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di Giovanna Chirri
CITTA' DEL VATICANO
Il cessate il fuoco a Gaza è il primo obiettivo anche per il Papa. La tregua è necessaria per fermare la "inaudita violenza" che ha fatto "centinaia di morti" "innocenti", anche "bambini, anziani, donne". E forse la tregua è finalmente possibile, spera Benedetto XVI nell'imminenza del vertice a Sharm el-Sheikh, dove la diplomazia internazionale, presente anche il segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon cerca di bloccare il conflitto nella Striscia.
Poche ore prima del vertice, dalla finestra del suo studio su piazza San Pietro, papa Ratzinger ha quindi chiesto di accompagnare "gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia" a Gaza e ha sperato "vivamente che "si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli".
Il "dialogo nella giustizia e nella verità " è l'unica soluzione per la Terra Santa, dove "c'é spazio per tutti", ha aggiunto, inviando il proprio "incoraggiamento a quanti, da una parte come dall'altra, credono che in Terrasanta ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità".
Alle migliaia di fedeli radunati in piazza San Pietro Benedetto XVI ha spiegato che continua "a seguire con profonda trepidazione il conflitto nella Striscia di Gaza. Ricordiamo anche oggi al Signore - ha detto - le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell'inaudita violenza, i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni".
L'odierno appello papale per Gaza è in linea con i numerosi interventi recenti del Papa e della sua diplomazia, espressi in tutte le sedi possibili, dalla tribuna dell'Onu all'udienza agli ambasciatori dei 177 paesi accreditati presso la Santa Sede: forte denuncia della violenza da qualsiasi parte provenga, richiesta di tregua e di aiuti umanitari e, per il futuro, disarmo e un progetto organico di convivenza tra israeliani e palestinesi; appello alla "buona volontà e azione politica".
Negli ultimi giorni e ore, al centro dell'attenzione papale é principalmente la sofferenza dei civili, vittime inermi di una violenza che non rispetta niente e nessuno. Il Vaticano ha costantemente denunciato il fatto che i civili siano stati usati come mezzi per raggiungere scopi politici e militari, che ci sia stato il fallimento del rispetto della distinzione tra obiettivi militari e civili e si sia riscontrato il disprezzo dei militari per dignità e diritti di civili e comunità.
A Gaza i civili sono diventati scudi umani, sono stati bloccati gli aiuti umanitari per soccorrerli dalla fame e dalle malattie, il diritto internazionale e umanitario è stato violato. Dal canto suo il Papa ha voluto dare ieri un segno di vicinanza personale alle vittime civili, inviando aiuti al parroco e alle suore di Madre Teresa che a Gaza assistono come possono la popolazione stremata dal conflitto.
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