martedì 23 dicembre 2008
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Dalla gioia della Gmg all’impegno nel mondo
“L’anno che sta per concludersi è stato ricco di sguardi retrospettivi su date incisive della storia recente della Chiesa, ma ricco anche di avvenimenti, che recano con sé segnali di orientamento per il nostro cammino verso il futuro”.
Lo ha detto il 22 dicembre il Papa rivolgendosi alla Curia Romana, in occasione del tradizionale incontro di fine anno prima del Natale. “Cinquant’anni fa – ha ricordato il Papa – moriva Pio XII, cinquant’anni fa Giovanni XXIII veniva eletto Pontefice. Sono passati quarant’anni dalla pubblicazione dell’Enciclica Humanae vitae e trent’anni dalla morte del suo Autore, Papa Paolo VI”. Benedetto XVI ha poi ricordato che nel corso del 2008 “alla presenza del Patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli e di rappresentanti di molte altre Chiese e Comunità ecclesiali abbiamo potuto inaugurare nella Basilica di S.Paolo fuori le Mura l’Anno Paolino, nel ricordo della nascita dell’Apostolo delle genti 2000 anni fa”. Tra gli eventi più significativi dell’anno che sta per concludersi, il Papa ha poi ricordato la Giornata mondiale della gioventù di Sydney in Australia, i due viaggi negli Stati Uniti e in Francia e il Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio”.
Una festa della gioia.
Dopo aver sottolineato, in riferimento al Sinodo dei vescovi, che “la Parola di Dio è presente affinché noi ci avviciniamo gli uni agli altri”, Benedetto XVI ha voluto approfondire il significato delle Giornate mondiali della gioventù (Gmg): “Specialmente il fenomeno delle Giornate mondiali della gioventù – ha detto - diventa sempre più oggetto di analisi, in cui si cerca di capire questa specie, per così dire, di cultura giovanile. L’Australia mai prima aveva visto tanta gente da tutti i continenti come durante la Giornata mondiale della gioventù, neppure in occasione dell’Olimpiade. E se precedentemente c’era stato il timore che la comparsa in massa di giovani potesse comportare qualche disturbo dell’ordine pubblico, paralizzare il traffico, ostacolare la vita quotidiana, provocare violenza e dar spazio alla droga, tutto ciò si è dimostrato infondato”. Il Papa ha quindi affermato che la Gmg “è stata una festa della gioia, una gioia che infine ha coinvolto anche i riluttanti: alla fine nessuno si è sentito molestato”.
Compito e responsabilità.
“Il dato che la materia porta in sé una struttura matematica, è piena di spirito – ha detto il Papa nella seconda parte del suo discorso alla Curia Romana – è il fondamento sul quale poggiano le moderne scienze della natura. Solo perché la materia è strutturata in modo intelligente, il nostro spirito è in grado di interpretarla e di attivamente rimodellarla. Il fatto che questa struttura intelligente proviene dallo stesso Spirito creatore che ha donato lo spirito anche a noi, comporta insieme un compito e una responsabilità”.
“Nella fede circa la creazione sta il fondamento ultimo della nostra responsabilità verso la terra – ha aggiunto -. Essa non è semplicemente nostra proprietà che possiamo sfruttare secondo i nostri interessi e desideri. È piuttosto dono del Creatore che ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci e con ciò ci ha dato i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. Il fatto che la terra, il cosmo, rispecchino lo Spirito creatore, significa pure che le loro strutture razionali che, al di là dell’ordine matematico, nell’esperimento diventano quasi palpabili, portano in sé anche un orientamento etico”. Benedetto XVI ha poi aggiunto che “lo Spirito che li ha plasmati, è più che matematica – è il Bene in persona che, mediante il linguaggio della creazione, ci indica la strada della vita retta”.
Il concetto di “gender”.
“Poiché la fede nel Creatore è una parte essenziale del «Credo» cristiano, la Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza. Essa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di se stesso”: così il Papa alla Curia Romana, riflettendo sulla natura umana rispetto alla creazione. “È necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto – ha aggiunto -. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un’autodistruzione dell’uomo e quindi una distruzione dell’opera stessa di Dio”. Benedetto XVI ha poi aggiunto: “Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine «gender», si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore”.
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