mercoledì 24 dicembre 2008
Benedetto, un Papa non moralista. Questo lo scandalo? (Marina Corradi)
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Un Papa non moralista
Questo lo scandalo?
MARINA CORRADI
C’è una riga, nella catechesi di Avvento di Benedetto XVI della scorsa settimana, che ci ha meravigliato. Il Papa inizia col ricordare che il cuore del Natale è nell’annuncio di Giovanni, « Verbum caro factum est » , il Verbo si è fatto carne. E traduce quel “ Verbum” come “Senso”, “Senso eterno” – senso, dunque, del vivere. Il Senso che si è incarnato in un bambino a Betlemme è, dice Benedetto, « Parola rivolta a noi » . Non è una legge, ma « una Persona che si interessa di ogni singola persona » . Dunque, della vita di ciascun uomo. Ma la frase che a questo punto ci ha colpito viene subito dopo questa enunciazione di dottrina cristiana. Ha detto il Papa : « A molti uomini, ed in qualche modo a noi tutti, questo sembra troppo bello per essere vero » .
Troppo bello per essere vero. La straordinaria promessa del Natale, da tanti dimenticata e sepolta nell’abitudine; lo splendente avverarsi della profezia – « ci è stato dato un Figlio » ; l’avvento di un Dio che nasce uomo e sconfigge le tenebre, « troppo bello per essere vero » . In questa frase si coglie un Papa che non ignora nulla della povera quotidianità dei cristiani; della fatica di credere davvero a ciò che ci è promesso, mentre tutto il mondo attorno ripete in un’eco infinita che la nostra speranza è assurda e irrazionale, e così lontana, poi, nel tempo: mito, leggenda di secoli remoti. Un Dio che non è legge, ma persona, un Dio nato da donna che, per quanto smemorati o cattivi, addirittura ci ama: in quanti, fra noi credenti corrosi da una modernità che di questa nostra fede sorride, ci diciamo in fondo che la promessa è « troppo bella per essere vera » ?
Subito Benedetto XVI, con l’autorevolezza del successore di Pietro, ribatte a questo dubbio radicale: « Sì, esiste un senso, ed il senso non è una protesta impotente contro l’assurdo » .
Risponde con la sovrana pacatezza di un uomo dalla fede temprata e certa. Ma oltre che questa speranza – così solida che pare di poterla toccare – commuove l’essersi il Papa , prima, messo accanto ai cristiani distratti, o vacillanti o soli. Come comprendendone la silenziosa fatica, come camminando in mezzo a noi nelle strade affollate di questa vigilia di Natale. Conoscendo, da uomo, il bisogno che abbiamo di sentirci dire che ciò che era vero duemila anni fa, è vero oggi. « Dio parla sempre al presente » , ha detto Benedetto XVI l’altro giorno alla Curia romana. Dio parla sempre al presente, ma quanto ci occorre un volto che testimoni la sua parola, perché sia vera ora.
Nei giornali, l’immagine di questo Papa è da qualche tempo dipinta come autoritaria, tesa ai “no”, dogmatica, incombente sulla libertà dei credenti. L’altro giorno un editoriale di Repubblica sul tema della “statolatria” denunciata dalla Chiesa spagnola suggeriva che in realtà la Chiesa cova una pretesa uguale e contraria, di uno “Stato cristiano”, cioè confessionale, cioè non libero. L’accusa laicista alla Chiesa, e a chi la guida, è sempre questa: di voler coartare coscienze, di non ammettere la libertà dell’uomo.
Ma se, oltre ai titoli dei giornali, si va a leggere ciò che autenticamente il Papa dice – cosa molto consigliabile, a evitare “ interpolazioni” – si scopre una immedesimazione profonda nei comuni credenti; e un’ansia di risvegliarne la fede nella più totale libertà.
Non con il moralismo di un Dio ridotto a legge, ma con la bellezza innamorante di un Dio che è Senso e persona.
«Si è liberamente incarnato per rendere noi veramente liberi » , ha ripetuto il Papa in Avvento, per chi voleva ascoltarlo.
Promettendo che, benché “troppo bello”, è vero.
© Copyright Avvenire, 24 dicembre 2008
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3 commenti:
Ciao raffaella, oltre ad augurarti un buon natale, ti consiglio, se puoi, di mettere tra le tue immagini la bellissima foto su Petrus che ritrae il papa mentre ascolta la lettura del vangelo con uno sfondo con Gesù. Marco
Nel formulare il mio sincero apprezzamento per il bellissimo articolo di Marina Corradi, colgo l'occasione per augurare a Te Raffaella, e poi Eugenia, Luisa, Maria Teresa, Don Marco, Alessia, e tutti gli altri, proprio tutti, gli amici del blog, un sereno Natale. Carla
Caro marco ho visto quell'immagine è bellissima auguri di Buon Natale
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