mercoledì 24 dicembre 2008
Il Papa: non sono una rockstar (Galeazzi)
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Il Papa: non sono una rockstar
Il Pontefice non è la star intorno al quale gira tutto
Egli è totalmente il Vicario
GIACOMO GALEAZZI
CITTA’DEL VATICANO
«Non sono una rockstar e gli eventi cattolici non sono concerti». All’incontro per gli auguri natalizi con i cardinali e i vescovi della Curia, Benedetto XVI pronunciata un discorso dai toni netti, destinato a far discutere e stigmatizza le «analisi in voga» che tendono a considerare i raduni ecclesiali e la Giornata Mondiale della Gioventù «come una variante della moderna cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star».
E, per rimettere al centro il messaggio cristiano, puntualizza: «Con o senza la fede, questi festival sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e così si pensa di poter rimuovere la questione su Dio».
Nel giorno in cui condanna i cambi di sesso («Dio decide chi è uomo e chi donna. "Gender" è autodistruzione») provocando le reazioni delle associazioni gay che lo accusano di «ossessione omofobica» (se ne fa portavoce Luxuria: «Non siamo peccatori solo perché trasgender»), il Pontefice dice basta alla spettacolarizzazione che aveva caratterizzato alcuni aspetti del pontificato del suo predecessore Karol Wojtyla. «Ci sono anche voci cattoliche - osserva Benedetto XVI - che vanno in questa direzione valutando tutto ciò come un grande spettacolo, anche bello, ma di poco significato per la questione sulla fede e sulla presenza del Vangelo nel nostro tempo».
In pratica, i meeting papali «sarebbero momenti di una festosa estasi, che però in fin dei conti lascerebbero poi tutto come prima, senza influire in modo più profondo sulla vita». Ma Joseph Ratzinger mette in guarda da tali «analisi errate». Lo dimostra la folla di «200 mila» pellegrini alla Gmg di Sydney dello scorso luglio.
«In Australia non per caso la lunga Via Crucis attraverso la città è diventata l’evento culminante di quelle giornate - sottolinea il Papa -.Essa riassumeva ancora una volta tutto ciò che era accaduto negli anni precedenti ed indicava Colui che riunisce insieme tutti noi: quel Dio che ci ama sino alla Croce».
Poi scandisce: «Così anche il Papa non è la star intorno alla quale gira il tutto. Egli è totalmente e solamente Vicario. Rimanda all’Altro che sta in mezzo a noi». Parole chiare, che mettono a tacere anche le polemiche sotto traccia per il calo delle offerte arrivate nell’ultimo anno al fondo di carità del Pontefice e la flessione totale nelle presenze di fedeli alle udienze. E che rispecchiano la preoccupazione del Pontefice di portare l’attenzione, anche nella liturgia, non sul celebrante ma su Dio (lui stesso alla messa dell’11 gennaio, durante la quale il Papa impartirà il sacramento del Battesimo, seguirà la tradizione di dare le spalle ai fedeli, rivolgendosi verso il Crocifisso).
Un modo, spiega il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini per evidenziare «il corretto orientamento della celebrazione eucaristica: l’orientamento al Signore».
Inoltre, dopo il no della Santa alla mozione francese all’Onu per depenalizzare l’omosessualità, il Papa è tornato sulla controversa questione del genere sessuale. «Il termine “gender” si risolve nell’autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal creatore - avverte il Pontefice -.L’uomo vuole farsi da solo e disporre ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità e lo spirito creatore». Altolà pure all’ambientalismo che dimentica la dignità umana. «Le foreste tropicali meritano sì la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura - ammonisce -.La Chiesa deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni di tutti, ma anche l’uomo contro la distruzione di se stesso».
© Copyright La Stampa, 23 dicembre 2008
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