lunedì 26 gennaio 2009
Prosegue oggi sui giornaloni il tiro al bersaglio su Benedetto XVI
Vedi anche:
Come il Papa apre la porta ai tradizionalisti (Isabelle de Gaulmyn)
Dall’Islam a Obama, un mese di passione per il Papa (Tornielli)
Il Papa: "La mia preghiera per la pace in M.O. e la riunificazione delle Coree (Izzo)
Angelus del Santo Padre: il commento di Salvatore Izzo
Lefebvriani, infidi ranocchi dalla bocca larga attaccano il Papa coperti dall'anonimato. Complimenti!E' questo l'esempio da comari che date ai fedeli?
Il Papa esclama con grande semplicità: "Cedo la parola a Miriam, bimba eritrea oggi romana" (Izzo)
Angela Ambrogetti: Il Papa su You Tube, niente di nuovo per i Cattolici. Articolo da leggere ed incorniciare!
Revoca della scomunica ai Lefebvriani: monumentale commento di Stefano Maria Paci
Il Papa: "Certo, noi Cristiani non abbiamo ancora conseguito la mèta della piena unità, ma se ci lasciamo continuamente convertire dal Signore Gesù, vi giungeremo sicuramente" (Angelus)
Ebrei e Concilio. Tensioni dopo il perdono (Rodari)
Gian Maria Vian: "Ma le tesi negazioniste sono inaccettabili" (Tornielli)
Benedetto XVI ritira la scomunica ai vescovi ultratradizionalisti ribelli (Tornielli)
Intervista a Vittorio Messori: «Agli ebrei dico: lasciateci lavorare. Quella volta in cui Fellay mi chiese di Ratzinger...» (Rodari)
UN ROSARIO PER BENEDETTO XVI
Lefebvre, Rosso "malpela" Benedetto XVI: «Mi vergogno dell’esito di questa faccenda. Non so se si deve vergognare anche il Papa» (Talamanca e Galeazzi)
C'è qualcuno che vuole accomodarsi e scagliare pietre e frecce su Benedetto XVI? Avanti! C'è posto per tutti, dentro e fuori la Chiesa Cattolica
Remissione della scomunica ai Lefebvriani: il commento di Giuseppe Reguzzoni
BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG
Che cosa accadrebbe se il Papa o un vescovo parlassero di "contaminazione" dell'ebraismo? La Santa Sede ha deciso di tacere anche su questa offesa?
Il blog fa sua la domanda di Salvatore Izzo: quale argomento migliore dell'antisemitisno per mettere in cattiva luce il gesto del Papa?
Napolitano dal Papa: invito a pranzo con «segreto» (Tornielli)
Cari amici, anche stamattina pagine e pagine sulla decisione del Santo Padre di rimettere la scomunica ai quattro vescovi ordinati da Mons. Lefebvre.
Vedo pochissima voglia da parte di giornali e giornalisti (salvo lodevoli eccezioni, penso a Tornielli, Izzo, Paci e Rodari) di chiarire le reali intenzioni del Papa. C'e' invece il desiderio di rivalsa. Addirittura c'e' chi accosta le critiche alla decisione di Benedetto XVI ad un sondaggio in cui si evince che molti Italiani sarebbero (il condizionale e' un dovere!) antisemiti o, comunque, pieni di pregiudizi verso gli Ebrei.
Che cosa c'entra tutto questo con la decisione del Papa? Nulla, ma tutto fa brodo. Peccato che sia una brodaglia acida ed anche pericolosa per la salute.
Mariateresa si chiedeva giorni fa come i giornali avrebbero sporcato l'atto di misericordia di Benedetto XVI.
Ora lo sappiamo ed e' peggio di quanto potessimo immaginare.
Un po' di onesta' imporrebbe a giornali e giornalisti (soprattutto i vaticanisti) di spiegare che la revoca della scomunica non c'entra nulla con le dichiarazioni antisemite di uno dei vescovi perdonati.
La stampa eviti di imbastire polemiche sul nulla e cessi di alimentare scontri che non devono esistere.
Mi pare che compito dei media dovrebbe essere quello di chiarire le idee ai lettori, non di gettare ancora piu' confusione.
La scomunica e' un atto gravissimo della CHIESA CATTOLICA (non di altri!) e la revoca e' un atto della medesima (non di altri!).
Mons. Lefevbre ed i vescovi da lui ordinati non sono stati scomunicati per le loro opinioni ma perche' sono venuti meno ad uno dei doveri dei vescovi (tutti i vescovi!): l'ubbidienza al Papa.
A tale proposito mi permetto di riproporvi tre commenti esemplari di Don Marco, di Gemma e dell'Azzeccagarbugli del blog, che ringraziamo per la chiarezza esemplare.
R.
don Marco (giurista)
Non capisco sinceramente tutto questo clamore che fortunatamente ridonda poco sulla stampa nazionale, almeno non facciamo ridere la gente.
1. La scomunica ha un valore terapeutico, educativo non eterno. un Papa l'ha comminata, un altro l'ha tolta. Ha fatto il suo dovere di Padre e pastore.
2. Il famoso vescovo francese fu scomunicato "latae sententiae" per aver ordinato 4 vescovi, non per altri motivi.
Sinceramente non capisco tutta caciara fuori posto.
azzeccagarbugli
Avevo letto qualche giorno fa il commento, straordinariamente acuto come sempre, di Maria Teresa, che si chiedeva come avrebbero fatto questa volta i detrattori di Benedetto XVI a denigrarlo e attaccarlo per la decisione di ricomporre lo scisma dei lefebriani, osservando che questi signori avrebbero probabilmente dovuto lavorare di sponda, perché è un po’ difficile difendere delle scomuniche. Ero pienamente d’accordo. Ora mi sembra invece che alcuni abbiano perso del tutto le staffe e che non ci siano più remore a insulti e ingiurie personali sparati diretti come siluri nei confronti del Pontefice. Li accompagnano due argomenti che già in passato hanno fatto da rampa di lancio per altre offese: l’antisemitismo, un’accusa che fa particolarmente presa sui disinformati (e sono tanti) se addossata a un Papa di nazionalità tedesca, nato e cresciuto, ahimé non certo per sua scelta, durante il terzo reich, e il trituratissimo confronto coi predecessori, sempre tanto più buoni quanto più morti e sepolti.
Oggi è la volta dello schiaffo a Giovanni Paolo II, solo che a darlo, lo schiaffo, alla memoria di Wojtyla non è Papa Benedetto, come vogliono darci a bere, ma ancora una volta sono loro. Ma cosa credono, che dalla sua finestra alla casa del Padre, Wojtyla non sia felice per uno scisma ricomposto? Pensano che si crogiolasse nella disunità di noi cristiani? Che la sua sofferenza per aver dovuto infliggere la scomunica a Lefebvre e ai vescovi da lui nominati non si sia subito tramutata nella speranza di poterli riammettere quanto prima nella piena comunione con la Chiesa? Perché allora l’incarico al Cardinale Ratzinger, l’”amico fidato” ( e magari anche Papa Benedetto potesse averne uno su cui contare!) di portare avanti una trattativa? E non ritengono costoro che se oggi Wojtyla fosse ancora Papa e avesse scorto le condizioni per perdonare la fraternità lo avrebbe fatto con la stessa magnanimità con cui lo ha fatto Ratzinger? Perché di perdono, appunto, si tratta, di gesto di misericordia; nessuno, mi pare, ha detto ai lefebvriani: bene, bravi, avete fatto bene. Per stare uniti ci vuole buona volontà, da ogni parte, e se il Papa ha fatto un grande passo avanti, perché non ce ne dobbiamo rallegrare, aspettando che i lefebvriani colgano l’occasione per perfezionare la loro riconciliazione con Roma?
Chi sperava in una scomunica inflitta ad aeternum non somiglia solo al fratello maggiore della parabola, ma ha proprio l’animo dell’inquisitore, e ora capisco perché in passato, all’interno della Chiesa, sia potuto esistere un organismo come la Santa Inquisizione. Gli ebrei, poi, si diano una calmata, e non addossino a Papa Benedetto responsabilità che non sono sue; se un monsignore ha rilasciato dichiarazioni molto discutibili sulla Shoah, sia l’autore delle stesse a essere valutato per la sua ignoranza e la sua disinformazione, che nulla hanno a che fare con le ragioni di una scomunica. Una bella iniezione di umiltà farebbe bene a tutti, cristiani, ebrei, musulmani, credenti e non credenti, ne basterebbe un centesimo di quella che possiede e dimostra quotidianamente il nostro Papa per avere un mondo più aperto a un confronto sincero e una società meno becera e stereotipata. E non posso fare a meno di rammaricarmi che in questi anni all’appello per l’umiltà sia mancato il contributo dei lefebvriani stessi, che sia mancato all’interno della Chiesa il loro apporto, e penso al bene che avrebbero potuto fare senza quell’atto di orgoglio supremo (un po’ satanico?) che ha reso inevitabile la lacerazione; penso che forse con loro dentro la Chiesa, e non fuori, avrebbero potuto mostrare il bello che c’era e che c’è nella tradizione, bilanciando certe derive estremiste dell’interpretazione dello spirito del Concilio, e chissà che tutti ne avremmo tratto beneficio e ognuno avrebbe imparato qualcosa dall’altro e si sarebbero attenuate quelle nocive distinzioni in pre e post conciliare che sono solo categorie forzosamente volute da noi umani, che offendono il senso della Chiesa come corpo mistico di Cristo. Ho già detto troppo e poi non serve continuare a far della retorica parlando ipoteticamente di quello che avrebbe potuto essere: oggi c’è uno scisma ricomposto e dovrebbe essere un giorno di festa per tutti, come Raffaella ha ricordato a tutti riproponendo la lettura della parabola del figliol prodigo. Vorrei solo che ci fosse chi è in grado di cogliere la bellezza del gesto compiuto da questo straordinario Pontefice, che non fosse l’ora per alimentare altre e nuove divisioni e tensioni, che tutti la smettessimo di seguire i diversi e passeggeri “spiriti” che alla fine conducono solo a noi stessi, per ricordarci che uno solo è lo Spirito che ci unisce nella Chiesa e che ci fa tutti uno in Cristo. Così sia.
gemma
Liberissimo di pensare e dire quel che crede Gennari, liberissima di criticare anch'io (e per inciso, personalmente non l'ho mai considerato un idolo, come dice anonimo. Se dovessi considerare idoli tutti quelli con cui si fa un angolo di percorso insieme...)
leggo " «Non so se si deve vergognare anche il Papa, questo spetta alla sua coscienza"
la mia educazione "civica", peraltro povera di radici cristiane in senso stretto, mi ha sempre guidato nel modo di rapportarmi agli altri, soprattutto chi non la pensa come me in quel momento, in modo educato e rispettoso della diversità. Mi è stato insegnato a criticare possibilmente trattenendo i toni rabbiosi, a pazientare soprattutto con chi è più anziano e ha vissuto più a lungo di me. Sarà perchè secondo la mentalità dalla quale provengo se sbagli o offendi non potrai lenire la tua coscienza grazie all'intercessione del Signore, ma solo chiedendo scusa direttamente all'interessato, allora ci penso due volte prima di dare sfogo alle parole, sapendo che potrebbero diventare macigni. Se poi a quel qualcuno voglio anche bene, non è facile farmi sparare sentenze pubbliche sulla sua coscienza solo per un momento di dissenso lungo la strada della vita. Ed è uno dei motivi per cui voglio un gran bene a papa Benedetto e nello stesso tempo continuo a volerne umanamente a Margherita Hack, per esempio.
Putroppo, non ho mai sentito giudizi tanto lapidari e volti contro la parte più interiore di ciascuno come la coscienza, come da quando frequento i blog cattolici. Non fosse per l'amicizia per Raffaella, probabilmente continuerei a coltivare la mia fede giovane e allibita (non per questo disprezzabile, spero) altrove, tenendomi alla larga dalla rete.
Ad alcuni pastori e teologi mi sento di dire solo una cosa: non si trasportino nella chiesa i modi e i toni della politica, che tanto ci hanno disgustati e continuano ad allontanarci. Non si trasporti nella fede l'ideologia..destra, sinistra...ma che discorsi sono? Se Cristo è stato solo un uomo rivoluzionario, possono bastare le magliette di Che Guevara, a che serve andare in chiesa? Forse solo a pregare perchè fulmini la "destra", come ho sentito fare ad alcuni pastori di sinistra o viceversa? O a pregare la Madonna perchè vinca la sinistra? Eppure anche costoro sono tutti dentro la chiesa, pur dicendo del papa ciò che vogliono, e se a volte qualcuno viene allontanato è perchè mette in discussione anche qualche verità di fede. Evidentemente c'è posto per tutti sulla barca
Se poi oggi ci sono reazioni così scomposte di fronte a questo provvedimento, proviamo a pensare a cosa può aver provato a suo tempo chi si è visto cambiare certe tradizioni liturgiche da un giorno all'altro. E può aver detto cose di Paolo VI che oggi sentiamo da altro "partito" su Benedetto XVI.
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9 commenti:
malpelo scende a più miti consigli e ammorbisce le accuse al papa:
Gianni Gennari:Santità, che dolore quella revoca
Grazie per la segnalazione che comunque rimarra' qui e non verra' segnalata come post indipendente nel blog.
R.
io credo che quella di continuare a rimestare il minestrone nei giornali dopo una notizia sia un'abitudine generale. In questo caso la pessima abitudine si unisce al pregiudizio sul papa. I sondaggi non c'entrano niente a meno si non voler essere ingenui e pensare che sia una specie di suggerimento: guardate che c'è bisogno di dire e fare qualche cosa in controtendenza perchè la gente ha un pregiudizio antiebraico. Ma allora i giornali potrebbero fare qualche cosa di più in occasioni delle tristi vicende mediorientali non dipingendo sempre Israele come un boia.
Il discorso sarebbe lungo.
Ho letto anche il commento di Gennari di oggi.
Si vede che si è fermato un attimo e ha messo ordine nel suo vocabolario, ma le parole offensive lui le ha già usate in abbondanza e credo che non abbia fatto buona figura. Se avesse parlato ieri così come ha scritto oggi non sarei rimasta scandalizzata.
Comunque in tutto questo grosso casino, reale e anche manipolato, capisco che la vicenda non è chiusa, dovranno accadere altri atti e fatti. Anche per venire incontro a persone come Israel che ora sono in imbarazzo e che posso capire nella loro posizione. Israel è una persona onesta.
Mi chiedo come Benedetto sia sempre così tranquillo e sorridente, l'ho visto ieri.
Io al suo posto avrei il ballo di S. Vito. Veramente si vede che è la pace della sua coscienza a tenerlo così sereno.
Vorrei che anche i riammessi, i lefevriani facessero prova di pulizia nel loro vocabolario. E magari di umiltà che sarebbe ora.
Stiamo fiduciosi.
Le parole più moderate di Gennari oggi, non cancellano le frasi ingiuriose e scomposte di ieri. E tantomeno cancellano la delusione nei confronti di un giornalista che si riteneva obiettivo e moderato nei giudizi. C'è da domandarsi chi sia realmente Gianni Gennari.
Alessia
Finora l'articolo più utile l'ha scritto Isabelle G. su La Croix. Se Williamson non veniva "perdonato", ci sarebbe stato un altro scisma giustificabile, cosa che già arieggava in questi tre anni. Ora se l'inglese exanglicano se ne vuole andare, peggio per lui. Finalmente la parte del cattivo la fa uno nato dalla parte assolata della strada.Saluti, Eufemia
Concordo, Eufemia :-)
Del resto il Papa non aveva scelta giuridica: la scomunica non fu inflitta per le opinioni ma per l'ordinazione senza mandato pontificio.
Non era possibile ne' logico, quindi, ammettere tre vescovi su quattro.
Ora la palla passa a Williamson!
Gli altri riammessi hanno gia' preso le distanze.
R.
Quello che sta accadendo è veramente molto triste,la Chiesa è piena di figli maggiori che non riescono a gioire del ritorno del figlio perduto e della misericordia del padre. Il Santo Padre fa benissimo a procedere in questo itinerario di riconciliazione,che nessun altro conosce bene come Lui e fa benissimo a non dire una parola sull'argomento,come avrebbe potuto fare nella liturgia di ieri. Ha dimostrato una sensibilità non comune anche nella scelta del tempo: la settimana dell'unità e i 50 anni dal Concilio. Ho trovato in un intervista di parecchi anni fa al Card.Ratzinger sul New York Times su moti studenteschi nell'università di Tubinga dove insegnava,un'affermazione che mi sembra possa calzare perfettamente a quanto sta ac cadendo "COMPRESI CHE E'IMPOSSIBILE DISCUTERE COL TERRORE....E CHE UNA DISCUSSIONE COL TERRORE SIGNIFICA COLLABORAZIONE CON ESSO....IN QUEGLI ANNI IMPARAI ANCHE QUAL'E' IL PUNTO IN CUI UNA DISCUSSIONE DEVE ESSERE INTERROTTA PERCHE' NON SI TRASFORMI IN MENZOGNA E IL PUNTO IN CUI DEVE INIZIARE LA RESISTENZA PER MANTENERE LA LIBERTA'" Splendido come sempre!!!
Grazie Paola!
E’ assolutamente scorretto e pilotato quel che sta accadendo, demagogia pura.
Improvvisamente Gaza non esiste più, di quella guerra , data da tutti per sbilanciata fino a qualche giorno fa, non si parla quasi più. In Italia è accaduto di tutto: cortei pro Palestina autorizzati e non, preghiere frammiste a bandiere di Israele bruciate, proposte di boicottaggio di prodotti e cultura ebraica, liti e catastrofi da “anno zero” per una trasmissione televisa data per faziosa in senso antiebraico, interventi di vari politici. Nel momento di maggiore tensione, ormai giorni fa, vengono trovati ordigni presso la sinagoga di Firenze, le scritte ingiuriose anti ebraiche proliferano ovunque e gran parte del mondo radical chic che conta è in gran parte schierato contro Israele, pro-Palestina. Si applaude il cardinal Martino che grida “al campo di concentramento” brandendo queste parole contro l’atteggiamento di chi l’ha storicamente vissuto attraverso i propri padri. La stampa solitamente più anticlericale applaude. Dopo che l’opinione pubblica è stata gonfiata in questo modo per giorni e giorni, con articoli, immagini, editoriali, trasmissioni, oggi improvvisamente leggo un’articolo, nell’ambito di due paginoni a tema, in cui si grida a gran voce che “ahinoi, una percentuale della popolazione italiana nutre sentimenti antiebraici” ma non si fa mea culpa per il modo sciagurato e sbilanciato in cui da alcune parti è stata fatta informazione nei giorni scorsi. Addirittura si ricorda, stranamente oggi, l’attacco alla sinagoga di Firenze, in pieno paginone dedicato alla polemica attorno alle dichiarazioni di un vescovo lefebvriano. Il lettore più serio naturalmente non ci casca ma la maggior parte di noi è distratta, soprattutto per ciò che segue in maniera frammentaria e deduce: Ratzinger, papa tedesco, ha tolto la scomunica ad un vescovo antisemita (vorrei sapere quanti in Italia vengono influenzati dalla predicazione di costui) e, guarda un po’, la cosa ha talmente suggestionato i cattolici che per poco non è stata incendiata una sinagoga e addirittura gli italiani stanno diventando antisemiti. Tutta colpa della scomunica tolta ai lefebvriani solo due giorni fa, che pensa un po’ è riuscita ad incidere addirittura su eventi e sondaggi di giorni e giorni fa. Certo che papa Ratzinger non finisce mai di sorprendere…Ora con le sue decisioni riesce pure ad avere responsabilità retroattive
Capisco che i media da questi giochetti traggano solo vantaggio: possono sbattere il colpevole in prima pagina evitando di fare esame di coscienza su proprie eventuali responsabilità in merito a ciò che denunciano. E soprattutto è un colpevole ideale, che porge sempre l’altra guancia, dal quale non arriveranno mai querele, né precisazioni o chiarimenti da parte di portavoce appassionati. Qualcuno vicino alla chiesa che dà colorito nutrimento alla polemica poi lo si trova sempre, e anche quello lo mettiamo nel paginone. Si riesuma pure Ponzio Pilato, attraverso le parole di un altro esponente ebraico. In tutto questo, alle parole del Papa su san Paolo ebreo fervente, che non dovette abbandonare la fede ebraica per aderire a Cristo e alla piccola Miriam che dalla finestra dell’angelus non ha detto certo delle sciocchezze, vengono riservate si e no dieci righe. Meno male che quel gentiluomo del professor Riccardi, uno dei pochi che non presta mai il fianco alle polemiche, anche quando forse non condivide tutto, prova a mettere ordine e a conciliare.
In tutto questo, onestamente, quelli che capisco meno sono i rabbini, che si prestano al gioco di scaricare tutte le responsabilità sul papa, come se nulla fosse accaduto prima ad influenzare l’opinione pubblica ancor più della predicazione dei lefebvriani. Capisco la loro indignazione nei confronti del vescovo in questione, indignazione che è anche la mia e confesso che in merito non mi basta sentir dire che ciascuno è responsabile per sé delle sciocchezze che dice. Qui si parla non di un qualunque commentatore televisivo ma di un pastore, cui è affidata una parte del gregge. Ma non si possono liquidare gli scontri di opinione alimentati oggi in gran parte da una guerra confondendoli con gli esiti di una decisione papale.
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