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Su segnalazione della nostra Gemma leggiamo questo articolo, molto interessante soprattutto alla luce del discorso odierno alla curia anche perche' dimostra la profonda coerenza intellettuale di Benedetto XVI.
Grazie ancora a Gemma :-)
Raffaella
Niente propaganda con l'eucaristia
Il neo eletto papa Benedetto XVI venne a Bologna nel '97 in occasione del Congresso eucaristico nazionale. E qui, mentre si stava preparando il concerto con Bob Dylan e la visita di Giovanni Paolo II, lanciò un monito contro la «spettacolarizzazione dell'eucaristia». Un intervento forte, segnale del rigore dottrinario che anima l'attuale pontefice.
di Francesco Rossi
C'era Giovanni Paolo II. E c'era pure il futuro papa Benedetto XVI, all'epoca prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, al Congresso eucaristico nazionale che si tenne nel 1997 a Bologna. L'appuntamento, dai più ricordato per il concerto con Bob Dylan e altre voci famose degli anni '70, era in realtà una tappa importante per la Chiesa italiana che si stava preparando al giubileo del 2000.
"Gesù Cristo unico salvatore del mondo ieri, oggi, sempre" il tema della grande mobilitazione dei cattolici, voluta perché «dopo tanta attenzione data in questi anni ai "riverberi" dell'eucaristia (…) si avverte da più parti la necessità di un «ritorno al centro», ricordò l'allora arcivescovo di Bologna, il cardinal Giacomo Biffi, nella nota pastorale preparatoria Christus hodie.
Recupero del "centro", di Gesù Cristo, era dunque la finalità del Congresso eucaristico; massima esposizione massmediatica, anche attraverso richiami propri della società secolarizzata come il concerto, la metodologia.
E qui l'allora cardinale Joseph Ratzinger intervenne ammonendo a non utilizzare l'Eucaristia come «propaganda» per «acquisire uomini al cristianesimo».
«In quale senso si può parlare dell'eucaristia come origine della missione?» si chiese il custode della fede cristiana. «Non lo si può fare. (...) Se si fa questo si rovina sia l'eucaristia sia la missione. (...) Perché la missione sia qualcosa di più che una propaganda per una certa idea o della pubblicità per una determinata comunità (...) deve avere un'origine che si trovi in un luogo più alto e più profondo che non la pubblicità e la tecnica della persuasione».
«La Chiesa non è una ditta, non produce qualcosa, non vuole avere potere (...) non lavoriamo per il potere di un gruppo o per avere clienti», aggiunse poi, parlando con i giornalisti.
Un intervento che si poteva leggere in contrapposizione con la scelta mediatica fatta; indubbiamente segno forte di quel rigore che in più occasioni ha caratterizzato il papa neo eletto.
© Copyright La Stefan.it, 20 aprile 2005
1 commento:
ho paura di essermi rimbambita.Stasera ho visto il TG3 (sempre pronta ad espiare i peccati). Beh, forse perchè è Natale, ma, a parte i titoli , gli stessi, melensi, delle agenzie, il servizio di Balducci mi è parso onesto. Però avevo 5 persone a cena e non vorrei aver capito fischi per fiaschi. Mi sono rimbambita?
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