domenica 4 gennaio 2009
Presunto calo di fedeli per il Papa: apprezzabile articolo di Rondoni che però dà per scontato che i dati diffusi siano esatti...non è così!
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DOPPIETTA TRAGICOMICA SUL QUOTIDIANO « LA REPUBBLICA»
Che noiosi, questi sapientoni
Provino piuttosto a capire
DAVIDE RONDONI
Avete presenti quelli che dicono una cosa e intanto fingono di non dirla? O quelli che parlano, insistendo, su una cosa che non c’entra nulla con l’argomento o la situazione in corso? Tipo quelle scene che si vedono in certe commedie all’Italiana. Beh, a volte taluni articoli fanno quest’effetto. Anche se portano firme 'illustri' della Repubblica come quella di Giovanni Valentini e gli argomenti meriterebbero trucchi non da commedia. Valentini, introducendo ieri il suo pezzo con una serie di «non si dovrebbe», «sarebbe forse irrispettoso» o «è di certo inadeguato» e simili, si fionda poi a sostenere che al Papa in fondo gli sta proprio bene un calo d’audience.
Come parlasse di Domenica In.
Naturalmente, dopo i salamelecchi iniziali, a Valentini non par vero di poter spiegare al popolo dei lettori di Repubblica le vere cause di questo calo di presenze alle udienze del Papa .
Tralasciando inoltre di approfondire il fatto che tali dati sono stati diffusi dal Vaticano, a ironica dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che la Chiesa certo non ragiona in termini di audience. O citando solo di sfuggita che in tutti gli appuntamenti papali in giro per il mondo si hanno presenze record. Da gran giornalista, gli viene il dubbio che forse un normale effetto 'fine della novità' può contare. Sarebbe bastato un piccolo controllo e avrebbe constatato che i numeri odierni delle udienze papali sono tornati a essere più o meno quelli del pontificato del grande Giovanni Paolo II.
Fine della novità, appunto. Ma, intanto, il copione della gag è fissato. E allora offre ai suoi lettori un pastone di cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra, tra imprecisioni anche gravi e luoghi comuni. A questi giornalisti è inutile chiedere di provare a uscire da un modo improprio di guardare il fenomeno Chiesa? Magari per criticarlo, ma suvvia con un po’ di originalità? Per esempio, ho provato varie volte a spiegare a costoro che la Chiesa e i fedeli conoscono i propri mali, che la storia millenaria è percorsa da figure di santi da Francesco a Madre Teresa, di martiri e di papi che indicano alla Chiesa i suoi mali, o le debolezze (ma quelle reali, non quelle che fanno audience sui giornali). E che tutto questo ha animato grandi tensioni e grandi conversioni. E nuovo amore alla Chiesa.
Loro credono invece che si aspetti il numero di Repubblica in edicola per pensarci. Diciamolo chiaro: alla Chiesa dell’audience non gliene interessa nulla.
Non si misura sui dati di ascolto, mai si è fatta vanto dei numeri. Forse a Repubblica faticano a credere che esista un fenomeno così importante che però sfugge alla logica del successo, e che è interessato alla fede, alla speranza e alla carità. Ma si rassegnino. E piuttosto, mostrino attenzione a quante cose preoccupanti hanno audience nella nostra società e sulle quali potrebbero applicare meglio il loro senso critico.
Spendono molte energie per attaccare la Chiesa, ma certi fenomeni forse non del tutto salubri per la nostra società e che hanno grandi audience li trattano coi guanti o quasi. E qualcuno spieghi a Miriam Mafai, altra giornalista dello stesso quotidiano, che salutare allo stesso modo come progressi della scienza il trapianto di cuore e la pastiglia per l’aborto del giorno dopo non è solo scientificamente tragicomico, ma è un’offesa alle tante donne che per quella pastiglia di morte facile hanno sofferto parecchio e per la natura stessa dell’essere donne e madri. La coppia di grandi firme deve poi un poco accordarsi, perché se uno parla di «calo d’audience» l’altra poi come fa a parlare di «avanzata neoguelfa»? Certo, Repubblica è un giornale politico, e dunque alla fine non a caso Valentini si sofferma su quel che per lui è scandaloso. E cioè che il Vaticano – in quanto Stato autonomo – si sia stancato di dover recepire automaticamente leggi confuse e a volte moralmente dubbie. Provino, questi giornalisti, a chiedere in giro alla gente se forse non la pensa allo stesso modo sulla giungla di leggi che produce lo Stato italiano. Invece piuttosto che guardare il problema recitano la parte assegnata.
© Copyright Avvenire, 4 gennaio 2009
Bellino questo articolo! Sarebbe da sottoscrivere in pieno, ma personalmente non me la sento perche' anch'esso, come tutti i commenti e commentini di giornali e giornaloni, parte da una premessa sbagliata.
Dà cioè per scontato che i dati diffusi dalla Prefettura della Casa Pontificia attraverso la Sala Stampa (sic!) siano esatti.
Abbiamo dimostrato e non temiamo di essere smentiti, perche' I NUMERI NON SONO UN'OPINIONE, che ci sono gravissime incongruenze. Scandaloso e clamoroso e' l'errore nel computo dei fedeli per gli Angelus del gennaio 2008.
Siamo al paradosso per cui la sala stampa diffuse una cifra e la Prefettura ne calcola un'altra.
Inoltre Rondoni non mette in chiaro che il Vaticano ha contato i biglietti ritirati e non le presenze dei fedeli.
Basterebbe scrivere: tutti gli articoli pubblicati su un presunto calo di fedeli cadono nel nulla e non vanno considerati perche' si basano su premesse sbagliate.
Questo dovrebbero fare Vaticano e stampa cattolica.
Mi aspetto di leggere una bella rettifica ed un'altrettanto chiara spiegazione. Fino ad allora il blog continuera' a pubblicare i post sull'argomento.
Se e' vero che la Chiesa non ragiona in termini di "dati di ascolto", e' altrettanto vero che deve pubblicare statistiche esatte. Ne va della sua credibilita' anche presso i fedeli.
Non e' bello che si pensi che nei Sacri Palazzi c'e' chi, facendo comunella con i mass media, si diverte a mettere i bastoni fra le ruote al Santo Padre. Questa e' l'immagine che ieri ed oggi esce dal Vaticano!.
R.
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8 commenti:
cara raffaella chi ha compilato quello specchietto per le allodole va cacciato dal suo ufficio dorato in vaticano e spedito a fare il missionario in orissa.
bertone deve intervenire.
E' chiaro che gli insegnamenti e tutto ciò che riguarda la figura del Pontefice non può e non deve basarsi sull'odiens; questo mi sembra scontato. Ma, visto che qui sono stati pubblicati e divulgati ai giornalisti dei dati che non stanno ne in cielo ne in terra, ed il tutto è facilmente dimostrabile da un Ufficio, che, per primo se proprio deve farlo dovrebbe con la massima attenzione verificare e poi eventualmente pubblicare, visto che proprio grazie a questi dati strampalati i soliti giornalisti con la penna al vetriolo hanno compiuto l'ennesimo attacco denigratorio al Papa ed al suo pontificato, è ora che qualcuno si faccia un esame di coscienza, ed intervenga per rimediare a questo capitombolo che è sotto gli occhi di tutti e soprattutto di coloro che seguono e vogliono bene a Benedetto XVI. Siamo stanchi, stufi ed indignati di leggere articoli simili a quello di Politi che rispolvera persino la vendita delle cartoline di GPII per attaccare il Papa un sistema che ha del patetico e del vergognoso ma, che torno a ripetere è scaturito da quei dati; questo è innegabile.
Mi auguro ma, temo che tutto rimanga com'è che in seguito, anche durante i commenti delle udienze generali, si dicano cose che abbiano un senso e si eviti di sparare cifre che vengono sistematicamente smentite grazie a Dio dalle immagini.
E' ora di finirla con questi giochetti contro Sua Santità; è ora di finirla che certi scivoloni mediatici, consentano a certi giornali di pubblicare articoli denigratori verso il pontificato di Benedetto XVI che, anche se contrastato è un pontificato che ha portato e porterà a Dio piacendo, passi avanti nel dialogo ecumenico e non solo.
Raffaella e se provassimo a scrivere ad Avvenire facendo presente tutte le nosre perplessità? Pensi che il direttore ci risponderebbe?
Sarebbe comunque un bel banco di prova.
Alessia
Ciao Alessia, la trovo una bella idea.
Pensavo di scrivere pero' all'Osservatore che mi pare ben combattivo e sufficientemente indipendente.
La questione e' delicata perche' la scivolata e' stata fatta in Vaticano e non presso la stampa.
Chi avra' il coraggio di fare chiarezza?
Io mi aspetto qualche decisione e questo e' un bel banco di prova! :-)
R.
Condivido raffaella. Lo dico sinceramente Avvenire non mi ispira tanta fiducia; e comunque non aspettiamoci che qualcuno si cosparga la testa di cenere per quello che ha meschinamente combinato. La dentro c'è gente con un pelo sullo stomaco fitto come una foresta.
hai visto Raffaella che in Piazza San pietro non c'era nessuno stamane e che era praticamente vuota?
Infatti il papa si è affacciato ed è rientrato subito perchè non ci stava nessuno, assolutamente nessuno.
Sarà colpa della ZTL, dei somari in matematica del Vaticano, del reparto di oculistica della Sapienza, o di repubblica che non vede oltre il suo naso?
Chiedi a Maga maghella, magari lei una risposta potrà fornirla.
a me un amico ha detto che in Piazza San pietro si vede più gente non perchè ci sia veramente ma perchè hanno spostato tutto il colonnato e lo hanno rimpicciolito......
Repubblica non esiterebbe a sostenere questa tesi, tanto ormai.....
Caro Don Marco non la dica troppo forte sta cosa che hanno rimpicciolito il colonnato del Bernini spostandolo............ qualche solerte giornalista potrebbe usare questa soluzione senza pensarci su due volte! Del resto ormai dopo i dati sballati della prefettura cosa ci si può aspettare se non anche questo?
POVERI NOI!!!!!!!!!!!
Ho letto gli articoli pubblicati su Repubblica in questi giorni: mi addolorano per la loro malafede, anche se certamente quelli della Prefettura della casa Pontificia gli hanno dato un bell'assist!
Non so poi se avete poi notato che il sito di repubblica mette sempre tra le notizie che è possibile commentare quelle che riguardano il Papa o la Santa Sede, in modo che i lettori -anticlericali- di repubblica possano inserire a centinaia le loro farneticanti contumelie...absit iniuria verbis...
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