che cosa risponde Melloni a queste affermazioni:


«Il modello della nuova liturgia è il tavolo presidenziale di una riunione di partito o di una associazione con microfono e fogli, a sinistra sta un vaso ikebana con piante esotiche bizzarre di colore arancio con vecchie radici, a destra si trovano due luci da televisione posate su candelieri fatti a mano. Con dignità e raccoglimento, i membri del consiglio di amministrazione guardano il pubblico, come i chierici durante una concelebrazione. Una tale assemblea, regolata da un democratico ordine del giorno, è il fenotipo della nuova liturgia, e questo non è altro che una conseguenza inevitabile del fatto che chi non vuole il mistero sovratemporale, questi inevitabilmente approderà alla realtà politica e sociale».

...

Cosicché il successo della celebrazione è data dalla «performance» del prete. E sull’altare, al posto del Crocefisso, c’è il microfono per la predica, di vari tipi: «untuosa o saccente, intellettuale o rimbombante, intimistica o sobria»

Come rispondiamo?
Non basta criticare chi critica...

Ah, sia detto per inciso ma non troppo: il Concilio non ha abolito il Messale di San Pio V (si veda la lettera ai vescovi in occasione della pubblicazione del motu proprio Summorum Pontificum).
Dopo due anni siamo ancora al punto di partenza...

R.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Un intellettuale come Melloni il quale scrive che il nuovo messale è stato accolto da milioni di fedeli solo perché restaurava una "esperienza di chiesa" dimostra la scarsità di argomenti serii a difesa delle propie posizioni; ma dimostra pure come essi vedano la realtà attraverso la nebbia dell'ideologia; come è possibile che milioni di fedeli che fino al giorno prima avevan partecipato alla messa (quella antica) con quelle forme devozionalistiche da Melloni & C. tanto aborrite e criticate, improvvisamente hanno capito tutto della chiesa, della messa e della fede al punto da accogliere il nuovo messale perché esso "restaurava una esperienza di chiesa"?

Io penso che quei milioni di fedeli che hanno accolto il nuovo messale lo abbiano fatto unicamente perché......non c'erano alternative!!! Naturalmente Melloni non è nè il primo nè il solo a dipingere la realtà come la si vorrebbe; Paolo VI nella Costituzione con cui promulgò il nuovo messale disse che esso era richiesto ed atteso da tutta la Chiesa!!!!! Eppure solo tre anni prima la maggioranza dei vescovi presenti al Sinodo aveva rifiutato propio quel progetto di messa!!!

Se in ogni chiesa allora i fedeli fossero stati messi in grado di scegliere se partecipare alla messa antica col suo gregoriano e la polifonia di Palestrina, o la messa nuova con i suoi ritmi danzabili e le sue musiche rock il successo della messa nuova sarebbe stato così planetario?


Il Melloni, come tutti i novatori, dice solo ciò che gli fa comodo per difendere le sue idee. Una cosa però la riconosce e bisogna dargliene atto quando afferma che è facile parlar male della "messa bruttina".

Matz ha detto...

Personalmente sono (questa volta) d'accordo con Melloni.

Il problema è che si attribuisce al concilio lo svilimento della liturgia, attribuzione pretestuosa, derivante da un ragionamento "post hoc, ergo propter hoc". Non abbiamo modo di sapere se tale svilimento non sarebbe avvenuto (magari anche in modo peggiore) anche senza la riforma conciliare.

Non facciamo poi di ogni erba un fascio: il fatto che esistano (non poche per la verità) situazioni in cui si svilisce la liturgia non significa che questa sia la regola generale di tutte le liturgie post-conciliare.

don Marco (filosofo e liturgista) ha detto...

ero incerto se dire qualcosa oppure no, visto che non sono a casa e leggo il blog con il portatile. Ma in fondo vista la superficialità del Melloni non penso che rispondergli richieda particolari attenzioni scientifiche.
Appena ho letto le sue amenità mi è venuto in mente quel testo che si legge durante gli ultimi giorni che precedono il Natale: ... Oracolo di Balaam figlio di Beor e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante..... (cito a memoria); lui doveva maledire ma in realtà canta un poema in positivo.
Esordisce col dire che parlare male della Messa del post Concilio LO SAN FARE TUTTI. Appunto, non trova, caro Melloni, che ci sia qualcosa che non va??

Quello che avevano in mente i Sommi Pontefici da lei menzionati non è certo quel che si vede nelle nostre Chiese oggi. Il Movimento liturgico tanto citato non aveva in mente tutte le amenità che si vedono nelle Chiese.

Sulla questione del "novo cedat ritui" penso che fa torto alla sua intelligenza se pensa di liquidare il problema così superficialmente. Ammettiamo pure per ipotesi che il nuovo rito abolisce il precedente, cosa che io penso e di cui sono convinto pur non essendo giurista ma liturgista, se in una Repubblica un governo abolisce e rimette leggi e norme fatte dai predecessori non pensa che il Papa, monarca assoluto, ha la facoltà di fare altrettanto? Non si tratta di materia di fede ma solo di strutture rituali, e viste le bizzarre celebrazioni che nulla hanno a che vedere col Messale di Paolo VI ma esprimono solo fantasie bacate di questo o quello, non può fare qualcosa in senso contrario il Pontefice regnante?

Meno male che non ha accostato Haydn alle chitarre, non glielo avrei perdonato!!

Guardi che la Messa bruttina è quella che dice a Gesù io io non l'altra. Questi preti che sembrano delle veline, che non stanno mai zitti, che dicono le più grosse cemenze perchè sono ignoranti, che han tolto il crocifisso per mettere se stessi al centro della scena ecc. ecc.

Insomma caro Melloni, volev dire una cosa ma ha detto esattamente il contrario, ha dimostrato, senza particolari argomenti che qualcosa non funziona, ma le assicuro che lo avevamo capito da tempo, non er necessario un suo inutile e banale intervento!!!

Il libro di Mosebach non l'ho letto, mi sono attenuto aglio stralci pubblicati da Raffaella, onestamente su alcune cose mi lascia perplesso....... definire eretico un Papa è un pochino esagerato, ma penso che voglia dire altro, ma non conosco bene questo scritto.

Cmq se lei risolve tutto a pizzi e trine temo che abbia capito poco della Messa, confonde il bello come valore ontologico con l'estetico che è una cosa completamente diversa e da quel che scrive si capisce in modo chiaro e netto.

Preferisco una liturgia più austera, diciamo pure verticale, ad una liturgia banale, sciatta, stonata, che offre a Dio il peggio del peggio, cosa che Haydn non ha fatto, e se non lo ha fatto lui, proviamo a non farlo nemmeno noi, io non mi reputo un vicino di casa del padreterno, nè un suo collega ma un umile servitore, e mi è chiesto di servire non di essere sfrontato davanti a Lui.

Melloni, come al solito ha perso una ulteriore occasione per stare zitto!!!!

brustef1 ha detto...

1)quello di Mosebach non è un pamphlet, ma un saggio imponente (nella sostanza) e ben documentato 2)l'articoletto acido di Melloni certo non smonta un'opera così importante 3)la Provvidenza (con la P maiuscola) non è né timida, né vendicativa: semplicemente E', e non saranno i melloni a contrastarne le opere

euge ha detto...

Grandissimo!!! Don Marco!

Approvo e sottoscrivo.

Anonimo ha detto...

Ho letto il libro di Mosebach in inglese e suggerisco a tutti coloro che sono interessati nella Santa Litugia di leggerlo. Il libro è un fatto rivelatore e mi ha fatto capire che tanti disagi che ho avuto per anni durante certe messe (sappiamo tutti di che cosa parlo)non erano le mie preferenze personali o opinioni soggetive..ma reazioni (una grazia) alla devastazione del sacro nella messa e perdita della identità Cattolica nelle parrochie e nelle scuole. SAVE THE LITUGY = SAVE THE WORLD per citare il famoso Father Z. of "What does the prayer really say" blog!

Per Don Marco,
Mi pare che Mosebach non ha chiamato il Papa Paolo VI un eretico ma egli spiega le radice della parola "tiranno" (tyrannis)quando un sovrano rompe un tradizione "fa un atto di tirannia"
Mosebach applica questa nozione alla impostazione dell nuova messa. Comunque, il libro non è il Vangelo, si puo discuterne certi punti, ma è una lettura affascinante e vale la pena a procuralo! Barbara

P.S. complimenti per "a great blog" Raffaella!

Raffaella ha detto...

Grazie :-))
R.

Matz ha detto...

Il modello della nuova liturgia è il tavolo presidenziale di una riunione di partito o di una associazione con microfono e fogli, a sinistra sta un vaso ikebana con piante esotiche bizzarre di colore arancio con vecchie radici, a destra si trovano due luci da televisione posate su candelieri fatti a mano. Con dignità e raccoglimento, i membri del consiglio di amministrazione guardano il pubblico, come i chierici durante una concelebrazione. Una tale assemblea, regolata da un democratico ordine del giorno, è il fenotipo della nuova liturgia, e questo non è altro che una conseguenza inevitabile del fatto che chi non vuole il mistero sovratemporale, questi inevitabilmente approderà alla realtà politica e sociale

Non ho letto il libro ma se questo è un estratto di questo, allora rappresenta una realtà distorta, distorta almeno nella sua generalizzazione.

Certo è facile criticare la nuova liturgia: basta prenderne le peggiori espressioni e sostenere che tutte le messe sono così. Così si fa lo stesso errore di chi generalizza il devozionismo freddo che esisteva prima del concilio ma, ovviamente, non era la regola generale.

Mi dispiace che per tanti l'unico modo di amare la liturgia sia quella del ritorno al pre-concilio. Questa è una fuga, e la carità non fugge, nemmeno davanti alle tnate difficoltà che la nostra Chiesa ha dvanti oggi.

Anonimo ha detto...

Francesco Colafemmina in Fides et Forma su Melloni vs Mosebach.
Alessia

brustef1 ha detto...

La divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo non è cambiata di una virgola e le chiese ortodosse sono sempre piene, né vi sono istanze "dalla base" perché cambi (e comunque la liturgia cattolica non è cambiata per istanze della base, bensì per "tirannide", come spiega Mosebach). Ma se si porta questo esempio il clero austriaco è capace di sostenere che è merito dei pope sposati

don gianluigi ha detto...

Caro Matz, mi pare che qui, finora, nessuno rivendica un ritorno al preconcilio, ma il recupero della liturgia come avrebbe dovuto essere secondo la vera riforma iniziata con Pio X, sostenuta da Pio XII e approdata al Concilio che tutt'altro rispetto al teatrino che spesso si vede oggi.

massimo ha detto...

"l'ultimo prete per tante parrocchie......"
bravo melloni,qualcuno ha scritto e dice che sei un professore,un intellettuale cattolico.....ma questo articolo è roba da "bar sport" e mi fermo qui.
sono deluso da bologese,ma capisco oggi le ragioni dell'emergenza educativa,del relativismo dello stato pèietoso della mia città.....se questi sono i maestri e gli intellettuali .........