lunedì 2 febbraio 2009

Durissimi attacchi al Papa dalla Germania

Gebhard Fuerst, vescovo di Rottemburg-Stoccarda, esprime il proprio timore per i cardini della fede. Il professor Hans Kueng ha affermato che il Papa "ha deluso il mondo". Il cardinale di Magonza Karl Lehmann: "Di fatto Williamson ha rilasciato l'intervista dopo il ritiro della scomunica, il Papa non poteva conoscerne le dichiarazioni".

Kung parli di se stesso e per se stesso. E discutiamo ancora di revoca delle scomuniche ai Lefevbriani?

13 commenti:

Anonimo ha detto...

beh, questa è la Chiesa cattolica in Germania, carissima. Nessun stupore che le chiese siano vuote e il cattolicesimo alla canna del gas. Del resto i rapporti del Papa, anche da cardinale, con l'intellighentia cattolica (cattolica??) del suo paese sono sempre stati piuttosto tempestosi. A questo punto credo che i rapporti con l'ebraimo siano un alibi. Siamo arrivati al redde rationem tra le due anime della Chiesa?
Gli eventi ce lo diranno.
Alessia

Raffaella ha detto...

Credo proprio di si'!
Il Cattolicesimo e' minoritario in Germania e ormai e' alla canna del gas: pochi praticanti, pochi sacerdoti teologi.
Non stupisce che i docenti laici abbiamo paura dei Lefebvriani.
Cari signori, piaccia o non piaccia, i tradizionalisti sono molto ma molto preparati!
R.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
il tuo lavoro è troppo prezioso per danneggiarlo con affermazioni come quelle su Lehmann.

Mi spiego. Il cardinale si riferisce al fatto che l'intervista è stata trasmessa il giorno della firma del decreto di revoca (l'originale delle varie affermazioni di Lehmann è da leggere sul sito del giornale "Welt") Ora: tutti noi sappiamo (e sapevamo) già prima di questa faccenda, e anche se il documento è stato firmato il 21 non c'era nessuna necessità di pubblicarlo il 24. Non ci sono automatismi in questi casi, solo decisioni del Papa che lui dovrebbe fare dietro attento consiglio e attenta preparazione dei suoi collaboratori. E' fuori dubbio che Ecclesia Dei ha fatto un enorme pasticcio (e non solo loro), le affermazioni di Hoyos ("Non sapevo niente"; Corriere della Sera) lo testimoniano - perché lui DOVEVA sapere, è il suo lavoro, il suo DOVERE. Non l'ha fatto. Punto. E ha danneggiato, insieme ad altri, il Papa, e tutti noi.

Ora: è anche ovvio che i vecchi avversari di Ratzinger in Germania (Lehmann, Küng,l'attuale presidente della conferenza episcopale, politici di vario genere e gli altri) ora escono dalle tane nelle quali riposavano da quasi 4 anni. Dunque: l'incapacità dei collaboratori del Papa lo ha messo in gravissime difficoltà Questi sono i fatti. Il resto ora non conta. Prima di andare avanti bisogna riconoscere che qualcuno ha versato il latte, fare in modo che non lo faccia più e incominciare un lavoro di ricostruzione.

E questo spazio qui è importante per questo lavoro. Per favore: non danneggiarlo a causa di un impeto delle passioni (comprensibili)!

SERAPHICUS

Anonimo ha detto...

Vorrei proprio sapere quali siano questi 'cardini' della fede...

Anonimo ha detto...

Mons. Fürst (non Fuerst) è colui che ha esaltato «i meriti indiscutibili» di Küng, ad esempio nel campo dell’ecumenismo e la sua «capacità di rendere in un linguaggio comprensibile difficili questioni di fede».

Küng, è sempre quello che nel 1970 ha messo in dubbio l'infallibilità papale, è favorevole all'eutanasia e nel 2000, ha criticato aspramente la dichiarazione Dominus Iesus sull'unicità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa, definendola un misto di "megalomania e arretratezza vaticana".

Insomma, caro mons. Furst, sui "cardini della fede" io ho più timore di lei che dei lefebvriani.

Gianni

Anonimo ha detto...

Questi vescovi e teologi che seguono le mode intellettuali oggi dominanti - create ad arte dalla massoneria e diffuse attraverso tv e giornali - non hanno ancora capito che il principe di questo mondo è Satana. Sono guide cieche che dovranno rendere conto a Dio del loro operato. Basta osservare la situazione della fede nelle loro Diocesi e Facoltà universitarie per capire il fallimento della loro testimonianza e della loro opera pastorale. E' una situazione scandalosa. Vergogna!

Anonimo ha detto...

Sarebbe certo anche da dire che i tradizionalisti Lefevbriani, raccolgono consensi intorno una certa....... galassia......

Anonimo ha detto...

Gentile signora, temo proprio che lei non sappia il tedesco. Il cardinale Lehamann ha difeso il papa e ha fatto alcune osservazioni molto ponderate sulla vicenda (problematiche teologiche e politiche di fondo dietro al problema Lefebvre e superficialità della curia, specie di "Ecclesia ei" nel gestire la cosa). La sua intervista si può leggere su Die Welt online: http://www.welt.de/politik/article3125261/Kardinal-Lehmann-hat-Mitleid-mit-dem-Papst.html
Mi pare molto controproducente esasperare le polemiche, tanto più se si spara a casaccio sugli "alleati".
don Guglielmo Scannerini

Raffaella ha detto...

Vero...non conosco il tedesco, quindi cancello le mie considerazioni.
R.

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe capire quale agenzia stampa ha tradotto l'originale da cui sono state tratte le presunte affermazioni di Lehman. Che comunque l'emerito Lehman non sia in linea con il Papa è un dato di fatto, a prescindere dalle affermazioni che ha fatto o non fatto.
Alessia

Anonimo ha detto...

Sì sì, adesso un intervento dell'Emerito in questa compagnia ci manca....

gemma ha detto...

Riguardo a Kung e molti vescovi tedeschi suoi simpatizzanti, mi verrebbe rispettosamente da dire che in Germania la teologia è nelle loro mani ormai da tempo, che il contraccettivo e il matrimonio fra divorziati sono di fatto benedetti anche dai vescovi e manca solo la benedizione del Papa (che lì viene considerato meno dell'ultimo teologo). Divorzio, eutanasia, aborto, ormai sono "cultura dominante", anche laddove la legge è più severa(le concessioni legislative saranno solo questioni di tempo) e sono "sfide" ormai superate. L'unica sfida importante oggi sarebbe inculcare un maggior rispetto per la vita tutta, la propria, da non buttare via con lo sballo e l'emozione forte che non ti basta mai, e quella degli altri, sacra e degna di rispetto sempre, a chiunque appartenga. Quello che sempre più spesso accade, e tra i giovani purtroppo, è motivato non solo dal razzismo e dalla paura del diverso, (tesi che fa tanto politicamente corretto) ma anche dallo spregio della vita in genere, soprattutto quella dei più deboli o considerati inutili. E prima ne prendiamo atto e meglio è. E questa secondo il mio modesto parere è una delle principali sfide che dovrebbero impensierire un teologo moderno che vuole influire sull'etica del suo tempo.

Raffaella ha detto...

Concordo con Gemma.
Lo scempio fatto da alcuni ragazzi italiani, di buona famiglia, che per noia hanno massacrato un immigrato indiano che aveva l'unica colpa di essere "diverso" dovrebbe far riflettere, e molto, la cultura cosiddetta dominante.
Che esempio stiamo dando alle nuove generazioni?
R.