giovedì 22 gennaio 2009

«Basta manifestazioni sul sagrato delle chiese» (D'Aquino)


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RELIGIONE E POLITICA

Nel corso del question time il ministro ha ricostruito i fatti e annunciato una direttiva. Il Viminale preoccupato anche per l’impennata del bullismo

«Basta manifestazioni sul sagrato delle chiese»

Islamici davanti al Duomo, intervento di Maroni

DA ROMA GIORGIO D’AQUINO

Stop alle manifestazioni da­vanti ai luoghi di culto, co­sì come avvenuto col corteo pro-Palestina davanti al Duomo di Milano del 3 gennaio scorso. Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, intervenendo al question time di Montecitorio, ha annun­ciato che « per meglio regola­mentare le manifestazioni di piazza, assicurando il diritto di manifestare e anche i diritto dei cittadini a fruire pacificamente degli spazi della propria città», è pronta una direttiva rivolta a tut­ti i prefetti. Lo scopo è proprio quello di evitare che fatti come quelli di Milano si ripetano in quelle stesse modalità giudicate provocatorie.
«Nella città di Milano – ha soste­nuto il ministro – alcuni gruppi da considerarsi isolati tentano ancora di strumentalizzare temi come la questione palestinese e l’odio verso le forze di polizia per cercare di recuperare visibilità. Le forze dell’ordine – ha aggiunto – garantiscono in questi contesti non sempre facili il diritto di riu­nione e di manifestazione, nel ri­spetto della legalità. Eventuali il­leciti sono sempre denunciati».
Dopo l’amarezza che suscitò quella manifestazione, ecco pa­role ferme del governo: « Per la prevenzione degli episodi di vio­lenza politica – ha garantito Ma­roni – le forze di polizia dispon­gono ogni misura diretta ad assi­curare il capillare controllo del territorio e ad innescare i servizi di informazione per il monito­raggio costante delle attività di gruppi politici più estremisti».
Quella manifestazione, promos­sa dalla comunità palestinese lombarda, partì nel primo po­meriggio dai bastioni di Porta Ve­nezia e proseguì fino a piazza San Babila. Qui doveva sciogliersi. Al­cuni manifestanti, però, dopo a­ver bruciato una bandiera dello stato d’Israele, sulla quale era sta­ta aggiunta una svastica nazista, rompendo i cordoni delle forze dell’ordine si spinsero fino a Piaz­za Duomo scandendo slogan contro lo Stato ebraico. Giunti da­vanti al Duomo, circa duecento manifestanti, rivolti verso Palaz­zo Reale nella direzione della Mecca, si inginocchiarono per pregare. Una volta conclusa la preghiera, durata solo pochi mi­nuti, la manifestazione riprese però la sua piega provocatoria con altre bandiere di Israele fini­te in fiamme. Un fatto grave al punto che, pochi giorni dopo, al­cuni leader della comunità isla­mica milanese chiesero un ap­puntamento con l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tet­tamanzi, per esprimergli perso­nalmente il loro rincrescimento con quanto era accaduto. A Bo­logna, nelle stesse ore, in piazza Maggiore c’era stata una manife­stazione simile che aveva fatto re­gistrare identici atti di intolle­ranza.
Nel corso dello stesso question time, Maroni si è occupato del forte allarme che suscita la de­vianza minorile che si manifesta attraverso gesti di bullismo e con la formazione di bandi giovanili. Maroni si è detto disponibile a nome del governo ad approfon­dire il tema nel ddl sulla sicurez­za in corso di approvazione al Se­nato. Il ministro ha rivelato che c’è stato in forte incremento dei reati commessi da minori. Nel 2006 sono stati segnalati 30.334 minori come autori di delitti. Nel 2007 sono saliti a 30.906. Nono­stante la leggera flessione nel 2008, l’attenzione resta alta. Par­ticolarmente grave la situazione a Roma, Milano, Napoli e Torino.

© Copyright Avvenire, 22 gennaio 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sembra notevole che Di Pietro appoggi un'iniziativa del ministrto Maroni.. Sul sito APCOM un virgolettato riporta la seguente dichiarazione:
"Invito a non strumentalizzare il ragionamento di Maroni, che è di buon senso. Non credo - osserva il leader dell'Idv - che sia diretto a chi vuole pregare, ma semplicemente per ragioni di ordine pubblico si chiede che si sappia prima se e dove ci saranno manifestazioni per indicare il luogo più adatto".

Per questo, aggiunge, "a me sembra una proposta che va valutata concretamente, senza alcuna battaglia ideologica. E non credo - prosegue - che il ministro dell'Interno prenda questa decisione con fini discriminatori nei confronti dell'Islam. Credo che rientri non solo nei diritti, ma nei doveri di un ministro evitare possibili focolai di tensione".

Il buon senso sa essere trasversale agli schieramenti politici quando non si vogliono mettere di traverso.

Stefano