lunedì 19 gennaio 2009

Il pensiero del Papa alla Terra Santa, ai migranti, alla famiglia, ai Cristiani (Zavattaro)


Vedi anche:

Il Papa al fratello Georg: "Fin dall’inizio, molto presto, si è manifestata in te questa duplice vocazione: alla musica e al sacerdozio, una che abbracciava l’altra, e così tu sei stato guidato sui tuoi passi ed hai percorso il tuo cammino..." (Discorso in occasione del concerto in onore di Mons. Georg Ratzinger)

Il Papa: «I cattolici si impegnino per difendere la famiglia» (Bobbio)

Il Papa, i Cattolici e la striscia di Gaza (Sir)

Dai primi discepoli ai giorni nostri l'itinerario che porta a Gesù Cristo. L'incontro tra storia e fede (Biffi)

Il blog "Cantuale Antonianum" critica l'intervista del Sir ad Amos Luzzatto sulla preghiera del Venerdì Santo

Benedetto XVI: la musica porta nel mondo la bellezza di Dio. Concerto nella Cappella Sistina in onore del fratello Georg (Zenit)

I rabbini Laras e Richetti rilasciano un'intervista a Repubblica confermando in pieno le tesi del Prof. Israel

Cattolici-Ebrei. Sant’Egidio propone un nuovo patto. Di Segni: Crisi transitoria e benefica (Izzo)

Angelus del Santo Padre: il commento di Andrea Tornielli

Caso Eluana, Mario Giordano: Che paradosso i radicali questurini (Il Giornale)

Caso Eluana: la "regia" dei Radicali che trasforma il dramma in un simbolo (Cartabia e "L'uovo di giornata")

Il Papa ricorda la sua gioventù vissuta con il fratello Georg: infanzia difficile, segnata da crisi, nazismo e guerra (Izzo)

Nuovo appello del Papa per Gaza: cogliere gli spiragli per una tregua, incoraggiare le parti (Chirri)

Il Papa annuncia: si terrà a Milano, nel 2012, il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie (Izzo)

Card. Ouellet: «Il fatto che mi ha più colpito del Sinodo? L’unità» (Tracce)

All’Angelus, il vibrante appello di Benedetto XVI: fermare la tragedia in atto nella Striscia di Gaza (Radio Vaticana)

“La famiglia ha il diritto di essere riconosciuta nella propria identità”: così, il Papa nel video messaggio per l’Incontro mondiale delle famiglie

Il Papa: la famiglia non deve essere confusa con altre forme di convivenza (Izzo)

Il Papa all'Angelus: "Come Cristiani, non possiamo non avvertire il bisogno di trasmettere il messaggio d’amore di Gesù specialmente a quanti non lo conoscono, oppure si trovano in situazioni difficili e dolorose". Nuovo appello per Gaza

Ad un anno di distanza dalla mancata visita alla Sapienza: un Papa amico della scienza (Lodovici)

Omaggio a Mons. Georg Ratzinger

Nella Sistina un «canto di gioia» per don Georg Ratzinger (Santamaria)

Parla il rabbino Neusner che conferma la tesi di Israel e difende la fratellanza giudeocristiana ristabilita da Ratzinger (Monda)

Papa Ratzinger pronto a predicare anche su YouTube (Tornielli)

Giorgio Israel: Il cattolicesimo ambrosiano e l’ebraismo di sinistra marciano divisi per meglio colpire il ratzingerismo (Il Foglio)

INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (CITTA' DEL MESSICO): RACCOLTA DI ARTICOLI E DISCORSI

BENEDETTO XVI - Uno spazio per tutti

Il pensiero alla Terra Santa, ai migranti, alla famiglia, ai cristiani

Fabio Zavattaro

Mani che danno il ritmo su un tamburo e voci che raccontano la voglia di stare insieme e di fare comunità. Vengono soprattutto dal Mozambico, e sono in piazza San Pietro per prendere parte all’Angelus, in questo giorno che la Chiesa dedica ai migranti e ai rifugiati.
E questo è uno dei temi che papa Benedetto affronta nei suoi discorsi prima e dopo la recita della preghiera mariana.
In primo piano è ancora una volta la Terra Santa, dove si aprono possibilità nuove con la tregua che Israele ha offerto e, lo sapremo solo dopo le parole del Papa, con la settimana di silenzio delle armi che Hamas e le forze palestinesi mettono sul piatto della bilancia di una pace possibile. Così chiede di accompagnare “con la preghiera gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia. Spero vivamente che si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli”. Evidente, nelle parole del Papa, l’invito alla comunità internazionale a fare tutto il possibile per giungere ad un reale cessate-il-fuoco, e mettere così fine al conflitto nella Striscia di Gaza. Nell’affidare al Signore “le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell’inaudita violenza, i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni”, Benedetto XVI rinnova il suo incoraggiamento “a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terra Santa ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. È questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione”.
Si tratta ora di dare seguito a questi spiragli, la pace è dono di Dio ma agli uomini spetta il compito di fare tutto il possibile per non intralciare questo dono. Si può vivere insieme in Terra Santa, nella pace e nella sicurezza; tante voci, dall’una e dall’altra parte, ci dicono che è possibile, occorre però che la logica dell’odio e della vendetta venga accantonata: le lacrime delle madri israeliane sono uguali alle lacrime delle madri arabe, hanno la stessa intensità ed esprimono lo stesso dolore.
Con l’immagine di Saulo, che si converte e diventa Paolo, restiamo in Terra Santa, ma, con le parole del Papa, affrontiamo un altro tema: gli immigrati. Paolo che ha conosciuto la cultura ebraica, poi quella greca e, infine, romana, è in un certo senso il prototipo del migrante. E proprio a San Paolo, l’apostolo delle genti, Benedetto XVI chiede “la forza di un rinnovato slancio per favorire, in ogni parte del mondo, la pacifica convivenza tra uomini e donne di etnie, culture e religioni diverse”.
Come non ricordare che quella dei migranti è una realtà che conosce diverse sfaccettature: in alcuni casi “è serena e ben integrata; altre volte, purtroppo, è penosa, difficile e talora persino drammatica”. Fatti di cronaca spesso nascondo pregiudizi difficili da cancellare: è più facile spaccare un atomo, diceva Albert Einstein.
L’impegno allora deve essere di tutti, ricorda papa Benedetto; ognuno “secondo la propria vocazione e là dove vive e lavora, è chiamato a testimoniare il Vangelo, con una cura più grande per quei fratelli e sorelle che da altri Paesi, per diversi motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi, valorizzando così il fenomeno delle migrazioni come occasione di incontro tra civiltà. Preghiamo ed agiamo perché questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione”.
Non si possono criminalizzare interi popoli che sfuggono alle guerre e alle povertà per alcuni che scelgono la strada del crimine, non si possono mettere sullo stesso piano quanti vengono nel nostro Paese per lavorare onestamente – e li vediamo questi lavoratori stranieri in molte fabbriche, officine e anche nelle case impegnati ad accudire anziani e malati – e quanti invece commettono reati e vanno giustamente puniti.
In piazza San Pietro riprendono i canti dopo le parole del Papa. Giovani africani e italiani danzano assieme per dare un messaggio anche di unità oltre che di dialogo e di convivenza pacifica. Canto che non esclude le diversità ma le fa diventare ricchezza comune. Ed è questa la strada che Benedetto XVI indica ricordando la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Preghiera che il Papa chiede sia elevata con maggiore intensità “perché i cristiani camminino in modo risoluto verso la piena comunione tra loro”. Così guardando alle tante comunità cattoliche sparse nel mondo auspica che non si stanchino “di operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo”.
Benedetto XVI, che domenica prossima sarà nella basilica di San Paolo per concludere con i vespri la Settimana di preghiera, sottolinea come oggi sia più che mai urgente l’impegno ecumenico, “per dare alla nostra società, segnata da tragici conflitti e da laceranti divisioni, un segno e un impulso verso la riconciliazione e la pace”.

© Copyright Sir

Nessun commento: