domenica 25 gennaio 2009

Lefebvre,Rosso "malpela" Benedetto XVI: «Mi vergogno dell’esito di questa faccenda. Non so se si deve vergognare anche il Papa» (Talamanca e Galeazzi)


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Gennari: «Sono deluso, sbalordito, scandalizzato»

«Uno schiaffo a Giovanni Paolo II È la sconfitta totale della Chiesa»

Laurence Figà-Talamanca

CITTÀ DEL VATICANO

«Uno schiaffo a Giovanni Paolo II» che fino all'ultimo «scongiurò» il vescovo anti-conciliare Marcel Lefebvre di non consacrare nuovi presuli. È a dir poco «turbato» e non usa mezzi termini Gianni Gennari, ex prete del dissenso, nel condannare la revoca della scomunica inflitta da Papa Wojtyla il 30 giugno 1988 ai quattro vescovi lefebvriani: «è una tragedia, la sconfitta totale della Chiesa».
«Mi vergogno dell'esito di questa faccenda. Sono deluso, sbalordito, scandalizzato», afferma Gennari all'Ansa, trattenendo a stento la rabbia e le lacrime, e dichiarando di essere in possesso di un'ampia documentazione di quanto accadde all'epoca, «compreso un telegramma dell'allora cardinale Ratzinger» a Lefebvre. «Non so se si deve vergognare anche il Papa, questo spetta alla sua coscienza. È un grande teologo e non capisco cosa sia successo. Mi dispiace perché io gli voglio bene», aggiunge l'ex prete oggi sposato e apprezzato giornalista sulle colonne di «Avvenire» con lo pseudonimo di «Rosso Malpelo». «Non so se qualcuno abbia imbrogliato il Papa, ma qui la misericordia di Cristo non c'entra niente, perché la misericordia si usa con chi si pente». Ma i lefebvriani non si sono mai pentiti, anzi «per 40 anni hanno parlato di "papi bastardi", "messa bastarda", hanno addirittura dato del bastardo a Paolo VI, sputando veleno e calunnie».

© Copyright Gazzetta del sud, 25 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Sul blog di Giacomo Galeazzi sono riportate per intero le gravissime dichiarazioni di cui sopra.
Leggiamo e poi commentiamo
.

"Dai lefebvriani uno schiaffo a Wojtyla"

Il grido d'allarme del teologo Gianni Gennari, testimone diretto della stagione conciliare

GIACOMO GALEAZZI

Il teologo Gianni Gennari, testimone diretto della stagione conciliare avverte: "Attenti a fidarsi dei lefebvriani. Ricordiamoci tutti l’accordo che era stato firmato con Roma il 5 maggio. Il 6 monsignor Lefebvre se lo è rimangiato e lo ha deriso. Ai tempi delle ordinazioni del 1988 eseguite da Lefebvre contro la volontà del Papa, c’erano canonisti che negavano persino la loro validità perché per la validità dei sacramenti serve l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa, ma dal momento che Lefebvre considerava la Chiesa completamente fuori gioco a causa del Concilio Vaticano II, le ordinazioni di per sè non solo sarebbero illecite ma serebbero adirittura invalide. Milingo, che più volte ho pubblicamente contestato, di fronte ai vescovi lefebvriani è un fiore di ortodossia, perché ha commesso una cosa illegittima ma non ha contestato nessun punto di fede. Lui contesta la legge del celibato che non è certamente una legge di fede. Sono scandalizzato, turbato, addolorato per la revoca della scomunica ai vescovi scismatici lefebvriani. Ci sono dietro almeno 40 anni di calunnie verso i Papi. Maolo VI lo chiamavano, come era scritto sui manifesti a Roma dai lefebvriani, Papa bastardo, messa bastarda. Per anni. I preti sono stati picchiati dai lefebvriani. Alla parrocchia della Natività di Roma hanno rotto la testa a un sacerdote, hanno bruciato la porta della parrocchia, hanno fatto cacciare don Luigi Della Torre semplicemente perché era il liturgista più noto che aveva lavorato per la messa in italiano, poi le calunnie contro monsignor Bugnini, contro il Concilio Vaticano II. La rivista ufficiosa dei lefebvriani italiani «Sì sì, no no» per anni ha riempito le pagine di calunnie, anche di carattere personale, scrivendo che la sede era vacante, che l’ultimo Papa era Pio XII. Con la demonizzazione di qualsiasi tentativo di ecumenismo. E' ancora più sconvolgente presentare la revoca della scomunica nel giorno in cui si chiude la settimana per l’unità dei cristiani e nel giorno in cui si celebrano i 50 anni dall’indizione del Concilio Vaticano II, cui ero presente a cinque metri da Giovanni XXIII. 50 anni dopo, nello stesso giorno, si fa un discorso del genere e mi meraviglio come il cardinale Re (creatura di Paolo VI e di monsignor Benelli) abbia potuto firmare un decreto simile. Non so se è vero che qualche altro vescovo abbia rifiutato la propria firma al documento, ma questo sarebbe stato un atto di coscienza. Tutto ciò è uno schiaffo a Giovani Paolo II. Se le cose sono andate come dice il superiore dei lefebvriani Fellay, oggi ad essere clamorosamente smentito è proprio Karol Wojtyla. Il 30 giugno 1988, il giorno della scomunica, il cardinale Jospeh Ratzinger mandò un telegramma molto chiaro e netto a monsignor Lefebvre per bloccare le consacrazioni vietate dal Papa. Qui c’è qualcosa che non fila. Io non so cosa ci sia dietro, chi ha indotto Benedetto XVI, chi lo ha costretto. Il Papa sa bene quanto gli voglio bene, quanto gli sono grato, ma resto scandalizzato dalla revoca delle scomuniche. Dire, come ha fatto monsignor Bernard Fellay, che adesso è stata ripristinata la dottrina cattolica, significa dare uno schiaffo direttamente a Giovanni Paolo II che ha sancito la scomunica, ma anche al cardinale Ratzinger, a Paolo VI, a Giovanni XXIII, che per i dissidenti erano dei traditori della dottrina. C’era bisogno che loro rientrassero il 24 gennaio 2009 perché si ripistinasse la dottrina cattolica? Serviva aspettare che questi quattro vescovi non fossero più scomunicati? . Ma stiamo scherzando? Ma di cosa parliamo? Mi viene da piangere, non è tollerabile una cosa del genere. C’è qualcosa che non funzione. La fede in Cristo e nella Chiesa eretta da Lui rimane, ma se dipendesse soltanto da gesti umani ci sarebbe soltanto da dire "arrivederci e grazie." Siamo di fronte a una vergogna, una vera vergogna. Questa insistente, sottile, spregiudicata opera di calunnia che per quarant’anni i lefebvriani hanno fatto contro tutti e tutti non può essere cancellata con un colpo di spugna.
I cardinali Casaroli, Silvestrini, Martini sono stati tacciati di esseri dei lupi che disperdevano il gregge dei fedeli, dei banditi. I seguaci di Lefebvre hanno accusato tutti in Curia di essere massoni, persino Poletti e Ruini. Ma come è pensabile riprenderli nella Chiesa come se nulla fosse? Dicono di riconoscere l’autorità del Papa. Ma quale? E perché solo adesso? S per il documento di revoca delle loro scomuniche? Gli fa comodo? O noi non sappiamo qualcosa? Mi auguro che ci siano delle condizioni che sono state messe ai lefebvriani, in cui devono rinnegare esplicitamente quattro decenni di calunnie, di violenza, di menzogne , di insulti. Se non fanno questo non è credibile nulla. Oppure loro si serviranno di questo decreto come fece Lefebvre il 5 maggio 1988, firmando un accordo e rimangiandoselo il giorno dopo. Né fece nulla in risposta ai tentativi del cardinale Ratzinger di scongiurare uno scisma. A cosa stiamo assistendo? Qui c’è un mistero che non capisco. Per non disperare ci vuole tutta la fede, che non dipende per fortuna dai preti e neppure dai Papi. Questa è una cosa sconvolgente".

«Uno schiaffo a Giovanni Paolo II» che fino all’ultimo «scongiurò » il vescovo anti-conciliare Marcel Lefebvre di non consacrare nuovi presuli. È a dir poco «turbato» e non usa mezzi termini Gianni Gennari, ex prete del dissenso, nel condannare la revoca della scomunica inflitta da papa Wojtyla il 30 giugno 1988 ai quattro vescovi lefebvriani,: «è una tragedia, la sconfitta totale della Chiesa». «Mi vergogno dell’esito di questa faccenda. Sono deluso, sbalordito, scandalizzato», afferma Gennari all’ANSA, trattenendo a stento la rabbia e le lacrime, e dichiarando di essere in possesso di un’ampia documentazione di quanto accadde all’epoca, «compreso un telegramma dell’allora cardinale Ratzinger» a Lefebvre. «Non so se si deve vergognare anche il papa, questo spetta alla sua coscienza. È un grande teologo e non capisco cosa sia successo. Mi dispiace perchè io gli voglio bene», aggiunge l’ex prete oggi sposato e apprezzato giornalista sulle colonne di ’Avvenirè con lo pseudonimo di ’Rosso Malpelò. «Non so se qualcuno abbia imbrogliato il papa, ma qui la misericordia di Cristo non c’entra niente, perchè la misericordia si usa con chi si pente». Ma i lefebvriani non si sono mai pentiti, anzi «per 40 anni hanno parlato di ’papi bastardì, ’messa bastardà, hanno addirittura dato del bastardo a Paolo VI, sputando veleno e calunnie. Hanno compiuto violenza anche fisica nei confronti di preti, colpevoli soltanto di essere fedeli al Concilio Vaticano II». E soprattutto, li accusa Gennari, si ritengono i depositari della vera dottrina cattolica: «Non c’è niente di più satanicamente orgoglioso di questa dichiarazione. Sono loro - contesta - che si sono ricongiunti con la Chiesa, non il contrario». «Anche Milingo - aggiunge azzardando un paragone - ha consacrato quatto vescovi, ma non ha mai rifiutato la dottrina cattolica. In confronto a loro lui è un religioso modello». La «speranza» dell’ex sacerdote è che la decisione di revocare la scomunica sia stata presa a una condizione: quella di «un chiarimento» tra la Santa Sede e i diretti interessati, «un documento preciso con cui il Vaticano chieda a questi signori (Bernard Fellay, Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson, ndr) il pieno riconoscimento della validità del Concilio Vaticano II e dei suoi decreti».

Dal blog di Giacomo Galeazzi

Cari amici, sto cercando di mantenermi calma e rilassata.
Diro' solo alcune parole visto che i miei genitori mi hanno insegnato l'educazione.
Innanzitutto noto una punta di contraddizione: per anni abbiamo ospitato le malpelate di Gennari come esempio di fiera opposizione all'incivilta' dei media nei confronti di Papa Benedetto XVI.
Ora ci tocca constatare che lo stesso Malpelo non ha remore ad usare i mass media per condurre una campagna contro il Papa che nemmeno il piu' fiero oppositore del Santo Padre si sarebbe sognato di intraprendere.
Siamo delusi? Oserei dire che siamo sconcertati e anche indignati.
Le parole incredibili di astio nei confronti del Papa non sono accettabili.
Nel tentativo di difendere la memoria di altri Pontefici non si esita ad attaccare ed a offendere la persona di Joseph Ratzinger dipingendolo come uno che dovrebbe vergognarsi o, peggio, che si lascia manipolare.
Si accusano i Lefebvriani di avere insultato Paolo VI ma poi il trattamento che riceve l'attuale Pontefice non e' meno lesivo della sua personalita'.
La citazione di alcuni nomi a sostegno della tesi e' emblematica.
Ora, caro Malpelo, capisco tante cose! Quando mi saro' calmata scrivero' cio' che penso.
Sono stata fin troppo esplicita?
Beh, saro' ancora piu' chiara: questo blog e' dedicato a Benedetto XVI. Di conseguenza, da oggi, non verrano piu' ospitate malpelate.
Non e' censura, e' coerenza!
In ogni caso i lettori potranno leggere gli articoli del teologo Gennari sul sito di Avvenire a questo link.
E' triste che, all'indomani del bellissimo Messaggio del Papa sul ruolo di internet, la rete sia stata usata per diffondere certe parole, pesanti come pietre
!
R.

38 commenti:

euge ha detto...

SEMPRE CON BENEDETTO XVI

mariateresa ha detto...

il filo logico del discorso di Gennari è lo stesso dell'articolo di Politi di oggi. Io posso capire le preoccupazioni, i dubbi, tutto quello che volete, ma qui c'è anche della maleducazione. Sono stata sul sito della Croix e devo riconoscere che ancora una volta hanno fatto un lavoro accurato e pacato.Gennari ha usato dei toni che nemmeno Golias ha usato, almeno ai miei occhi. Su una cosa concordo con Gennari: qui c'è un mistero. Ma non riguarda il papa, riguarda lui.

Anonimo ha detto...

Si vede che ha ascoltato l'intervista del superiore italiano della fraternità di ieri sera al tg delle 20,30 in cui dichiara che sulle camere a gas non ha approfondito la storia.
Cosi don Pagliarani ha risposto a chi gli chiedeva se credeva alle camere a gas: "Non sono uno storico, e non ho approfondito l'argomento e non so, non posso rispondere".
Forse sarebbe il caso che voi lo riportaste, giusto per correttezza.

Anonimo ha detto...

Sursum corda, ragazze. Gianni Gennari si è rivelato per ciò che è. Ha calato la maschera. Non è diverso dai Politi vari, anzi forse è peggiore. Chiaro che si tratta di una lotta interna alla Chiesa. I lefebvriani fanno paura. Comunque, come dice il nostro Papa, andiamo avanti.
Alessia

Luisa ha detto...

Io posso anche capire che nel suo foro intimo Gennari provi ciò che ha esternato, il problema è che la violenza della tempesta che la decisione del Papa ha suscitato in lui avrebbe dovuto suggerirgli un tempo di riflessione affinchè la ragione riprenda le redini.
Si è invece servito di quegli stessi media che malpela per scaricare come in una catarsi tutte le sue emozioni.
Si è offerto una tribuna in maniera per me indecente e vergognosa.
Gennari prova vergogna per ciò che ha fatto il Papa dovrebbe piuttosto provare vergogna per ciò che ha fatto lui, per le sue parole, per i suoi eccessi verbali, per la sua totale mancanza di rispetto per Benedetto XVI.
Questo sì è vergognoso.
Lo ripeto, non si può essere sempre d`accordo con le decisioni del Papa, in particolare il ritiro della scomunica ai vescovi della FFSPX era prevedibile che suscitasse le reazioni che sta suscitando, ma c`è modo e modo di reagire.
Una cosa è esprimere un eventuale dissenso o un`incomprensione, e farlo in maniera corretta e ripettuosa della persona del Pontefice, un`altra è insultare, offendere e farlo da una tribuna pubblica .

Anonimo ha detto...

Quale sarà la reazione di Avvenire? Sono in attesa.
Alessia

Anonimo ha detto...

Forse Malpelo ha dimenticato quello che Joseph Ratzinger fece per lui tanti anni fa e scorda anche ciò che disse su Milingo:

http://nuovisacerdoti.altervista.org/novit573.htm

Anonimo ha detto...

Raffaella, io non mi sento di liquidare in un sol colpo Malpelo. L'ho sempre apprezzato per il suo anticonformismo e la sua capacità di vedere nei critici di Benedetto XVI grandi incoerenze. E vedo che dalle sue parole c'è tanto amore per il Papa, tanto che si chiede come sia possibile la revoca. Io non sapevo tante cose sui lefebveriani e in effetti sono davvero cose pesantissime da mandare giù. Ma confido anche che BXVI abbia preso questa decisione riflettendo bene, parlando con loro e sperando in un loro ravvedimento. Io ho totale fiducia nel Papa e se ha preso una decisione così non mediaticamente e religiosamente scorretta ci sarà un motivo. Lasciamo però che le persone abbiano il loro pensiero. Non è una questione di vita o di morte per la chiesa. Penso sia ben più grave scrivere libri in cui si parla di un Gesù solo terreno. Qui è la nostra fede che si frantuma. Ma la revoca riguarda solo quattro vescovi, che hanno grande interesse per i media, ma alla fine se ci pensiamo è una cosa da nulla. Sursum corda! Marco

Raffaella ha detto...

Caro Marco, mi dispiace ma io non vedo molto amore nell'attacco di Gennari.
Si e' trattato di uno sfogo inopportuno che ha visto l'utilizzo di parole molto pesanti nei confronti non del Papa ma della persona di Joseph Ratzinger.
Il tono non mi e' piaciuto affatto cosi' come la solita contrapposizione fra Papi.
Sono molto delusa, ma me ne faro' una ragione.
R.

Anonimo ha detto...

Lasciamo passare un po' di tempo prima di liquidare Malpelo... Vedrete che tutto sarà a posto, lo ripeto, si può dissentire su una cosa simile, e c'è chi usa termini un po' più accesi, ma il tempo calmerà la tempesta e saremo tutti più riflessivi... Noi abbiamo fiducia nel nostro amato papa, (giusto?), coraggio! Marco

Raffaella ha detto...

Massima fiducia nel Santo Padre :-)
R.

mariateresa ha detto...

io spero di sbagliarmi, ma quello di Gennari non è solo uno sfogo.
Ma non sono la sua psicologa. Mi dispiace tanto per quello che ha detto e come lo ha detto. Stavo per scrivere ad Avvrnire, ma mi sono cadute le mani dalla tastiera. E' talmente enorme che non trovavo le parole adatte. Mi passerà.

Anonimo ha detto...

Purtroppo Maria Teresa non sbaglia.
La psicologia dell'ex don, Gianni Gennari, è abbastanza complessa. Prima di abbandonare il sacerdozio e continuare da laico l'approfondimento della teologia, Rosso Malpelo ha condotto dalle pagine del Corriere della Sera una battaglia PRO aborto di non poco conto, nella fase calda del referendum verso la fine degli anni '70. I suoi articoli "pro choice"sul Corriere della Sera, che ovviamente li appoggiava favorevolmente, non sono passati inosservati (allora).
Un mio brevissimo e occasionale rapporto diretto col Malpelo,poi, ha contribuito a rafforzare le mie perplessità sul carattere perlomeno singolare della persona.
Onore a qualche suo indubbio merito acquisito con "Lupus", ma ricordiamo anche le cose di cui sopra. Senza giudicare l'uomo, ma usando la libertà di riflessione.

Anonimo ha detto...

sempre con Benedetto XVI!!!

mi sta per scader l'abbonamento ad Avvenire, chissà - in assenza di prvvodimenti chiari - potrei anche decidere di non rinnovarlo?

Luigi

euge ha detto...

Carissimi torno ora dall'Angelus in S. Pietro e sono felice per il nostro Benedetto che ancora una volta nonostante le malvagità e le offese scagliate verso la sua persona, è circondato dall'affetto dei fedeli........ quelli veri.
Purtroppo, come si dice chi ti è amico e ti vuole bene ma, soprattutto ha fiducia e rispetto per te, si vede nei momenti difficili. E già ieri sera chi ha sempre ostentato " amore e ripsetto" verso Sua Santità non ha trovato di meglio da fare, che scaricare l'ennesima vagonata di odio e rancore sul nostro Pontefice.
Io, comprendo che si può rimanere sorpresi da certe decisioni ed i dubbi sono più che leggittimi ma, non le offese quelle no!
Io mi fido cecamente di Benedetto XVI, perchè sò che è una persona che se fa una cosa la fa per il bene dei fedeli e della Chiesa non per il suo male. Quindi, a lui rinnovo la mia fiducia incondizionata e vado avanti al suo fianco senza tenere conto di chi troppo facilmente e pronto ad abbandonarlo per salire sul carro dei politicamente e mediaticamente corretti.

Anonimo ha detto...

La cosa più triste è che anche dentro la stessa Chiesa,tra gli stessi preti,non ho trovato nessuna gioia come ingenuamente immaginavo,per questo grande gesto del Papa,per di più a conclusione della settimana dell'unità dei cristiani,però tutti si riempiono la bocca di ecumenismo e "spirito di Assisi" è veramente tutto molto scoraggiante,per fortuna c'è un grande Papa

euge ha detto...

Già cara Paola per grazia di Dio abbiamo un grande Papa.

gemma ha detto...

Liberissimo di pensare e dire quel che crede Gennari, liberissima di criticare anch'io (e per inciso, personalmente non l'ho mai considerato un idolo, come dice anonimo. Se dovessi considerare idoli tutti quelli con cui si fa un angolo di percorso insieme...)

leggo " «Non so se si deve vergognare anche il Papa, questo spetta alla sua coscienza"

la mia educazione "civica", peraltro povera di radici cristiane in senso stretto, mi ha sempre guidato nel modo di rapportarmi agli altri, soprattutto chi non la pensa come me in quel momento, in modo educato e rispettoso della diversità. Mi è stato insegnato a criticare possibilmente trattenendo i toni rabbiosi, a pazientare soprattutto con chi è più anziano e ha vissuto più a lungo di me. Sarà perchè secondo la mentalità dalla quale provengo se sbagli o offendi non potrai lenire la tua coscienza grazie all'intercessione del Signore, ma solo chiedendo scusa direttamente all'interessato, allora ci penso due volte prima di dare sfogo alle parole, sapendo che potrebbero diventare macigni. Se poi a quel qualcuno voglio anche bene, non è facile farmi sparare sentenze pubbliche sulla sua coscienza solo per un momento di dissenso lungo la strada della vita. Ed è uno dei motivi per cui voglio un gran bene a papa Benedetto e nello stesso tempo continuo a volerne umanamente a Margherita Hack, per esempio.
Putroppo, non ho mai sentito giudizi tanto lapidari e volti contro la parte più interiore di ciascuno come la coscienza, come da quando frequento i blog cattolici. Non fosse per l'amicizia per Raffaella, probabilmente continuerei a coltivare la mia fede giovane e allibita (non per questo disprezzabile, spero) altrove, tenendomi alla larga dalla rete.
Ad alcuni pastori e teologi mi sento di dire solo una cosa: non si trasportino nella chiesa i modi e i toni della politica, che tanto ci hanno disgustati e continuano ad allontanarci. Non si trasporti nella fede l'ideologia..destra, sinistra...ma che discorsi sono? Se Cristo è stato solo un uomo rivoluzionario, possono bastare le magliette di Che Guevara, a che serve andare in chiesa? Forse solo a pregare perchè fulmini la "destra", come ho sentito fare ad alcuni pastori di sinistra o viceversa? O a pregare la Madonna perchè vinca la sinistra? Eppure anche costoro sono tutti dentro la chiesa, pur dicendo del papa ciò che vogliono, e se a volte qualcuno viene allontanato è perchè mette in discussione anche qualche verità di fede. Evidentemente c'è posto per tutti sulla barca
Se poi oggi ci sono reazioni così scomposte di fronte a questo provvedimento, proviamo a pensare a cosa può aver provato a suo tempo chi si è visto cambiare certe tradizioni liturgiche da un giorno all'altro. E può aver detto cose di Paolo VI che oggi sentiamo da altro "partito" su Benedetto XVI.

Anonimo ha detto...

Avevo letto qualche giorno fa il commento, straordinariamente acuto come sempre, di Maria Teresa, che si chiedeva come avrebbero fatto questa volta i detrattori di Benedetto XVI a denigrarlo e attaccarlo per la decisione di ricomporre lo scisma dei lefebriani, osservando che questi signori avrebbero probabilmente dovuto lavorare di sponda, perché è un po’ difficile difendere delle scomuniche. Ero pienamente d’accordo. Ora mi sembra invece che alcuni abbiano perso del tutto le staffe e che non ci siano più remore a insulti e ingiurie personali sparati diretti come siluri nei confronti del Pontefice. Li accompagnano due argomenti che già in passato hanno fatto da rampa di lancio per altre offese: l’antisemitismo, un’accusa che fa particolarmente presa sui disinformati (e sono tanti) se addossata a un Papa di nazionalità tedesca, nato e cresciuto, ahimé non certo per sua scelta, durante il terzo reich, e il trituratissimo confronto coi predecessori, sempre tanto più buoni quanto più morti e sepolti. Oggi è la volta dello schiaffo a Giovanni Paolo II, solo che a darlo, lo schiaffo, alla memoria di Wojtyla non è Papa Benedetto, come vogliono darci a bere, ma ancora una volta sono loro. Ma cosa credono, che dalla sua finestra alla casa del Padre, Wojtyla non sia felice per uno scisma ricomposto? Pensano che si crogiolasse nella disunità di noi cristiani? Che la sua sofferenza per aver dovuto infliggere la scomunica a Lefebvre e ai vescovi da lui nominati non si sia subito tramutata nella speranza di poterli riammettere quanto prima nella piena comunione con la Chiesa? Perché allora l’incarico al Cardinale Ratzinger, l’”amico fidato” ( e magari anche Papa Benedetto potesse averne uno su cui contare!) di portare avanti una trattativa? E non ritengono costoro che se oggi Wojtyla fosse ancora Papa e avesse scorto le condizioni per perdonare la fraternità lo avrebbe fatto con la stessa magnanimità con cui lo ha fatto Ratzinger? Perché di perdono, appunto, si tratta, di gesto di misericordia; nessuno, mi pare, ha detto ai lefebvriani: bene, bravi, avete fatto bene. Per stare uniti ci vuole buona volontà, da ogni parte, e se il Papa ha fatto un grande passo avanti, perché non ce ne dobbiamo rallegrare, aspettando che i lefebvriani colgano l’occasione per perfezionare la loro riconciliazione con Roma?
Chi sperava in una scomunica inflitta ad aeternum non somiglia solo al fratello maggiore della parabola, ma ha proprio l’animo dell’inquisitore, e ora capisco perché in passato, all’interno della Chiesa, sia potuto esistere un organismo come la Santa Inquisizione. Gli ebrei, poi, si diano una calmata, e non addossino a Papa Benedetto responsabilità che non sono sue; se un monsignore ha rilasciato dichiarazioni molto discutibili sulla Shoah, sia l’autore delle stesse a essere valutato per la sua ignoranza e la sua disinformazione, che nulla hanno a che fare con le ragioni di una scomunica. Una bella iniezione di umiltà farebbe bene a tutti, cristiani, ebrei, musulmani, credenti e non credenti, ne basterebbe un centesimo di quella che possiede e dimostra quotidianamente il nostro Papa per avere un mondo più aperto a un confronto sincero e una società meno becera e stereotipata. E non posso fare a meno di rammaricarmi che in questi anni all’appello per l’umiltà sia mancato il contributo dei lefebvriani stessi, che sia mancato all’interno della Chiesa il loro apporto, e penso al bene che avrebbero potuto fare senza quell’atto di orgoglio supremo (un po’ satanico?) che ha reso inevitabile la lacerazione; penso che forse con loro dentro la Chiesa, e non fuori, avrebbero potuto mostrare il bello che c’era e che c’è nella tradizione, bilanciando certe derive estremiste dell’interpretazione dello spirito del Concilio, e chissà che tutti ne avremmo tratto beneficio e ognuno avrebbe imparato qualcosa dall’altro e si sarebbero attenuate quelle nocive distinzioni in pre e post conciliare che sono solo categorie forzosamente volute da noi umani, che offendono il senso della Chiesa come corpo mistico di Cristo. Ho già detto troppo e poi non serve continuare a far della retorica parlando ipoteticamente di quello che avrebbe potuto essere: oggi c’è uno scisma ricomposto e dovrebbe essere un giorno di festa per tutti, come Raffaella ha ricordato a tutti riproponendo la lettura della parabola del figliol prodigo. Vorrei solo che ci fosse chi è in grado di cogliere la bellezza del gesto compiuto da questo straordinario Pontefice, che non fosse l’ora per alimentare altre e nuove divisioni e tensioni, che tutti la smettessimo di seguire i diversi e passeggeri “spiriti” che alla fine conducono solo a noi stessi, per ricordarci che uno solo è lo Spirito che ci unisce nella Chiesa e che ci fa tutti uno in Cristo. Così sia.

Anonimo ha detto...

leggo : "anche Milingo ha consacrato quatto vescovi, ma non ha mai rifiutato la dottrina cattolica. In confronto a loro lui è un religioso modello».

mah, a me non sembra tanto religioso modello un vescovo che per abbattere una regola sacra come quella del celibato sacerdotale spettacolarizza il suo matrimonio e pretende anche una prelatura personale come premio. I lefebvriani, pur con tutte le colpe che possono avere, in fondo si battevano per la conservazione di una tradizione più che millenaria della Chiesa, Milingo cerca invece di demolirne uno dei fondamenti...

Anonimo ha detto...

Io mi indigno piuttosto per le farneticanti dichiarazioni di quel vescovo lefebvriano che nega l'esistenza delle camere a gas. A parte il tono dettato dall'amarezza, alcune affermazioni di don Gennari sono purtroppo vere: è stato gettato molto veleno contro il concilio Vaticano II; i lefevriani vanno accoltio come il figliuol prodigo (se sono pentiti), non possono pretendere di portare la Chiesa sulle loro posizioni anticonciliari.Chiedo per i vescovi "progressisti" lo stesso rispetto che Benedetto XVI ha avuto per i lefevriani.

Raffaella ha detto...

Sono accettabili le offese al Papa?
Non mi pare. Questo e' il punto, non le dichiarazioni di un vescovo che impegnano solo la sua persona.
Allo stesso modo dichiarazioni discutibili di vescovi progressisti non impegnano il Magistero della Chiesa.
R.

Anonimo ha detto...

Fratelli, stiamo calmi. Levare la scomunica è stato un modo ottimo escogitato dal Papa per offrire una mano ai Lefebvriani. Chi di loro l'afferrerà e rientrerà in comunione con tutta la Chiesa accettando il Concilio nella lettera (non si chiede che accettino il fumoso "spirito del concilio), ma semplicemente i 16 documenti nell'interpretazione autentica del magistero della chiesa.
Chi non lo vorrà fare, e rigetterà il supremo magistero del papa, la prossima volta non sarà scismatico, ma semplicemente si rivelerà eretico e si porrà fuori della Chiesa volontariamente senza più scuse di persecuzione.
Purtroppo ho paura che questo avverrà, ma, come dice Gesù, "è inevitabile che avvengano scandali".

Raffaella ha detto...

Concordo!
Ora dipende tutto dai Lefebvriani che devono scegliere se entrare in piena (ora non lo e' ancora) comunione con la Chiesa.
La mia speranza e' che ricordino che Mons. Lefebvre firmo' i documenti conciliari esprimendo delle riserve solo per certe formulazioni del decreto sulla liberta' religiosa.
Se accetteranno i documenti (ovviamente non le interpretazioni)dimostreranno di non tradire la misericordia dimostrata dal Papa.
R.

Anonimo ha detto...

Non mi pare che Gennari abbia offeso poi cosi' direttamente il papa. Certo ha parlato a "sangue caldo" io spero, e probabilmente ha sbagliato.
Che poi sia un'ex che difendeva l'aborto mi sembra di scoprire l'acqua calda. NOn di lui: ma di tutti i clericali (non dico che lui lo sia) esistenti oggi.
Perche' non vi andate a leggere un libro scritto da EUGENIA ROCCELLA con Adele Faccio su come fare gli autoaborti?
Ritengo pero' che in quanto papa quando parla ex catedra ha l'infallibilita' quindi non giudico la sua persona e rispetto, da indegno cattolico, la sua figura.
Non ho ancora capito bene la sua "personalita'", di sicuro ne apprezzo l'intelligenza e la cultura.

Raffaella ha detto...

Strano...il Papa e' la persona piu' limpida che si possa immaginare.
Comunque se la frase «Mi vergogno dell’esito di questa faccenda. Sono deluso, sbalordito, scandalizzato», afferma Gennari all’ANSA, trattenendo a stento la rabbia e le lacrime, e dichiarando di essere in possesso di un’ampia documentazione di quanto accadde all’epoca, «compreso un telegramma dell’allora cardinale Ratzinger» a Lefebvre. «Non so se si deve vergognare anche il papa, questo spetta alla sua coscienza. È un grande teologo e non capisco cosa sia successo. Mi dispiace perchè io gli voglio bene» non e' un'offesa diretta, direi che abbiamo due concezioni diverse su che cosa si debba intendere per offesa.
R.

Anonimo ha detto...

"Che poi sia un'ex che difendeva l'aborto mi sembra di scoprire l'acqua calda.."

Gennari ha appunto rivangato il passato dei "lefebvriani", caricando quelli di oggi delle colpe di quelli di ieri.

"Ci sono dietro almeno 40 anni di calunnie verso i Papi. Maolo VI lo chiamavano, come era scritto sui manifesti a Roma dai lefebvriani, Papa bastardo, messa bastarda. Per anni. I preti sono stati picchiati dai lefebvriani..." ecc. ecc.

Prima di fare accuse del genere dall'alto di un pulpito ( certo rispettabile e meritato), rispolverando il passato altrui, forse è bene anche guardare un po' in casa propria. Poi magari si potrà discutere più serenamente. Anche questo è acqua calda?

Anonimo ha detto...

Non intendevo "screditare" la tua affermazione. Solo mettere in risalto che Gennari non e' l'unico ad avere cambiato le opinioni.
Anzi a me sembra che quasi tutti lo abbiano fatto quelli oggi sulle "barricate" neocon.
Per questo e' scoprire l'acqua calda.

gemma ha detto...

ma fatemi capire...se non si è nati ferventi cattolici e se ci si è ravveduti su alcune convinzioni etiche lungo il proprio percorso, non si è degni di accostarsi alla Chiesa, nemmeno per un pezzo di cammino? Volete dire che il Papa e i vescovi predicano solo per chi già crede o è ineccepibile? Non mi pare che Gesù ignorasse del tutto peccatori e pubblicani
Forse è più facile diventare antiabortisti dopo aver frequentato la sala aborti che non parlandone da casa

Anonimo ha detto...

@ Gemma:

Non è poi così difficile capire, a mio avviso, se c'è la volontà.
Ma evidentemente non si legge bene quanto uno scrive, o lo si legge col pregiudizio, postando a caldo sulla scia di un sentimento.

Lungi dal dichiarare Gennari addirittura non degno di accostarsi alla Chiesa- e chi saremmo noi? E dove emergerebbe nei commenti di tutti questo aspetto? -, si è voluto sottolineare solo un suo atteggiamento METODOLOGICAMENTE molto scorretto e umanamente condannabile ( ma siamo tutti esseri umani, tanto per rimanere nel banale). L'atteggiamento, cioè, di dichiarare i "lefebvriani" non degni di essere riammessi nel seno della Chiesa a causa del loro passato. Gennari ha usato verso la FSSPX proprio quel metodo che Lei giustamente stigmatizza, accusandoli appunto di non essere ineccepibili e di non meritare perciò il perdono papale, a causa della loro (presunta) indegnità morale. Offendendo allo stesso tempo - il che è cosa anche più grave - il Papa, mettendone in dubbio il suo discernimento in materie così delicate. Il ricordare qualche magagna passata di chi critica non è un giudizio morale sulla persona, bensì solo un mettere qualche paletto nella discussione sui "lefebvriani", evitando che qualcuno si erga su un pulpito ritenuto intoccabile. Qui di pulpito c'è n'è uno solo, ed è quello del Papa.
L'osservazione su quanto Malpelo ha detto o fatto in passato non era quindi volta a sminuire la sua fede e i suoi indubbi meriti acquisiti nella difesa della verità dai luoghi comuni laicisti.

Il richiamo alla carità di Gesù verso i peccatori è quindi citato un po'a sproposito, qui. Spesso poi si assolutizza la carità dimenticando la verità: Gesù all'adultera la perdona, ma le dice NON PECCARE PIU': carità, ma nella verità.

Così come è sbagliata l'idea che per conoscere il potere distruttivo del male ( la sala aborti...)ci si debba per forza passarci dentro, sperimentarlo. Il male si deve fuggire e basta, con la grazia di Dio. Per capire che l'aborto è male non c'è bisogno di andare in sala aborti, lo si può capire benissimo con l'intelletto e la grazia di Dio. Questo ragionamento è tipico dell'ubbia modernista nata dalla gnosi antica: la salvezza che deve passare necessariamente attraverso il peccato.
Tanto per dire, che per caso un prete confessore, per capire la natura e le circostanze di un peccato, magari relativo alla sfera matrimoniale, deve per forza aver sperimentato materialmente la cosa?

Anonimo ha detto...

Gennari dimostra scarso senso della Chiesa. Come fa a non rallegrarsi per la fine di uno scisma? Non gli interessa l'unità dei cristiani? Come fa a contrapporre Benedetto XVI a Giovanni Paolo II? Non ricorda che papa Wojtyla era addoloratissimo per lo scisma e sin da subito mosse i primi passi istituzionali per ricomporre la divisione? Come fa e dire che i "tradizionalisti" non si sono pentiti, quando hanno espressamente rivolto al papa lettere di ravvedimento e di resipiscenza, lettere che sono alla base del provvedimento di revoca? Come fa a scandalizzarsi per la misericordia del papa, quando la comunità cattolica italiana ha usato nei suoi confronti analoga comprensione, concedendogli una tribuna sul quotidiano Avvenire, nonostante le sue note posizioni indisciplinate al tempo del referendum sul divorzio e sul celibato sacerdotale? Non mi risulta che da queste posizioni abbia mai fatto dietrofront. Di recente, polemizzando con Cossiga, ha confermato le vicende degli anni '70: lui aveva ragione e la gerarchia aveva torto.
Coraggio, Gennari, si apra alla gioia per queste pecore ritrovate e gusti con tutti i cattolici il vitello grasso. Ce n'è uno pronto anche per lei appena ci dirà che sul divorzio aveva ragione Paolo VI e che il celibato sacerdotale è cosa sacrosanta! Magari potrà anche tornare a celebrare messa e verremo anche noi! Apra il suo cuore, non sia invidioso!

Luigi Murtas - Cagliari

Anonimo ha detto...

Le faccio notare che sono molti "gli addolorati" (come i lefebvriani) dell'esclusione in parte o in toto dalla chiesa (divorziati, gay, ecc.) a cui si chiede una totale abiura prima di venire pienamente riammessi....
Piu' che invidia io la chiamerei giustizia... Senza contare la procedura un po' dubbia...
Lei revocherebbe la scomunica ad una donna che ha abortito sulla promessa che domani andra' a confessare il peccato da un vescovo?

Raffaella ha detto...

Ma stiamo scherzando?
Ma Ulderico sa che cos'e' la scomunica?
Quando mai le donne che hanno abortito ed i gay sono stati scomunicati?
Informiamoci prima di scrivere certe cose!
R.

Anonimo ha detto...

Quel che volevo dire e' che se monsignor Fellay soffriva della non piena comunione o per la scomunica con la chiesa; ma non e' convinto di levare i paletti che lo dividono; ha ragione Malpelo a provare "scandalo". Altri soffrono di essere separati: ma la chiesa si e' sempre mostrata rigida.
Leggendo ha anche sue ragioni l'anonimo qui sopra.
In quanto all'aborto riporto questo da wikipedia (aspetto eventuali precisazioni):

Scomuniche latae sententiae non riservate alla Santa Sede [modifica]
È scomunicato automaticamente:

chi ricorre all'aborto ottenendo l'effetto voluto e chi procura tale aborto (can. 1398); attualmente la remissione di questa scomunica è stata riservata al vescovo, il quale può decidere se e quali sacerdoti hanno l'autorizzazione per rimetterla;

Raffaella ha detto...

La Chiesa e' sempre misericordiosa verso le donne che hanno abortito qualora si dimostrino pentite.
Non a caso il codice di diritto canonico permette la remissione della scomunica, ove previsto, da parte del sacerdote.
R.

Anonimo ha detto...

E' quello che volevo dire io: prima ti confessi (ti duoli) e poi ti levo la scomunica.
Qua e' sembrato: prima ti levo la scomunica poi (forse) ti duoli. Tanto che sembra ci sia ancora qualche lefebvriano che asserisce che e' il papa a doversi scusare ed ad essere scismatico: e che non e' un'avvicinamento dei lefebvriani alla chiesa, ma della chiesa ai lefebvriani.

Raffaella ha detto...

Si', ma i Lefebvriani non hanno praticato l'aborto.
L'embrione e' persona!
R.

sam ha detto...

Bestia che schifo!
Com'è che me l'ero persa a suo tempo? Ricordavo solo la frase insopportabile del titolo. Forse non ero andata oltre per quello.