lunedì 22 dicembre 2008

Izzo: il tono pacato del Papa si distacca da quello che caratterizza in questi giorni i commenti dei media e dei politici sul suo Magistero


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo bel servizio di Salvatore Izzo (Agi):

PAPA: SI' A ECOLOGIA E SCIENZA, NO A GENDER E GRIDA

(AGI) - CdV, 22 dic.

di Salvatore Izzo

"Non e' una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell'essere umano come uomo e donna e chiede che quest'ordine della creazione venga rispettato".
Benedetto XVI ha scelto l'occasione piu' solenne, l'udienza alla Curia Romana riunita per gli auguri natalizi, per motivare dall'alto della sua autorita' la posizione della Santa Sede (che e' contro la discriminazione dei gay ma anche contro l'equiparazione di queste coppie alle altre) che sono state molto contestate in queste ultime settimane.
"Qui - ha spiegato il Papa - si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell'ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un'autodistruzione dell'uomo e quindi una distruzione dell'opera stessa di Dio".
Secondo Benedetto XVI, "cio' che spesso viene espresso ed inteso con il termine 'gender', si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell'uomo dal creato e dal Creatore. L'uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo cio' che lo riguarda.
Ma in questo modo - e' il giudizio della Chiesa - vive contro la verita', vive contro lo Spirito creatore".

Il tono scelto si distacca da quello che caratterizza in questi giorni i commenti dei media e dei politici sul suo Magistero: il Papa e' stato infatti molto pacato, in coerenza con la linea di "dolce fermezza" che mantiene dall'inizio del Pontificato.

Il carattere mite del Papa e' emerso anche in un altro passaggio "delicato" del discorso di oggi, quando parlando del recente Sinodo sulla Parola di Dio quasi come di una nuova Pentecoste ha voluto in particolare, "un contributo prezioso e' stato il discorso di un Rabbi' sulle Sacre Scritture di Israele, che appunto sono anche le nostre Sacre Scritture".

Una sottolineatura che disvela il carattere mite di Papa Ratzinger, incapace di tenere rancore dopo che con le sue aprole nell'aula sinodale e a margine dei lavori il rabbino capo di Haifa, Shear Yashuv Cohen, aveva trasformato per un giorno sui media il Sinodo sulla Parola di Dio in una sorta di "trbunale" contro Pio XII, accusato da Cohen di aver taciuto sulla Shoah.

Un chiarimento, invece, il Papa ha ritenuto che fosse necessario riguardo alle interpretazioni "verdi" del suo Magistero: "le foreste tropicali - ha spiegato correggendo diffuse interpretazioni - meritano, si', la nostra protezione, ma non la merita meno l'uomo come creatura, nella quale e' iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra liberta', ma la sua condizione".
In sostanza, il Pontefice ha affermato la necessita' che accanto all'impegno per la difesa della natura "ci sia qualcosa come una ecologia dell'uomo, intesa nel senso giusto".
Per Bendetto XVI, "il fatto che la Terra, il Cosmo, rispecchino lo Spirito creatore, significa pure che le loro strutture razionali che, al di la' dell'ordine matematico, nell'esperimento diventano quasi palpabili, portano in se' anche un orientamento etico".
In tema di Creazione, Papa Ratzinger ha voluto ancora una volta stendere la mano alla scienza.
Cosi' dopo le parole spese nell'Angelus di ieri per rendere omaggio con Galileo Galilei a "tanti uomini e donne di scienza che nel corso dei secoli ci hanno fatto capire sempre meglio le leggi della natura", spingendoci "a contemplare con gratitudine le opere del Signore", il Papa oggi ha esaltato la matematica (lo aveva fatto di recente anche il card. Camillo Ruini, l'ex presidente della Cei che puo' essere considerato forse il miglior interprete del pensiero ratzingeriano e al quale al termine del discorso oggi il Pontefice ha riservato un affettuosissimo saluto).
"Il dato che la materia porta in se' una struttura matematica - ha spiegato - e' il fondamento sul quale poggiano le moderne scienze della natura". Ed esse non si oppongono affatto alla riflessione teologica su Dio.
"Solo perche' la materia e' strutturata in modo intelligente - ha spiegato - il nostro spirito e' in grado di interpretarla e di attivamente rimodellarla". Ma il discorso di oggi a cardinali, vescovi e prelati della Curia Romana e' stato per il Pontefice anche l'occasione per "mettere i puntini sulle i", come si dice, anche riguardo ai critici della sua azione che, evidentemente, non mancano nemmeno all'interno della Chiesa.

"Analisi in voga" tendono a considerare la Giornata Mondiale della Gioventu' "come una variante della moderna cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star: con o senza la fede, questi festival sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e cosi' si pensa di poter rimuovere la questione su Dio", ha affermato rilevando che "ci sono anche voci cattoliche che vanno in questa direzione valutando tutto cio' come un grande spettacolo, anche bello, ma di poco significato per la questione sulla fede e sulla presenza del Vangelo nel nostro
tempo".
Queste analisi sono errate: "in Australia non per caso - ha ricordato il Pontefice - la lunga Via Crucis attraverso la citta' e' diventata l'evento culminante di quelle giornate. Essa riassumeva ancora una volta tutto cio' che era accaduto negli anni precedenti ed indicava Colui che riunisce insieme tutti noi: quel Dio che ci ama sino alla Croce. Cosi' - ha scandito - anche il Papa non e' la star intorno alla quale gira il tutto. Egli e' totalmente e solamente Vicario.
Rimanda all'Altro che sta in mezzo a noi". Per Papa Ratzinger, "la Gmg in Australia e' stata una grande festa della fede, che ha riunito piu' di 200mila giovani del mondo e li ha avvicinati non solo esternamente, nel senso geografico, ma, grazie alla condivisione della gioia di essere cristiani, li ha anche avvicinati interiormente".
Un dato che ridimensiona di molto le affermazioni della Chiesa Australiana che aveva parlato di 400 mila giovani.

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1 commento:

gemma ha detto...

ha ragione Izzo nel sottolineare i toni sempre pacati del Papa che nulla hanno a che vedere coi toni violenti di cui tanto hanno parlato in questi giorni i soliti noti e spesso per la verità, nemmeno con quelli di alcuni nostri post che talvolta presi dal dispiacere per quel che leggiamo, ci sfuggono di mano. Certe nostre reazioni non sempre sono in linea coi toni del nostro Papa e finiscono con l'accomunarci ai suoi detrattori .
Mi fa sempre sorridere quando leggo nelle agenzie: "il Papa attacca.." . Mai ci sognerebbe di fronte ad un'opinione espressa, per esempio dal presidente Napolitano, di dire che "attacca" ma più facile leggere "si dice contrario", "esprime dissenso". In un mondo libero, dove si può essere tutti liberi di esprimersi e non dove è lo stato a decidere ciò che si può dire e ciò che no, l'espressione di un'idea, di un punto di vista non dovrebbe mai essere vissuta come attacco, a priori, solo perchè non coincide con ciò che noi vorremmo sentir dire. E nemmeno la cultura dominante dovrebbe essere imposta a colpi di porvvedimenti da parte dello stato ma essere frutto di pubblica discussione, altrimenti non ci si meravigli se a qualcuno viene in mente di parlare di statolatria. La tv poi è meravigliosa nel far piacere ciò che vuole imporre in quel momento, per giorni e giorni non vedi altro, mentre il Papa cattivo attacca.