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Yaoundé, 26. I vescovi del Camerun sono "sbigottiti" per il modo con il quale la stampa internazionale ha manipolato la risposta di Benedetto XVI a un giornalista sull'impegno della Chiesa nel combattere la diffusione dell'Aids in Africa. Un trattamento - denunciano i presuli - che "occulta l'azione della Chiesa nella lotta all'Aids e nel prendersi cura dei malati".
"È soprattutto stupefacente - continua la nota della Conferenza episcopale camerunese, a firma dell'arcivescovo di Yaoundé, monsignor Simon-Victor Tonyé Bakot, presidente della conferenza episcopale - che la stampa voglia far credere all'esistenza di un malcontento dell'opinione pubblica camerunese durante la visita del Santo Padre, come conseguenza delle sue dichiarazioni".
"L'episcopato del Camerun - si legge ancora nel documento - sottolinea con forza che i camerunesi hanno accolto con molta gioia ed entusiasmo Benedetto XVI, confermando così la loro leggendaria ospitalità. Non nega la realtà dell'Aids, né i suoi effetti devastanti sulle famiglie del Camerun".
I vescovi ribadiscono ancora una volta che "il Santo Padre mette l'uomo al centro delle sue preoccupazioni e ricorda l'insegnamento di Cristo e della Chiesa".
Questa preoccupazione è ben presente nella vita della Chiesa del Camerun, come dimostrato "dall'impegno della Chiesa cattolica accanto alle persone che convivono con il virus dell'Aids, dall'assistenza alle persone sieropositive e ammalate che sono una delle priorità per la Chiesa cattolica".
L'assistenza alle persone e alle famiglie, insieme all'insegnamento della Chiesa, permettono a ognuno di valorizzare "la dignità dei figli adottivi di Dio che ci obbliga ad avere uno sguardo nuovo sull'altro e sul mondo". "Al posto di cercare espedienti - proseguono i vescovi camerunesi - la Chiesa propone all'uomo dei valori eterni. La Chiesa cattolica è dunque impegnata quotidianamente nella lotta contro l'Aids. Per questo ha creato delle strutture adatte per l'accoglienza, l'assistenza e la cura delle persone colpite dal virus Hiv. Questa assistenza - spiega l'episcopato - è allo stesso tempo, morale, psicologica, nutrizionale, medica e spirituale. Ecco il primo messaggio del Santo Padre sull'Aids. Accanto a questa azione multiforme e costante la Chiesa, forza morale, ha il dovere di ricordare ai cristiani che ogni pratica sessuale al di fuori del matrimonio è sregolata e dannosa e favorisce la diffusione dell'Aids. Per questo la Chiesa predica l'astinenza per i celibi e la fedeltà in seno alla coppia. È il suo dovere, non potrebbe sottrarsi adesso. Ecco - aggiungono i vescovi - il secondo messaggio del Papa".
Un messaggio articolato che è stato male interpretato; "di conseguenza l'episcopato del Camerun si rammaricano del fatto che i media, soprattutto quelli occidentali, abbiano dimenticato gli altri aspetti nondimeno essenziali del messaggio africano del Papa sulla povertà, sulla riconciliazione, sulla giustizia e la pace. Questo è molto grave, quando si conosce il numero di morti causati da altre malattie in Africa delle quali non si parla abbastanza; quando si sa il numero di morti che causano in Africa le lotte fratricide, dovute all'ingiustizia e alla povertà".
Infine, la conferenza episcopale lancia un appello: "Con il Papa, i vescovi del Camerun ricordano a tutti i cristiani e a tutti i camerunesi che i rapporti sessuali hanno come primaria finalità la procreazione voluta da Dio stesso dall'inizio della creazione. Il matrimonio tra un uomo e una donna è il quadro ideale voluto da Dio per questa procreazione.
La Chiesa cattolica - conclude il documento firmato dall'arcivescovo di Yaoundé - non disprezza i malati di Aids e non incoraggia affatto la propagazione della malattia così come le attribuiscono alcuni media. Il Santo Padre è e resterà sempre attivo nella lotta multiforme contro il diffondersi della malattia".
(©L'Osservatore Romano - 27 marzo 2009)
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