domenica 18 gennaio 2009
All’Angelus, il vibrante appello di Benedetto XVI: fermare la tragedia in atto nella Striscia di Gaza (Radio Vaticana)
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All’Angelus, il vibrante appello di Benedetto XVI: fermare la tragedia in atto nella Striscia di Gaza. Ed esorta i fedeli ad accogliere i migranti e ad impegnarsi per l’unità dei cristiani
Porre fine alla “inaudita violenza” che sta seminando morte e distruzione nella Striscia di Gaza: è l’accorato appello di Benedetto XVI all’Angelus domenicale in Piazza San Pietro.
Il Papa ha incoraggiato quanti si stanno impegnando per “fermare la tragedia” in Terra Santa, auspicando un nuovo e coraggioso processo di pace nella regione. Nella Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, il pensiero del Papa è andato anche agli immigrati che vivono spesso in condizioni drammatiche. E, ancora, ha salutato l’inizio della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani esortando i fedeli a rinnovare gli sforzi sulla via dell’ecumenismo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Fermare la tragedia” che si sta compiendo in Terra Santa. All’Angelus, Benedetto XVI torna a levare alta la voce affinché si ponga fine al conflitto nella Striscia di Gaza. Il Papa ricorda al Signore le centinaia di bambini, anziani e donne “vittime innocenti dell’inaudita violenza” e invita i fedeli ad accompagnare, con la preghiera, gli sforzi compiuti da numerose persone di buona volontà:
“Spero vivamente che si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli. In questo senso, rinnovo il mio incoraggiamento a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terrasanta ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. E’ questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione!”
Dalle sofferenze dei popoli della Terra Santa a quella degli immigrati. Nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Papa ha rivolto il pensiero a San Paolo, “grande missionario itinerante del Vangelo” che da persecutore dei cristiani divenne, dopo la conversione, ambasciatore di Cristo Risorto per farlo conoscere a tutti:
“Questa è anche la missione della Chiesa, più che mai in questo nostro tempo di globalizzazione. Come cristiani, non possiamo non avvertire il bisogno di trasmettere il messaggio d’amore di Gesù specialmente a quanti non lo conoscono, oppure si trovano in situazioni difficili e dolorose”.
La realtà dei migranti, ha detto il Pontefice, è senz’altro variegata, ma a volte è purtroppo “penosa, difficile e talora persino drammatica”. Ognuno di noi, secondo la propria vocazione e là dove vive e lavora, ha proseguito, “è chiamato a testimoniare il Vangelo, con una cura più grande per quei fratelli e sorelle che da altri Paesi, per diversi motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi, valorizzando così il fenomeno delle migrazioni come occasione di incontro tra civiltà”:
“Preghiamo ed agiamo perché questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione”.
Il Pontefice ha poi dedicato un pensiero ai marittimi e ai pescatori che da qualche tempo vivono forti disagi a causa della pirateria e della pesca illegale. E, ancora, parlando ai rappresentanti delle comunità cattoliche migrantes presenti a Roma ha rivolto un particolare saluto agli immigrati che vivono in Italia:
“Cari amici, vi ripeto le parole dell’apostolo Paolo: nella Chiesa voi non siete stranieri né ospiti, ma fate parte della famiglia di Dio. Sappiate inserirvi bene nella comunità ecclesiale e civile, con la ricchezza della vostra fede e delle vostre tradizioni”.
Benedetto XVI ha quindi rivolto l’attenzione alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, iniziativa al via oggi che si concluderà domenica prossima con la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Si è soffermato sul tema della Settimana, tratto dal Libro di Ezechiele: “Che formino una cosa sola nella tua mano”. Un invito da accogliere, ha sottolineato, affinché i cristiani “camminino in modo risoluto verso la piena comunione tra loro”:
“Mi rivolgo particolarmente ai cattolici sparsi nel mondo affinché, uniti nella preghiera, non si stanchino di operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo L’impegno ecumenico è ancora più urgente oggi, per dare alla nostra società, segnata da tragici conflitti e da laceranti divisioni, un segno e un impulso verso la riconciliazione e la pace”.
Ancora, il Papa ha ricordato l’Incontro mondiale delle Famiglie a Città del Messico e, salutando i pellegrini di lingua italiana, l’odierna Giornata della diocesi di Roma per la Scuola cattolica:
“Cari amici, il servizio educativo della scuola cattolica è oggi più che mai prezioso, perché i bambini, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di ricevere una valida istruzione all’interno di una visione coerente dell’uomo e della vita”.
Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera e il suo sostegno a quanti insegnano e studiano nelle scuole cattoliche di Roma, incoraggiandoli “ad impegnarsi sempre per formare comunità educative ricche di valori umani e cristiani”.
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