domenica 18 gennaio 2009

Il Papa: “trepidazione” per le vittime innocenti di Gaza (AsiaNews)


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VATICANO

Papa: “trepidazione” per le vittime innocenti di Gaza

Nuovo appello per fermare la violenza sulla Striscia. Benedetto XVI incoraggia anche israeliani e palestinesi che credono nella possibilità di convivere, “di rialzarsi dalle macerie e dal terrore”. Celebrata la Giornata dei migrati e dei rifugiati. Pregare per l’unità dei cristiani nella Settimana ad essa dedicata. Il 25 gennaio il pontefice celebrerà i vespri solenni in san Paolo fuori le Mura.

Città del Vaticano (AsiaNews)

All’Angelus di oggi, Benedetto XVI ha lanciato un altro accorato appello di per la pace nella Striscia di Gaza, proprio mentre giungono notizie sulla tregua unilaterale di Tel Aviv, violata stamane da Hamas, a cui è seguita la pesante risposta israeliana ai missili del movimento islamico radicale. Il “Seguo con profonda trepidazione – ha detto il papa - il conflitto nella Striscia di Gaza. Ricordiamo anche oggi al Signore le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell’inaudita violenza, i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni”. Finora il bilancio delle vittime a Gaza è oltre 1100 persone, di cui più di un terzo bambini. Stamane sotto le macerie dei bombardamenti sono stati ritrovati i corpi di un centinaio di bambini e civili.
Il papa ha poi invitato alla preghiera per tutti coloro che si sforzano “per fermare la tragedia”.
“In questo senso – ha continuato - rinnovo il mio incoraggiamento a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terrasanta ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. E’ questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione!”.
In precedenza Benedetto XVI aveva sottolineato il valore della Giornata del migrante e del rifugiato, che si celebra oggi. Il papa ha ricordato la “variegata” situazione dei migranti: “serena e ben integrata”, “penosa” e spesso “drammatica”. “Vorrei assicurare – ha aggiunto il pontefice - che la comunità cristiana guarda ad ogni persona e ad ogni famiglia con attenzione, e chiede a san Paolo la forza di un rinnovato slancio per favorire, in ogni parte del mondo, la pacifica convivenza tra uomini e donne di etnie, culture e religioni diverse”.
Quest’anno il papa ha scelto san Paolo come modello per i migranti, lui stesso “migrante e apostolo delle genti”, divenuto “ ‘ambasciatore’ di Cristo risorto per farlo conoscere a tutti, nella convinzione che in Lui tutti i popoli sono chiamati a formare la grande famiglia dei figli di Dio”.
Benedetto XVI ha esortato i cattolici a impegnarsi, come l’apostolo, nell’annuncio cristiano e nella cura delle persone di altri Paesi, “valorizzando così il fenomeno delle migrazioni come occasione di incontro tra civiltà. Preghiamo ed agiamo perché questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione”.
Fra tutti i migranti, Benedetto XVI ha voluto ricordare in particolare i marittimi e i pescatori, che subiscono ogni sorta di sopruso: non pagati, proibizione di scendere a terra dopo mesi di lavoro, violenze crudeli e spesso la morte in mare senza alcun aiuto per le famiglie. “Oltre alle abituali difficoltà – ha aggiunto il papa - essi subiscono restrizioni per scendere a terra e accogliere a bordo i cappellani, come pure affrontano i rischi della pirateria e i danni della pesca illegale. Esprimo ad essi la mia vicinanza e l’augurio che la loro generosità, nelle attività di soccorso in mare, sia ricompensata da maggiore considerazione”.
Infine il pontefice ha ricordato che oggi inizia la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si concluderà il 25 gennaio prossimo, quando il papa insieme ai capi delle altre comunità cristiane celebrerà i vespri nella basilica di san Paolo fuori le Mura.
Il tema della Settimana di quest’anno, suggerito da un gruppo coreano, è "Che formino una cosa sola nella tua mano" (Ez 37,17).
“Mi rivolgo – ha concluso Benedetto XVI - particolarmente ai cattolici sparsi nel mondo affinché, uniti nella preghiera, non si stanchino di operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo L’impegno ecumenico è ancora più urgente oggi, per dare alla nostra società, segnata da tragici conflitti e da laceranti divisioni, un segno e un impulso verso la riconciliazione e la pace”.

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