lunedì 22 dicembre 2008

Zichichi: la fede e la scienza non sono nemiche (Eco di Bergamo)


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Zichichi: la fede e la scienza non sono nemiche

«La scienza è figlia della ragione ecco perché Benedetto XVI insiste sulla ragione» e Galileo Galilei «dette alla specie umana le prove che non siamo figli del caos ma siamo figli di una logica rigorosa e Benedetto XVI ha portato all'attenzione della cultura moderna la ragione».

Lo ha detto Antonino Zichichi, fisico e autore del libro «Galilei divin uomo», interpellato in merito all'omaggio del Pontefice all'astronomia, ieri all'Angelus.
«Galilei dice: colui che ha fatto il mondo è più intelligente di noi quindi dobbiamo chiedergli come lo ha fatto e il modo per fare domande è l'esperimento di stampo galileiano. Oggi – ha spiegato Zichichi – non possiamo fare altro che ripetere la logica di Galilei che scopre la scienza per atto di umiltà intellettuale. Quindi scienza e fede non sono nemiche, perché la scienza è l'unico strumento che ho per convincere che esiste una logica di fondo e se esiste una logica ci deve essere un autore». «La scienza dice che l'autore non c'è, ma non lo sa dimostrare. Io dico che è molto più corretto e razionale dire che c'è un autore se c'è una logica».
«E questa logica – ha concluso Zichichi – è stata scoperta non da un ateo. Tanto che nella mostra allestita a Roma, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, ci sono le prove della fede di Galilei e non del suo ateismo, come dice la cultura dominante».
Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564- Arcetri, 8 gennaio 1642) è stato un fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano, uno dei più grandi scienziati dell'epoca moderna. Il suo nome è associato ad importanti contributi in dinamica e in astronomia – fra cui il perfezionamento del telescopio, che gli permise importanti osservazioni astronomiche – e all'introduzione del metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano). Di primaria importanza furono il suo ruolo nella rivoluzione astronomica e il suo sostegno al sistema eliocentrico e alle teorie copernicane. Accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo fu per questo condannato come eretico dalla Chiesa cattolica e costretto, il 22 giugno 1633, all'abiura delle sue concezioni astronomiche, nonché a trascorrere il resto della sua vita in isolamento. È stato poi Giovanni Paolo II nel 1992 a riabilitarlo ufficialmente e totalmente.

© Copyright Eco di Bergamo, 22 dicembre 2008

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