domenica 28 dicembre 2008

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO :-)

Carissimi amici del blog, i migliori auguri per uno splendido 2009! Ci rileggiamo il 2 o il 3 gennaio :-)
Un abbraccio a tutti
. Raffaella

Il 2008 di Papa Benedetto: l'anno della "svolta" nella continuità (Raffaella)


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FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Cari amici, dopo il bilancio del rapporto del Papa con i media o, meglio, dei media con il Papa, possiamo con il massimo dell'umilta' provare a tracciare un bilancio dell'anno 2008 per il Santo Padre.
A mio avviso si e' trattato di un periodo di svolta ancorato nella continuita' e nella migliore tradizione della Chiesa.
Benedetto XVI ha fatto molto ed ha raccolto i frutti della semina dei tre anni precedenti.
Grazie all'intelligenza di molti si e' arrivati a risultati decisivi.
Per esempio nel rapporto con i fratelli ortodossi.
Purtroppo il 2008 e' stato l'anno della scomparsa di Alessio II, ma la trama del dialogo con l'ortodossia russa non si fermera' e speriamo di vedere, nel 2009, lo storico incontro fra il Vescovo di Roma e il Patriarca di Mosca.
Con Bartolomeo I siamo arrivati ad un dialogo straordinario grazie al quale e' stato possibile per il Papa ed il Patriarca ecumenico aprire insieme l'Anno Paolino e tenere insieme l'omelia nella Solennita' dei Santi Pietro e Paolo.
Non possiamo dimenticare che lo stesso Bartolomeo I ha tenuto una splendida lezione nella Cappella Sistina in occasione del Sinodo dei Vescovi e che tanti sono stati gli scambi fra Roma e Costantinopoli.
Anche i rapporti della Chiesa Cattolica con l'Islam si sono intensificati e sono giunti ad importanti punti di svolta. Penso soprattutto al forum cattolico-islamico ed agli importanti scambi di messaggi fra il Papa e rappresentanti del mondo musulmano.
Il dialogo appare franco e sincero, non un semplice scambio di cortesie e di saluti affettuosi.
Finalmente si puo' parlare di tematiche importanti in tutta onesta'.
Non dimentichiamoci, pero', che, nonostante cio' che continui ad affermare qualche solone, tutto cio' non sarebbe stato possibile senza la lectio magistralis di Ratisbona che prima o poi dovra' essere qualificata con l'aggettivo giusto: profetica!
Nel 2008 Benedetto XVI ha pronunciato discorsi ed omelie eccezionali che segneranno il suo Pontificato.
Ricordiamo la lectio mai pronunciata alla Sapienza, il discorso all'Onu e la lectio al mondo della cultura a Parigi.
Non possiamo non citare le udienze generali del 2008: il primo ciclo dedicato, come lo scorso anno, ai Padri della Chiesa ed il secondo all'Apostolo Paolo di cui celebriamo il bimillenario della nascita.
Non possiamo citare sicuramente tutte le omelie ciascuna delle quali ha una sua profondita' ed un radicamento nelle Scritture.
Importantissimo, a questo proposito, il tema del Sinodo dei Vescovi che ha visto, fra l'altro e per la prima volta, un Pontefice leggere in televisione la prima parte della Genesi.
Ricordiamo i viaggi in Italia, tutti rivelatisi grandi successi nonostante le premesse mediatiche fossero, in alcuni casi, sfavorevoli.
Penso soprattutto alla bellissima visita a Genova.
Ricordiamo i grandi incontri del Papa con i Giovani: a Roma, a New York, a Savona, a Genova, a Brindisi, a Sydney, a Cagliari, a Parigi.
Non possiamo non ringraziare Benedetto XVI per i tre viaggi internazionali del 2008, forse i piu' importanti del suo Pontificato: negli Usa, in Australia ed in Francia.
Non vi nascondo che ero molto preoccupata soprattutto perche' sapevo che le insidie mediatiche erano enormi.
Il Papa ha pero' stupito tutti toccando il cuore dei fedeli.
Dobbiamo sempre avere fiducia nel prossimo.
Non e' vero che tutti si lasciano condizionare da preconcetti e pregiudizi. Iniziamo a confidare nell'intelligenza del prossimo.
Il Papa e' riuscito a conquistare la mente e l'anima dei fedeli e dei semplici cittadini, poi sono arrivati i media...
Di solito i "grandi" politici o le rockstar fanno il contrario: prima si procurano buona stampa e poi partono alla conquista.
Anche in questo il Papa va controcorrente :-)
Sono particolarmente felice per il fatto che grazie ai viaggi del Papa negli Usa e in Australia inizi a rimarginarsi la grave ferita della pedofilia nella Chiesa.
Benedetto XVI non avrebbe potuto fare di piu'...
Rileggiamo lo speciale del blog.
Anche la chiesa italiana e' chiamata a fare la sua parte cosi' come le chiese locali in tutto il mondo.
Grande importanza ha rivestito nel 2008 il recupero della bellezza liturgica: Mons. Marini ha spiegato piu' volte, anche stamattina, il significato di certi gesti e di certe scelte.
Personalmente sono impressionata dall'importanza attribuita nuovamente all'adorazione del Santissimo Sacramento.
Lo abbiamo visto nella Veglia di Sydney ed a Lourdes e nella processione del Corpus Domini.
Quelle immagini e quel silenzio bastano da sole a descrivere la "potenza" di quei momenti. Non servono molte parole.
Un anno importante, questo 2008, per Papa Benedetto XVI ed un periodo fondamentale per noi fedeli.
Ho voluto scrivere questa riflessione dopo il bilancio sui media perche' e' la bellezza e la positivita' che deve rimanere come ricordo dell'anno appena trascorso.
Abbiamo imparato molto e avremo ancora moltissimo da apprendere.
Auguro a tutti voi ed al Santo Padre in particolare uno splendido 2009!
Un abbraccio
Raffaella

Dal Papa allarme per i precari: "Serve un lavoro dignitoso"


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MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA BENEDETTO XVI (25 DICEMBRE 2008)

Durante la Messa di Natale una donna ha scavalcato le transenne per raggiungere il Papa. Prontamente fermata dalla sicurezza

Folla in piazza San Pietro per la benedizione «Urbi et Orbi». Il Papa lancia vibranti appelli per la pace

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FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Benedetto XVI torna sulle conseguenze della crisi

Appello affinchè le condizioni siano corrette

Dal Papa allarme per i precari
"Serve un lavoro dignitoso"


CITTA' DEL VATICANO

Benedetto XVI torna sulle conseguenze della crisi nel mondo del lavoro, dopo gli appelli di alcuni vescovi italiani e l'iniziativa del cardinale Tettamanzi di aprire un fondo per i cassintegrati milanesi.
Il Papa ha espresso oggi "preoccupazione per l'aumento di forme di lavoro precario" e ha lanciato un appello "affinchè le condizioni lavorative siano sempre dignitose per tutti".
Lo ha fatto dopo l'Angelus ricordando che "nella notte di Natale di 1968 Paolo VI celebrò la Santa Messa nello stabilimento dell'Italsider, oggi ILVA, di Taranto. Per commemorare quell'evento - ha aggiunto - l'arcivescovo di Taranto ha presieduto stamani nel medesimo luogo la Celebrazione eucaristica. A lui e a tutti i lavoratori - ha concluso - rivolgo il mio caloroso saluto".

© Copyright Repubblica online

Benedetto XVI ha espresso preoccupazione per l'aumento del lavoro instabile

Il Papa: «Troppi precari»

Appello del Pontefice «affinchè le condizioni lavorative siano sempre dignitose per tutti»

ROMA - Benedetto XVI ha voluto esprimere «preoccupazione per l'aumento di forme di lavoro precario» e ha lanciato un appello «affinchè le condizioni lavorative siano sempre dignitose per tutti». Lo ha fatto dopo l'Angelus ricordando che «nella notte di Natale di 1968 Paolo VI celebrò la Santa Messa nello stabilimento dell'Italsider, oggi ILVA, di Taranto. Per commemorare quell'evento - ha aggiunto - l'arcivescovo di Taranto, mons. Benigno Luigi Papa, ha presieduto nel medesimo luogo la Celebrazione eucaristica. A lui e a tutti i lavoratori - ha concluso - rivolgo il mio caloroso saluto».

© Copyright Corriere online

PAPA, BASTA PRECARIATO

(AGI) - CdV, 28 dic. - Benedetto XVI ha voluto esprimere oggi ''preoccupazione per l'aumento di forme di lavoro precario'' e ha lanciato un appello ''affinche' le condizioni lavorative siano sempre dignitose per tutti''. Lo ha fatto dopo l'Angelus ricordando che ''nella notte di Natale di 1968 Paolo VI celebro' la Santa Messa nello stabilimento dell'Italsider, oggi ILVA, di Taranto. Per commemorare quell'evento - ha aggiunto - l'arcivescovo di Taranto, mons. Benigno Luigi Papa, ha presieduto stamani nel medesimo luogo la Celebrazione eucaristica. A lui e a tutti i lavoratori - ha concluso - rivolgo il mio caloroso saluto''.

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Mons. Ravasi: Maria incinta di Gesù. Mistero e sacralità del concepimento (Osservatore Romano)

Messaggio natalizio di Benedetto XVI: la luce di Betlemme si diffonda nel mondo e risplenda dove prevalgono egoismi e violenza (Radio Vaticana)

Appello del Papa per la liberazione delle due consacrate italiane rapite in Kenya (Radio Vaticana)

Il Papa si fa portavoce dei bambini abusati (Zenit)

MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA BENEDETTO XVI (25 DICEMBRE 2008)

Durante la Messa di Natale una donna ha scavalcato le transenne per raggiungere il Papa. Prontamente fermata dalla sicurezza

Folla in piazza San Pietro per la benedizione «Urbi et Orbi». Il Papa lancia vibranti appelli per la pace

Il Papa: "Su ogni bambino c’è il riverbero del bambino di Betlemme. Ogni bambino chiede il nostro amore" (Omelia nella Solennità del Natale del Signore)

Benedetto, un Papa non moralista. Questo lo scandalo? (Marina Corradi)

Baget Bozzo: il Papa ostenta la sua personalità e obbliga tutta la Chiesa, vescovi e fedeli, a parlare il linguaggio del mistero e della liturgia

FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Benedetto XVI dovrebbe recarsi in Terra Santa a maggio

Il Papa: «Serve un sussulto di umanità»

«Imploro la fine di quella violenza che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua»

CITTA' DEL VATICANO - Dopo gli interventi internazionali, a cominciare da quello dell'Onu, è la voce del Papa a intervenire sulla scena di guerra che diventa sempre più drammatica, «tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie» a Gaza.
All’Angelus in piazza San Pietro Benedetto XVI chiede il ripristino della tregua nella Striscia ed afferma: «La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine! Violenza inaudita. Serve un sussulto di umanità».
Benedetto XVI, che dovrebbe recarsi in Terra Santa a maggio, ha poi detto: «Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie. Imploro la fine di quella violenza che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza».

© Copyright Corriere online

Papa implora fine violenza a Gaza

E chiede condizioni lavorative dignitose per tutti

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 28 DIC - Il Papa oggi ha implorato la fine della violenza in terra Santa e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza. Dopo l'Angelus ha chiesto ''un sussulto di umanita' e di saggezza in chi ha responsabilita' nella situazione'' e alla comunita' internazionale ''di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire dal vicolo cieco e a non rassegnarsi alla logica perversa della violenza''. E ha chiesto condizioni lavorative dignitose per tutti.

© Copyright Ansa

Gaza/ Papa: Basta violenza, serve un sussulto di umanita'

"Patria di Gesù non può essere testimone di spargimento sangue"

Città del Vaticano, 28 dic. (Apcom) - Appello del Papa per la fine del "tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie" a Gaza. All'Angelus in piazza San Pietro Benedetto XVI chiede il ripristino della tregua nella Striscia ed afferma: "La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine!". Benedetto XVI dovrebbe recarsi in Terra Santa a maggio.
"Cari fratelli e sorelle, la Terrasanta, che nei giorni natalizi è al centro dei pensieri e degli affetti dei fedeli di ogni parte del mondo, è nuovamente sconvolta da uno scoppio di inaudita violenza", ha detto il Papa rivolgendosi alle migliaia di fedeli raccolti sotto la finestra del suo studio nella piazza di San Pietro. "Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie. La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine! Imploro la fine di quella violenza - ha detto Benedetto XVI - che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza; chiedo un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi - come dicevo due giorni fa nel messaggio 'Urbi et Orbi' - alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato".
"Affidiamo a Gesù, Principe della Pace, la nostra fervida preghiera per queste intenzioni e a Lui, a Maria e Giuseppe, diciamo: 'O famiglia di Nazareth, esperta del soffrire, dona al mondo la pace'. Donala oggi soprattutto alla Terrasanta!".

© Copyright Apcom

Il Papa: "Imploro la fine della violenza, che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza"

Clicca qui per leggere le parole del Papa alla recita dell'Angelus.

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Un milione di fedeli a Madrid nella festività della Santa Famiglia (Osservatore Romano)

Corale risposta all'invito del cardinale Antonio María Rouco Varela

Un milione di fedeli a Madrid nella festività della Santa Famiglia

di Marta Lago

Una missione: dare una testimonianza d'amore. Una scuola: la Famiglia di Nazaret. È l'appello che, rivolto soprattutto alle famiglie cristiane, è risuonato nella madrilena Plaza de Colón durante l'Eucaristia per la festa della Santa Famiglia. Da ogni angolo della Spagna un milione di persone hanno risposto all'invito del cardinale arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale Antonio María Rouco Varela.
Al fine di celebrare "La famiglia, grazia di Dio", la manifestazione - nettamente pastorale - ha fatto di Madrid la capitale universale delle famiglie grazie al collegamento in diretta con il Papa durante la recita dell'Angelus. "Condividere tutto l'amore" è la dinamica familiare che permette di dare al mondo - ha detto Benedetto XVI in lingua spagnola - "una bella testimonianza dell'importanza della famiglia per l'essere umano e per la società". Alludendo al tema dell'incontro, il Papa ha definito la famiglia come "una grazia di Dio che mostra ciò che Egli stesso è: Amore", con i tratti caratteristici della gratuità e della fedeltà illimitata, "qualità che s'incarnano in maniera eminente nella Santa Famiglia". Il Santo Padre ha esortato le famiglie a non lasciare "che l'amore, l'apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono la vostra famiglia si snaturino".
Questa "festa emozionante per pregare per la famiglia e adoperarsi per essa con forza e speranza" ha visto al centro, vicino all'altare, una grande croce e l'immagine della Santa Famiglia con una frase di Giovanni Paolo ii: "Il futuro dell'umanità passa per la famiglia cristiana", frase che in diverse occasioni ha ripreso Benedetto XVI e che il cardinale Rouco Varela ha ribadito nella sua omelia.
Fra i concelebranti vi erano il cardinale Antonio Cañizares Llovera, nuovo prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale arcivescovo di Valencia, Agustín García-Gasco, e una trentina di vescovi, insieme a numerosi sacerdoti.
La cultura del relativismo egoistico e della morte costituiscono attualmente un'enorme sfida per la famiglia; "il linguaggio del creato è chiaro e inequivocabile rispetto al matrimonio" ha sottolineato il cardinale Rouco Varela: "Un uomo e una donna, la sposa e lo sposo che si amano per sempre e danno la propria vita!", sia nel reciproco e fedele dono di sé sia nella nascita dei figli. "Voi siete i preferiti del Signore!", ha detto il porporato ai moltissimi bambini presenti durante l'Eucaristia.
Ha anche ribadito la necessità che hanno i bambini di beneficiare dell'amore dei genitori, la necessità di essere educati conformemente alla dignità di cui godono fin dal loro concepimento nel grembo materno.
Se le sfide sono grandi, ancora più grandi sono le speranze per la famiglia, piena di possibilità che, fra gli applausi, ha elencato il presidente dell'episcopato spagnolo come urgenze: è possibile vivere il matrimonio e la famiglia "in modo molto diverso da quello di moda in tanti ambiti della nostra società", è possibile e "bello vivere il matrimonio e la famiglia come la Santa Famiglia di Nazaret", "è possibile e necessario rendere testimonianza dinanzi al mondo della gioia profonda e duratura che apporta la famiglia cristiana", "è possibile e urgente vincere la cultura della morte con la cultura della vita", "si può e urge vincere la cultura della competizione dura ed egoistica, dell'idolatria, con la cultura dell'amore vero", che fra l'altro configura la funzione essenziale della famiglia: "essere il canale principale affinché l'uomo" scopra che "la ragione d'essere della sua esistenza è l'amore".
Guida per la famiglia è la contemplazione costante di Maria e di Giuseppe, le cui volontà si abbandonarono con fiducia alla grazia di Dio. Il modello di Nazaret è il cammino sicuro perché mostra - ha osservato il cardinale arcivescovo di Madrid - "la possibilità di vivere la famiglia nell'integrità e nella bellezza del suo essere come comunità indissolubile di vita e di amore, fondata sul dono sponsale dell'uomo alla donna e della donna all'uomo, e per questo essenzialmente aperta al dono della vita: i figli".
È il "modello della vera famiglia", che si è voluto presentare e celebrare con l'Eucaristia poiché è "il Sacramento dell'Amore degli amori".
Sostegno saldo della celebrazione sono stati i movimenti ecclesiali che hanno partecipato alla Messa con le letture liturgiche, le preghiere e le offerte. La preghiera dei fedeli è stata introdotta da una sintesi dell'anno 2008, con le sue luci e le sue ombre: dalla calamità del terrorismo - dentro e fuori della Spagna - alla piaga dei cattivi trattamenti o al lutto arrecato a tante famiglie dall'incidente aereo nell'aeroporto della capitale. I Giochi Olimpici - è stato ricordato - hanno messo in primo piano la Cina, ma anche la questione del rispetto dei diritti umani in questo paese asiatico, soprattutto la libertà religiosa. L'anno che sta terminando ha visto inoltre il 30º anniversario dell'inizio del Pontificato del servo di Dio Giovanni Paolo ii, il 40º anniversario della promulgazione del Credo del popolo di Dio a opera di Paolo vi, il 60º anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
È stato anche l'anno dell'indimenticabile Giornata mondiale della gioventù di Sydney e della designazione di Madrid come prossima meta del grande pellegrinaggio di fede di centinaia di migliaia di giovani attorno al Papa.
A tutti è stata affidata la missione di "essere testimoni coraggiosi e instancabili del Vangelo della Famiglia, con le opere e con le parole, nella Chiesa e nel mondo, poiché - come ha ammonito il cardinale Rouco Varela - dal bene integrale della famiglia dipende la sorte di tutta la famiglia umana".

(©L'Osservatore Romano - 29-30 dicembre 2008)

Intervista a Mons. Guido Marini sulla liturgia e sul suo rapporto personale con il Papa (Il Tempo)


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DA DOMANI IL BLOG SI CONCEDE UNA PICCOLA VACANZA

Domani l'Angelus del Papa nella Festa della Santa Famiglia in videocollegamento con Madrid (Radio Vaticana)

Squarciato il velo di silenzio sulle suore rapite, il Papa: «Dio converta il cuore dei rapitori» (Giansoldati)

Dal Papa l’invito a vivere con coraggio il messaggio di speranza del Natale (Mazza)

Il 2008 di Papa Benedetto secondo l'agenzia Asca: un Pontefice non "star", ma un pastore non sempre compreso

Papa Ratzinger, appello per le suore rapite (Il Tempo)

Alain Besançon: Chiesa e sessualità nella storia (Osservatore Romano)

Il richiamo del Papa: il quotidiano sguardo della solidarietà (Rondoni)

La notizia che non troveremo sui giornaloni: boom di ascolti per la Messa di Natale ed il Messaggio "Urbi et Orbi"

A maggio Papa Ratzinger andrà in Terra Santa (Galeazzi)

Appello del Papa: «Liberate le suore rapite» (Il Giornale)

Mons. Ravasi: Maria incinta di Gesù. Mistero e sacralità del concepimento (Osservatore Romano)

Il Natale nella poesia liturgica di Romano il Melode: Adamo ed Eva alla grotta del nuovo bambino (Osservatore Romano)

Messaggio natalizio di Benedetto XVI: la luce di Betlemme si diffonda nel mondo e risplenda dove prevalgono egoismi e violenza (Radio Vaticana)

Appello del Papa per la liberazione delle due consacrate italiane rapite in Kenya (Radio Vaticana)

Il Papa: "A posteriori, si può dire che la testimonianza di Stefano fu decisiva per la conversione di San Paolo"

Forte appello del Papa per tutti i minori che nel mondo sono vittime di ingiustizie

Il Papa: la solidarietà è l'unica via

Il Papa si fa portavoce dei bambini abusati (Zenit)

MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA BENEDETTO XVI (25 DICEMBRE 2008)

Una donna scavalca le transenne per raggiungere il Papa: video CNN

Durante la Messa di Natale una donna ha scavalcato le transenne per raggiungere il Papa. Prontamente fermata dalla sicurezza

L’appello natalizio del Papa: solidarietà per superare la crisi

Folla in piazza San Pietro per la benedizione «Urbi et Orbi». Il Papa lancia vibranti appelli per la pace

Appello del Papa per la crisi economica: "Se vince l'egoismo, il mondo va in rovina"

Il Papa: "Su ogni bambino c’è il riverbero del bambino di Betlemme. Ogni bambino chiede il nostro amore" (Omelia nella Solennità del Natale del Signore)

Il presepe allestito in piazza San Pietro e nell'appartamento di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

NATALE 2008: TUTTE LE DIRETTE TELEVISIVE

Benedetto, un Papa non moralista. Questo lo scandalo? (Marina Corradi)

Baget Bozzo: il Papa ostenta la sua personalità e obbliga tutta la Chiesa, vescovi e fedeli, a parlare il linguaggio del mistero e della liturgia

FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, il giorno di Natale, con la mozzetta e la stola. Niente piviale, mitria o pastorale, trattandosi di una benedizione solenne che non comporta un particolare rito liturgico. Mozzetta e stola, dunque.

Così l'hanno seguito in centinaia di milioni di persone in ogni parte del mondo.

Una scelta di sobrietà e di essenzialità? No, semplicemente una ricerca di ordine, di pulizia anche nei paramenti nell'era della globalizzazione mediatica. Benedetto XVI guarda anche a questi particolari, attento a non ingenerare confusioni, a non annacquare soprattutto il mistero o la celebrazione dei sacramenti nel tritatutto delle immagini. Ma è sulla liturgia che l'attenzione papale è del tutto particolare. Bastava seguire, appena poche ore prima, il solenne rito della messa della notte di Natale per rendersene conto.
La «Kalenda» al termine della veglia e prima della liturgia; i lunghi silenzi; l'inginocchiatoio per i fedeli che facevano la comunione; il crocifisso al centro dell'altare e dei candelieri, belli ma forse ingombranti per la ripresa televisiva, l'omaggio floreale dei bambini collocato al termine della messa.
E le modifiche non si fermeranno qui. In questa partita sottile ha al suo fianco un monsignore giovane (43 anni) e «sottile» come Guido Marini, laureato in diritto canonico. Da quattordici mesi è il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Ha sostituito il vescovo Piero Marini, per anni al fianco di Giovanni Paolo II. Sacerdote genovese schivo, un po' timido, ma con le idee chiare e distinte. Un uomo pio, dolce e con un sorriso disarmante che te lo rendono immediatamente simpatico. Questa e una delle sue prime, rare interviste.

Monsignor Guido Marini, chi sono stati i suoi maestri?

«Quando sono entrato in seminario era arcivescovo il cardinale Giuseppe Siri. Sono stato ordinato sacerdote dal cardinale Canestri. Sette anni come segretario di Canestri e sette col cardinale Dionigi Tettamanzi. Il cardinale Tarcisio Bertone mi ha nominato responsabile dell'ufficio scuola dell'arcidiocesi, direttore spirituale in seminario dove insegnavo diritto canonico. Poi cancelliere della curia e prefetto responsabile della cattedrale. Col cardinale Tettamanzi ho iniziato i primi passi come cerimoniere».

«Liturgia culmine della vita della Chiesa, tempo e luogo di rapporto profondo con Dio», come dice Benedetto XVI. Da dove le è venuto questo amore per la liturgia?

«È stato un amore giovanile nel senso che la mia vocazione ha le sue radici nella liturgia; l'amore per il Signore è stato anche l'amore per la liturgia come luogo d'incontro col Signore. A Genova poi c'è sempre stato un importante movimento liturgico».

Suppongo che sia stato il cardinale Tarcisio Bertone, divenuto Segretario di Stato della Santa Sede a proporre il suo nome a Benedetto XVI.

«Sì, la proposta mi è arrivata tramite il cardinale Bertone. "Il Papa - mi ha spiegato - sta pensando al tuo nome"».

Col Papa bavarese, stiamo assistendo ad una operazione di restyling liturgico o a qualcosa di più profondo?

«È qualcosa di più profondo nella linea della continuità, non della rottura. C'è uno sviluppo nel rispetto della tradizione».

Da quando è arrivato lei i cambiamenti o le correzioni ci sono stati. Alcuni impercettibili, altri più vistosi.

«Il cambiamento è diversificato. Uno è stata la collocazione del crocifisso al centro dell'altare per indicare che il celebrante e l'assemblea dei fedeli non si guardano, ma insieme guardano verso il Signore che è il centro della loro preghiera. L'altro aspetto è la comunione data in ginocchio dal Santo Padre e distribuita in bocca. Ciò per mettere in evidenza la dimensione del mistero, la presenza viva di Gesù nella Santissima Eucarestia. Anche l'atteggiamento, la postura sono importanti perché aiutano l'adorazione e la devozione dei fedeli».

Papa Benedetto è il primo Papa che non ha nel suo stemma la tiara. Ha cambiato il pallio del suo inizio di ministero apostolico ed ha abbandonato il caratteristico pastorale, dell'artista Scorzelli, donato dai milanesi a Paolo VI. Quel pastorale a forma di croce fu usato anche da Papa Luciani e da Giovanni Paolo II. Papa Ratzinger ha scelto una ferula. Una semplice croce.

«Come dice lei, il pastorale papale è la ferula, la croce senza il crocifisso, dando a questa un uso più consueto e abituale e non soltanto straordinario. Accanto a tale considerazione si è imposta una questione pratica: un pastorale più leggero e lo abbiamo trovato nella sacrestia papale».

Abbiamo già accennato all'introduzione del silenzio nella messa. A Roma, al centro della cristianità, le liturgie appaiono nella loro splendida solennità. E la lingua di Cicerone, il latino, svetta su tutte. Poi si pensa ad anticipare il segno della pace e ad un saluto finale diverso da parte del celebrante. L'intenzione è quella di recuperare in pieno il carattere non arbitrario del culto. La creatività e spontaneità come una minaccia.

«Non sarei così drastico e non mi piace neppure l'espressione, usata da qualcuno, di "bonifica liturgica". È uno sviluppo che valorizza ulteriormente ciò che ha fatto egregiamente e per tanti anni, come maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, il mio predecessore, il vescovo Piero Marini. Le questioni da lei sollevate circa lo spostamento del segno della pace o altro non competono al mio ufficio bensì alla Congregazione per il Culto Divino e al nuovo prefetto, il cardinale Antonio Canizares. Io ho il compito di impegnarmi a realizzare in modo esemplare l'unità e la cattolicità di tutti coloro che partecipano alla celebrazione della Santa Messa papale».

Quando vedremo Papa Benedetto celebrare la messa in latino secondo il rito romano straordinario, quello di san Pio V? Il «motu proprio» io, personalmente, l'ho interpretato come un atto di liberalità, di apertura, non di chiusura.

«Non lo so. Molti fedeli si sono avvalsi di questa possibilità. Deciderà il Papa, se lo crederà opportuno».

Nella «Esortazione Apostolica» post-sinodale sulla liturgia, Joseph Ratzinger si è soffermato su tanti aspetti. Ha persino proposto che le chiese siano rivolte verso oriente, verso la città Santa di Gerusalemme. Lui, un anno fa, ha celebrato messa nella Cappella Sistina con le spalle rivolte al popolo. Chi glielo ha proposto?

«Gliel'ho proposto io. La Cappella Sistina è uno scrigno di tesori. Sembrava una forzatura alterarne la bellezza costruendo un palco artificiale, posticcio. Nel rito ordinario, questo celebrare "con le spalle rivolte al popolo", è una modalità prevista. Però sottolineo: non si voltano le spalle ai fedeli, bensì celebrante e fedeli sono rivolti verso l'unico punto che conta che è il crocifisso».

«Il Papa veste Cristo non Prada» si è letto addirittura su «L'Osservatore Romano». Il look di Benedetto XVI colpisce e intriga. Paramenti, mitre, croci pettorali, cattedre su cui siede, mozzette e stole. Siamo di fronte ad un Papa elegante. È una invenzione giornalistica?

«Già dire "elegante", nel linguaggio di oggi, sembrerebbe significare un Papa che ama aspetti esteriori, mondani. Un occhio attento avverte che c'è una ricerca che sposa tradizione e modernità. Non è la logica di un improponibile ritorno al passato ma è un riequilibrio fra passato e presente. È la ricerca, se vuole, della bellezza e dell'armonia, che sono rivelazione del mistero di Dio».

Cosa vedremo in Camerun e in Angola? Le liturgie africane sono pittoresche, popolari, dove c'è una totalità che si esprime anche con la danza, i tamburi. Lei sarà messo alla prova…

(Ride). «Solo adesso stiamo preparando il viaggio. Cercheremo di mettere insieme ciò che vale per tutti con le tradizioni locali. Con la sua sola presenza il Papa richiama la Chiesa, una, santa, cattolica. Troveremo la sintesi fra ciò che unisce la Chiesa sul rito romano e aspetti tipici, sensibilità culturali. Inculturazione della fede e della liturgia e dimensione universale».

La liturgia è un sedimentato, un patrimonio millenario. Il messale è intessuto di citazioni dalla Bibbia ai Padri della Chiesa dell'Oriente e dell'Occidente. Salmi responsoriali, orazioni o collette, il sacramentario che è la parte centrale della messa. È un patrimonio intoccabile. Ogni volta che c'è una celebrazione lei si consulta col Papa? Che tipo di comunicazione c'è?

«Molto semplice. Il Papa viene interpellato nelle cose rilevanti e prima di una celebrazione ha tutti i testi. Di solito, gli inviamo delle note scritte e lui risponde per iscritto, di suo pugno».

Lei sta facendo un'esperienza forte e straordinaria. Episodi che l'hanno toccata?

"Sì, è una esperienza forte. Mi ha colpito il viaggio del Papa negli Stati Uniti. Essendo il mio primo viaggio internazionale col Santo Padre c'era il sapore della novità. Un viaggio emozionante per l'affetto e il calore, per il clima spirituale. E mi ha colpito la consegna del pallio, in giugno, ai metropoliti. Un metropolita si è rivolto così al Papa in ginocchio: "Padre Santo, vengo da una diocesi in cui il mio predecessore ha patito il martirio per la fede. Preghi per me perché anch'io possa essere un martire". Ho capito ancora di più cosa significa essere Chiesa».

C'è grande sintonia, feeling fra lei e il Papa?

«Da parte mia è assoluta».

Come definirebbe Papa Benedetto XVI, lei che ha fortuna di stargli accanto?

«Unisce ad una eccezionale levatura intellettuale una grandissima semplicità e dolcezza. È un tratto caratteristico della sua figura spirituale e umana. È una realtà che verifico e tocco con mano. Il fatto di essere vicino al Papa, a questo Papa, è una grande grazia per il mio sacerdozio».

© Copyright Il Tempo, 28 dicembre 2008 consultabile online anche qui.

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QUANDO L’ATTACCO ALLA CHIESA ARRIVA DALLA CHIESA

di Massimiliano Lussana

Non è un dogma, è un fatto. La Chiesa è al centro di un attacco concentrico. E, in mezzo a questo attacco, ci finiscono tutti i nostri valori, le nostre tradizioni, le nostre radici, la nostra cultura, la nostra fede. In un tritacarne che non risparmia niente e nessuno e distorce tutto per attaccare il clero: dal Papa, in giù.

Ma, proprio perché la Chiesa e le nostre radici sono al centro di questo attacco fortissimo e trasparente - che parte dall’Onu, per arrivare all’Unione Europea, per finire ai media e al politicamente corretto come unico metro di valore e di pensiero - sarebbe il caso che la Chiesa e il clero non si accodassero a quest’opera di demolizione sistematica delle nostre radici e delle nostre tradizioni. E invece.

Invece, spesso, quell’opera parte direttamente dai pulpiti, dalle sacrestie, dagli altari. In una specie di ansia di anticlericalismo clericale che distrugge tutto e tutti. Spesso, spessissimo in buona fede. Ma, altrettanto spesso, spessissimo alla disperata ricerca di visibilità che distrugge le fondamenta su cui sono costruiti quegli altari.
Il caso del rappresentante islamico di Ravenna che si è detto favorevole ai presepi aboliti anche dai cattolici ravennati «per non urtare la sensibilità degli islamici», è la cartina di tornasole di ciò che sta succedendo. Un crescendo che ogni giorno si arricchisce di nuovi episodi: le moschee nei presepi, ormai, sono la normalità. Quando abbiamo dato per primi la notizia del sacerdote genovese che aveva messo una moschea nel suo presepe, non avremmo mai pensato che non si trattasse di un caso isolato. E invece.
Invece, in pochi giorni, la moschea all’interno del presepe è diventata una specie di simpatica tradizione. Ce n’è una a Venezia, un’altra a Sestri Levante, un’altra ancora chissà dove. Come se, insieme a buoi, asinelli, pastori, don Giuseppe e Marie, fosse obbligatorio metterci anche un minareto. Ma è mai possibile che non ci sia una via di mezzo fra dire che non è obbligatorio dichiarare guerra all’Islam e partire per una nuova Crociata alla ricerca di una nuova battaglia di Lepanto e piazzare una moschea in ogni presepe?
A Bergamo, invece, sono più tradizionalisti e la moschea non c’è. Ma, in compenso, non c’è neppure il bambinello. O, meglio, c’è ma è fuori dalla grotta, per provocazione nei confronti dei fedeli che non si prendono cura degli immigrati: «Gesù non ha paura di avvicinarsi agli emarginati, agli ultimi. E se non si sa accogliere lo straniero, non si può accogliere Gesù Bambino». Quindi, niente bambinello nella grotta.
Ora, si può discutere di tutto. Ma resta un fatto: se la Chiesa e la religione sono sotto attacco, forse varrebbe la pena di non minarle dall’interno, anche in buonissima fede.

Forse, varrebbe la pena di non abdicare al politicamente corretto, sempre e comunque.

Non vorremmo leggere che la prossima persona licenziata perché risponde al telefono «Buon Natale» anziché «Buone Feste», come è capitato in Florida, è la perpetua di un parroco.

© Copyright Il Giornale, 28 dicembre 2008 consultabile online anche qui.

Che dire? Sottoscrivo visto che e' cio' che denunciamo da mesi e mesi..
R.

sabato 27 dicembre 2008

Bilanci 2008, il rapporto dei media con il Papa: bene internet, benino (ino-ino) la tv, débâcle quasi assoluta per la carta stampata (Raffaella)


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FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Cari amici, siamo alla fine dell'anno ed e' tempo di bilanci.
Iniziamo con le note dolenti: il rapporto dei mass media con Papa Benedetto XVI.
Nel complesso, purtroppo, si tratta di un bilancio che chiude in passivo, molto negativo, anche se ci sono lodevoli ed apprezzabili eccezioni.
Questa riflessione non vuole dividere i buoni dai cattivi, gli onesti dai disonesti e gli affettuosi dai critici.
Qui non si attacca nessuno, non si fanno i nomi degli "imputati" e non si fa di tutta l'erba un fascio.
Non e' il lavoro dei giornalisti in discussione, ma il trattamento che i media riservano a Papa Benedetto XVI.
Spero che questo concetto sia chiaro: dobbiamo saper distinguere fra i giornalisti ed i giornali.
Lasciate, pero', che faccia alcuni nomi che non posso tacere: Andrea Tornielli, Stefano Maria Paci, Salvatore Izzo, Lucio Brunelli, Marina Ricci, Alessandra Buzzetti, Andrea Bevilacqua, Alberto Bobbio e Giacomo Galeazzi che dobbiamo sempre ringraziare per l'onesta' e l'obiettivita'.
Si tratta di un omaggio "al positivo" che sono felicissima di fare.

Complessivamente possiamo dividere i media in tre categorie: internet, tv e giornali.
Il bilancio della rete e' positivo perche', se e' vero che sul web si trova di tutto, non possiamo non ammettere che e' grazie ad internet se nel 2008 abbiamo avuto accesso diretto alle fonti.
Grazie ai siti online dei quotidiani, ma soprattutto grazie alle risorse di rete, al sito del Vaticano, a quello di Radio Vaticana, ora a quello di Avvenire ed a tanti altri spazi virtuali, ci e' stato concesso di leggere omelie e discorsi recenti o del passato. E' stato possibile consultare in tempo reale spiegazioni ed eventuali precisazioni della Santa Sede che sui giornali non hanno trovato spazio.
L'ultimo esempio riguarda la proposta francese sulla "depenalizzazione" dell'omosessualita': i media hanno ampiamente scritto, detto, criticato, senza mai citare in modo esplicito la "pietra dello scandalo", cioe' l'intervista a Mons. Migliore, e senza dare atto delle precisazioni della Santa Sede relegate, dopo giorni, in piccoli box o trafiletti.
In generale lo "stile" dei media, in particolare dei giornali, e' questo: sparare la notizia, recipire i commenti dei detrattori e presentare l'eventuale spiegazione come "marcia indietro" o "correzione di tiro".
Questa, a casa mia, non e' serieta'!
La rete ci ha invece permesso di accedere alle fonti in tempo reale.
Forse non e' un caso se nel 2008, per la prima volta, internet ha sorpassato la carta stampata negli Stati Uniti.
E ti credo!
Per quanto riguarda la televisione, possiamo tracciare un bilancio direi sufficiente ricavato dalla media fra i tg e le reti.
I telegiornali hanno avuto nel 2008 un buon comportamento salvo rare eccezioni: si e' data la notizia ed anche l'eventuale precisazione senza troppi ricamini.
Da segnalare, in particolare, l'ottimo lavoro di Skytg24 e del Tg2.
Il bilancio delle reti e' invece fortemente negativo: si e' parlato poco o nulla dell'attivita' del Santo Padre e fiction, approfondimenti e speciali vari (da "Porta a Porta" a "La storia siamo noi") hanno avuto come protagonisti Pontefici del passato.
Benedetto XVI, per le reti televisive, continua ad essere una sorta di "supplente".
Il bilancio medio della televisione e' quindi quasi sufficiente.
Adesso, cari amici delle tv, vi mostro dove c'e' ascolto (altro che filmetti ed isolotti!):

...a seguire per la “Benedizione Urbi et Orbi” che ha realizzato 3 milioni 364 mila con il 35.60.

(Dati ufficio stampa Rai)

Chiaro? Visto che si ragiona sempre in termini di share, come la mettiamo?

Lasciamo internet e la tv e passiamo al vero nocciolo della questione: la carta stampata!
Il 2008 dei rapporti fra i giornali e Benedetto XVI si chiude con un bilancio fortemente negativo.
L'anno e' iniziato malissimo ed e' finito, se possibile, ancora peggio!
Salvo lodevolissime eccezioni, i giornali hanno polemizzato per dodici mesi con il Santo Padre dando il peggio di se' quanto a scorrettezza e partigianeria.
E' solo di oggi l'amara constatazione: pochissimo spazio al Messaggio Urbi et Orbi di Benedetto XVI ignorato dai piu' a vantaggio di altre iniziative cardinalizie.
E' serio?
Ripercorriamo l'anno terribile nella speranza che il 2009 sia migliore anche perche', francamente, sara' difficile fare di peggio.
A gennaio iniziano subito le polemiche: si spara in prima pagina che il Papa ha detto Messa nella Cappella Sistina dando le spalle ai fedeli.
Si confondono i riti e si suggerisce al pubblico che Benedetto XVI abbia celebrato il Battesimo dei bambini secondo il rito tridentino.
Falso!
La Messa era in italiano (come puo' essere "tridentina"?) e il Papa era girato di spalle per pochissimo tempo per esigenze "estetiche" dovute al posizionamento dell'antico altare.
Nessuno riporta queste precisazioni generando confusione!
Rischiamo il bis anche quest'anno...prepariamoci!
L'apoteosi, pero', si ha a meta' mese quando un gruppetto ben organizzato di docenti e "studenti" della Sapienza decide che Benedetto XVI non avrebbe dovuto intervenire all'inaugurazione dell'anno accademico.
Il motivo? Un discorso dell'allora cardinale Ratzinger del 1990 che riporta una citazione di Feyerabend.
Copiando ed incollando da Wikipedia, compiendo un errore clamoroso, gli illuminati sapienti attribuiscono a Joseph Ratzinger la frase di un altro intellettuale.
Un famoso quotidiano da' ampio spazio alla protesta (senza smentire lo scivolone) seguito da tutti gli altri.
Anche il telegiornale piu' seguito d'Italia da' voce ai contestatori e non alle spiegazioni che si trovano persino sulla rete, persino su questo blog!
Solo il Tg2 in quel frangente spiega che cosa il Papa abbia realmente detto nel 1990!
Si crea una confusione incredibile, c'e' il rischio che la situazione degeneri ed il Papa rinuncia alla visita alla Sapienza.
Apriti Cielo: il giorno dopo quegli stessi giornali, editorialisti, giornalisti, commentatori, che fino a poche ore prima avevano soffiato sul fuoco, si strappano (chi li ha) i capelli, scrivono articoloni, si stracciano le vesti, ma la frittata e' fatta: figuraccia per la Sapienza, Angelus "riparatore" per il Papa che, nel suo discorso, spiega bene a noi italioti chi sia e che cosa faccia un vero docente universitario.
Risultato: mai come quel giorno mi sono vergognata di essere italiana!
Nei giorni successivi alla rinuncia, i giornali cercano un modo per addossare la colpa al Papa che, in fondo, ha rinunciato volontariamente!
Per fortuna Bechis e Tornielli ci fanno sapere che, in realta', il Vaticano e' stato "consigliato" di far ammalare il Papa.
Proteste dell'allora governo che durano poche ore: l'esecutivo fa la stessa fine degli illuminati sapienti.
Senza rimpianti, con un po' di sollievo...
Marzo: i giornaloni protestano perche' il Papa non lancia appelli a favore del Tibet.
Benedetto XVI, alla prima occasione, parla da padre alle parti in causa, ma i giornali se ne fatto un baffo.
Considerazione: quando saranno i Cristiani dell'Orissa a finire perseguitati e bruciati, nessun quotidiano protestera' per il silenzio del Dalai Lama che pure vive in India.
Ennesimo zappone incoerente sui piedi!
Durante la Veglia Pasquale il Papa battezza Magdi Allam.
Apriti Cielo: nessuno spende una parola buona per il nuovo fratello in Cristo e la maggiorparte dei quotidiani e degli editorialisti, anche cattolici, se la prende con il Papa non religiosamente corretto!
Poi, pero', quando ci sara', nel novembre 2008, lo storico forum cattolico-islamico i giornaloni ignorereranno completamente l'evento.
Stesso iter per il Sinodo: ampio spazio alle polemiche su Pio XII da parte del rabbino invitato che, con sgarbo diplomatico, mette in imbarazzo l'ospite.
L'argomento del Sinodo, cioe' la Parola di Dio? Poche, ma non sentite parole...
Il Papa scrive una lettera-prefazione a Marcello Pera.
Apriti Cielo: si tratta di un Pontefice che vuole demolire il dialogo.
Peccato che gli islamici abbiano invitato a riflettere ed a leggere bene lo scritto del Papa e gli Ebrei abbiano applaudito a Benedetto XVI.
Questo pero' non basta: in fondo Joseph Ratzinger, in quattro anni, ha pensato solo di cambiare le divide della gendarmeria.
A ottobre Benedetto visita Pompei e si permette di non pronunciare la parola "camorra": ma come osa?
Titoloni e riflessioni non su che cosa il Papa ha detto ma sulla parola che non ha pronunciato.
Vogliamo parlare dei viaggi all'estero?
Con malcelato godimento, i media prospettano tre viaggi catastrofici: Usa, Australia e Francia.
Ci si sfrega le mani gia' all'inizio dell'anno immaginando contestazioni, piazze e stadi vuoti.
Ahime', le cose non vanno cosi' e allora si aggiusta la tattica: si ignorano gli eventi o si creano polemiche laddove non esistono.
Negli Usa la piaga dei preti pedofili e' un dato di fatto.
Benedetto XVI, con grande umilta' e delicatezza, afferma: "Io mi vergogno", assume su di se' il peso di quelle nefandezze pur non avendone alcuna colpa.
Quella frase colpisce profondamente gli Americani che abbandonano immediatamente le sciocchezze ed i pregiudizi mediatici su Benedetto XVI riservandogli un'accoglienza senza precedenti.
Il viaggio negli Usa si rivela un vero trionfo: i media americani, sotto choc, si "convertono" e aprono il cuore al Papa fino a quel momento vilipeso.
I giornali italiani si perdono in polemiche sciocche sull'accoglienza riservata da Bush al Papa.
Provincialismo, superficialita'...
Ci si concentra praticamente solo sui preti pedofili tralasciando gli altri importantissimi discorsi del Santo Padre, a partire da quello all'Onu.
Grazie ad internet siamo informati in tempo reale su tutto e seguivamo il viaggio nei minimi dettagli.
Ci accorgiamo, in quel momento, di poter fare a meno dei giornaloni, salvo eccezioni.
E' la prima volta ed e' una bella "scoperta".
Il viaggio a Sydney conferma ed accentua questa impostazione.
Non abbiamo ancora capito come mai i giornali abbiano mandato inviati in Australia per poi non scrivere nulla dei discorsi e degli incontri del Papa.
Solo internet, in particolare il Sir, ci offrono un'informazione dettagliata.
Dopo giorni e giorni i quotidiani trovano la loro polemica dando voce alle vittime dei preti pedofili non ancora ricevuti dal Papa.
Articoli su articoli e "rimbrotti" al Papa che non riceve le vittime.
Benedetto XVI incontra un gruppo di persone prima di ripartire.
Aspettiamo ancora che un famoso giornale riporti la notizia.
Per il viaggio a Sydney la rete e' la prima fonte di informazione.
Va un po' meglio con il viaggio in Francia che registra, tuttavia, la débâcle delle previsioni: quello che doveva essere un insuccesso annunciato, si trasforma nel piu' grande evento del 2008 con migliaia e migliaia di persone che accolgono festanti Benedetto XVI a Parigi ed a Lourdes.
Le liturgie sono splendide, i discorsi e le omelie eccellenti.
Ma per qualcuno il Papa pensa solo alla Messa tridentina ed alla divise...
Piazza di Spagna era stracolma come mai in questi ultimi anni, ma i giornali hanno taciuto. Perche'?
Eppure il Papa ha fatto un discorso "sociale".
Come mai e' stato ignorato? Come mai lo si rimprovera quando parla di vita e di famiglia e poi non si riporta cio' che dice sulla disoccupazione?
E' troppo comodo e anche un po' meschino!
Arriviamo poi a fine anno quando il desiderio di attaccare il Papa su piu' fronti diventa fin troppo palese.
Lo si accusa di tutto: da Eluana, alla Dignitas personae, alle interviste di Mons. Migliore e Mons. Amato dimenticando che ciascuno, nella Chiesa, deve assumersi le proprie responsabilita'.
Assistiamo ancora, e ancora, e ancora, e ancora, una volta al solito giochetto: i documenti scritti da Joseph Ratzinger sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II ed approvati da quest'ultimo ricadono sotto la responsabilita' di quel "cattivone" dell'allora Prefetto (il Papa e' "innocente").
MA i documenti scritti dai vari Prefetti e collaboratori di Benedetto XVI ed approvati da quest'ultimo ricadono sotto la responsabilita' dell'attuale Pontefice (Papa Benedetto e' sempre colpevole).
C'e' poi un curioso fenomeno esilarante: i documenti scritti da Joseph Ratzinger, cardinale, e giudicati "buoni e giusti" dai media sono merito di Giovanni Paolo II che li ha approvati.
Non e' una cosa divertente? No? Avete ragione...e' ridicola :-)
Io non so sinceramente come mai alcuni giornalisti della carta stampata provino tanta antipatia per Benedetto XVI, ma una cosa e' certa: il giochino e' ormai palese ed e' fin troppo semplice smascherarlo.
Personalmente non chiedo e non pretendo che i vaticanisti, i giornalisti, i commentatori e gli editorialisti siano sempre d'accordo con Benedetto XVI.
Il diritto di critica e' sacrosanto, ma serve una certa onesta' e soprattutto occorre liberarsi dai pregiudizi.
Va bene fare qualche confronto fra il Papa regnante ed i suoi predecessori ma la nenia non puo' diventare il leif motiv di ogni commento ed articolo!
C'e' qualcuno che vive di ricordi perenni, ma la cosa sta iniziando a stancare anche perche' e' infantile continuare a fare confronti.
Non rende giustizia, in particolare, a Giovanni Paolo II.
E' triste che, per esaltarlo, si senta il bisogno di confrontarlo con quel "cattivone" del suo successore.
Non si elogia una persona tentando, invano, di demolirne un'altra.
Cosi' facendo si ottengono solo due risultati: si ricorda superficialmente e mediaticamente Giovanni Paolo II di cui ormai non si citano piu' nemmeno i testi e si induce chi vuole bene a Benedetto XVI a mettersi sulla difensiva ricorrendo, parallelamente, al confronto anche in modo pungente, rammentando che molti dei testi scritti negli ultimi trent'anni sono farina del sacco ratzingeriano.
Le persone sono diverse: ciascuno di noi e' unico.
Grazie a Dio!
Benedetto XVI non e' e non sara' mai Giovanni Paolo II cosi' come quest'ultimo non era e non avrebbe mai potuto essere Joseph Ratzinger!
Rispettiamoli entrambi e ne avremo tutti giovamento.
Non e' sicuramente affermando che Papa Wojtyla era bravo perche' rispondeva ai giornalisti in aereo o perche' sapeva sciare o nuotare che gli si rende un servizio.
Mi dispiace molto questo atteggiamento dei media.
E' un vero peccato che non si pongano nemmeno il problema di raccontare Benedetto XVI come egli e' in realta'.
Certo, ormai ci sono mezzi alternativi, soprattutto internet, ma la carta stampata dovrebbe fornire riflessioni ed informazioni, non pregiudizi.
Il bilancio di quest'anno e' fortemente negativo non tanto e non solo per quello che si e' scritto ma per come lo si e' scritto: con livore, spesso con superficialita', senza tatto ne' sensibilita'.
Dubito che l'atteggiamento cambiera' nel 2009 anche perche' Benedetto XVI non puo' essere il Papa "benedetto" dai media: egli non e' mediaticamentepoliticamentereligiosamente corretto, non strizza l'occhio ai giornalisti, non manda veline, non ha bisogno che i giornali lo esaltino per ottenere consenso.
In altre parole: e' un uomo libero, profetico, combattivo, a cui piace andare controcorrente.
Esce da tutti gli schemi ed e' imprevedibile.
Questo suo essere "sfuggente" affascina i fedeli ma spiazza i media che, ovviamente, non lo capiscono o fanno finta di non capirlo.
Speriamo di tracciare un bilancio migliore nel 2009.
Per adesso, mi duole dirlo, i conti sono in "rosso", viziati dagli assillanti confronti e dagli incrollabili pregiudizi.
Anche i giornali dovrebbero imparare a "stupirsi"!
Saluti

Raffaella

DA DOMANI IL BLOG SI CONCEDE UNA PICCOLA VACANZA

Cari amici, domani pomeriggio partirò per una breve vacanza innevata che non mi permettera' di collegarmi via internet. Tornero' venerdi' 2 o sabato 3 gennaio.
Ci sara' tempo e modo di farci gli auguri per il 2009, ma volevo anticiparvi questa piccola "sospensione" dell'attivita' del blog :-))

Raffaella

Domani l'Angelus del Papa nella Festa della Santa Famiglia in videocollegamento con Madrid (Radio Vaticana)


Vedi anche:

Squarciato il velo di silenzio sulle suore rapite, il Papa: «Dio converta il cuore dei rapitori» (Giansoldati)

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Il 2008 di Papa Benedetto secondo l'agenzia Asca: un Pontefice non "star", ma un pastore non sempre compreso

Papa Ratzinger, appello per le suore rapite (Il Tempo)

Alain Besançon: Chiesa e sessualità nella storia (Osservatore Romano)

Il richiamo del Papa: il quotidiano sguardo della solidarietà (Rondoni)

La notizia che non troveremo sui giornaloni: boom di ascolti per la Messa di Natale ed il Messaggio "Urbi et Orbi"

A maggio Papa Ratzinger andrà in Terra Santa (Galeazzi)

Appello del Papa: «Liberate le suore rapite» (Il Giornale)

Mons. Ravasi: Maria incinta di Gesù. Mistero e sacralità del concepimento (Osservatore Romano)

Il Natale nella poesia liturgica di Romano il Melode: Adamo ed Eva alla grotta del nuovo bambino (Osservatore Romano)

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Appello del Papa per la liberazione delle due consacrate italiane rapite in Kenya (Radio Vaticana)

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Il Papa: la solidarietà è l'unica via

Il Papa si fa portavoce dei bambini abusati (Zenit)

MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA BENEDETTO XVI (25 DICEMBRE 2008)

Una donna scavalca le transenne per raggiungere il Papa: video CNN

Durante la Messa di Natale una donna ha scavalcato le transenne per raggiungere il Papa. Prontamente fermata dalla sicurezza

L’appello natalizio del Papa: solidarietà per superare la crisi

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Appello del Papa per la crisi economica: "Se vince l'egoismo, il mondo va in rovina"

Il Papa: "Su ogni bambino c’è il riverbero del bambino di Betlemme. Ogni bambino chiede il nostro amore" (Omelia nella Solennità del Natale del Signore)

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NATALE 2008: TUTTE LE DIRETTE TELEVISIVE

Benedetto, un Papa non moralista. Questo lo scandalo? (Marina Corradi)

Baget Bozzo: il Papa ostenta la sua personalità e obbliga tutta la Chiesa, vescovi e fedeli, a parlare il linguaggio del mistero e della liturgia

FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Domani l'Angelus del Papa nella Festa della Santa Famiglia in videocollegamento con Madrid dove sono attese migliaia di famiglie alla Messa del cardinale Rouco Varela

La Chiesa di ogni parte del mondo si appresta a celebrare domani la Festa della Santa Famiglia di Nazareth. Domani il Papa ne parlerà durante l'Angelus in Piazza San Pietro. Festa che, in particolar modo in Spagna, assumerà i contorni di un grande raduno della fede dal tema “La famiglia, grazia di Dio”, che vedrà Plaza de Colón, nel cuore di Madrid, gremita per la Messa presieduta dal cardinale arcivescovo della città, Rouco Varela. E per i fedeli spagnoli ci sarà anche l’opportunità di ascoltare in videocollegamento il saluto che il Papa rivolgerà loro durante la recita dell’Angelus. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:

Uomo, donna, il dono dei figli. Per un cristiano la famiglia non sarà mai “una costruzione sociologica casuale”, ma il modello scelto da Dio per realizzare il mistero dell’incarnazione di suo Figlio, la cui nascita ha reso quella di Nazareth un “prototipo” per tutte le famiglie cristiane. Sulla traccia di un magistero specifico tracciato con chiarezza da Benedetto XVI all’alba del suo Pontificato - e ribadito in innumerevoli circostanze, con accentuazioni diverse anche quest’anno - i cattolici di tutto il mondo tornano a riflettere, alla fine dell’anno, sul valore che la fede cristiana ha sempre attribuito alla dimensione familiare. Riecheggiando il Pontefice, il capo della Chiesa madrilena, il cardinale Antonio María Rouco Varela, ha scritto una lettera ai fedeli affermando che “la festa della Santa Famiglia invita tutti a ringraziare il Signore poiché ha voluto che suo Figlio Gesù vivesse in seno ad una famiglia e fosse modello per tutti nei rapporti familiari”. Un concetto ribadito dallo stesso arcivescovo di Madrid al microfono di Rafael Alvarez Taberner, della redazione spagnola della nostra emittente:

(parole in spagnolo)

“La problematica della famiglia ha grande rilievo in questo momento per la Chiesa: una Chiesa senza famiglie cristiane rischia di svanire come neve al sole e lo stesso destino è riservato alla società. La famiglia è un elemento fondamentale dell’antropologia cristiana ed è un segno fondamentale della dimensione sociale dell’uomo, e pertanto si trova anche nel sostrato dell’opera redentrice del Signore, che (…) si serve della famiglia, non ne prescinde”.

Roma e Madrid unite spiritualmente dal filo del pensiero di Benedetto XVI e quello dei vescovi e dei fedeli spagnoli, i quali domani per qualche minuto vedranno la loro bella Plaza de Colón trasformata in una “estensione” di Piazza San Pietro, grazie ai maxischermi. Ancora il cardinale Rouco Varela:

(parole in spagnolo)

“Sarà un’Eucaristia solenne che sarà preceduta da un collegamento con Roma, con le parole che il Papa pronuncerà, rivolto a noi, nel corso dell’Angelus. In questo modo noi potremo ringraziarlo. Le sue parole saranno illuminanti e daranno coraggio al popolo di Dio in Spagna, alla grande assemblea eucaristica. Queste parole saranno di grande consolazione e ci consentiranno di entrare meglio nella celebrazione dell’Eucaristia”.

La festa di domani, organizzata in sostanza dalla Chiesa spagnola nel suo insieme, si inserisce nel solco di una iniziativa lanciata lo scorso anno. Le famiglie cristiane spagnole scendono in piazza perché intendono offrire una “grande testimonianza” ed essere, spiega ancora il cardinale Rouco Varela:

(parole in spagnolo)

“Una grande testimonianza del Vangelo della famiglia. Testimoni della parola e testimoni della vita. L’assemblea di questa domenica sarà un’assemblea visibile di tipo familiare, anche dal punto di vista fenomenologico. Perché? Perché sarà composta di famiglie con bambini che vengono da tutta Madrid e da tutta la Spagna, e renderà visibile come la famiglia viva di radici cristiane (…) e che continua ad essere vigorosa, anche se bisognosa di aiuto. La Chiesa, insieme con essa, porta questo messaggio al cuore della società e anche della comunità politica di Spagna”.

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