domenica 4 gennaio 2009

Presunto calo di fedeli per il Papa: apprezzabile articolo di Baget Bozzo che però dà per scontato che i dati diffusi siano esatti...non è così!


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Presunto calo di fedeli per il Papa: apprezzabile articolo di Rondoni che però dà per scontato che i dati diffusi siano esatti...non è così!

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Il Papa al Te Deum: "Cari giovani, responsabili del futuro di questa nostra città, non abbiate paura del compito apostolico che il Signore vi affida, non esitate a scegliere uno stile di vita che non segua la mentalità edonistica corrente"

Se cala pure l'audience del Papa

GIANNI BAGET BOZZO

La notizia pubblicata sui giornali, secondo la quale il pubblico alle udienze di papa Ratzinger sarebbe diminuito, ha suscitato il problema se Benedetto XVI abbia il consenso del suo popolo o se egli sia soltanto una conseguenza del pontificato di Giovanni Paolo II, l’espressione della necessaria continuità con un pontefice che ha segnato la storia della Chiesa e del mondo.
Ma Ratzinger ha espresso, anche sotto il pontificato di Wojtyla, i fondamentali del cattolicesimo. Lo fa ora da Papa con autorità e chiarezza. Realizza ciò che il suo «amato predecessore» ha intensamente voluto. Ci sono alternative a Benedetto XVI? C’è un altro modo di governare la Chiesa, se non quello di esprimerla come Chiesa cattolica, dando al cattolicesimo un significato proprio, una continuità dottrinale e un’identità?

Con il linguaggio dei Padri della Chiesa

Quando diciamo i «fondamentali» del cattolicesimo, intendiamo l’annuncio cristiano come si è espresso alle origini della Chiesa: Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventasse Dio. E difatti Benedetto XVI ha scelto il linguaggio dei Padri della Chiesa come suo linguaggio, in cui il messaggio non appare più solamente come dogma, cioè come limite al pensiero, ma come Mistero che richiede la partecipazione interiore e la disciplina esteriore, la mistica e la morale, l’etica e perfino la politica.

Sono le circostanze esteriori che hanno imposto la necessità di un linguaggio chiaro riguardo ai fondamentali del cattolicesimo: la Chiesa cattolica si trova sottoposta ad una pressione congiunta, che comprende vari fattori.

Mentre emergono la Cina, l’India e l’Islam

Il primo è l’emersione delle grandi nazioni pagane, come la Cina e l’India, difficilmente accessibili al messaggio cristiano se non in termini individuali. Non è pensabile che la Cina e l’India cedano all’annuncio cristiano come cedettero l’ellenismo e la romanità. Non a caso Joseph Ratzinger ha sottolineato come il logos greco e l’universalità romana facciano parte, insieme con l’Antico Testamento, del messaggio cattolico.
Il secondo fattore è la pressione dell’Islam, che esso esercita sia con la sua potenza di messaggio, che può affascinare anche menti occidentali per la sua radicalità religiosa, sia con la persecuzione esteriore della presenza cristiana nelle terre musulmane.
Il terzo fattore sono la scienza e la tecnica, che invadono l’Occidente tendendo a fare dell’uomo il re-creatore dell’uomo, a cacciare quindi Dio dall’esistenza umana, sostituendolo con la concezione dell’uomo come unico decisore sul suo corpo.

Sono tre sfide che richiedono al cattolicesimo di essere se stesso, anche per garantire l’identità cristiana delle altre Chiese, che tutte subiscono la medesima sfida, soprattutto in Occidente. L’ecumenismo della carità credente richiede che la Chiesa cattolica rimanga tale, ossia che esprima la differenza cristiana per tutte le Chiese.

I tempi attuali sono molto lontani da quelli del Concilio Vaticano II e ricordano piuttosto la Chiesa del 1800, isolata dal pensiero culturalmente dominante. Il consenso dei credenti in papa Ratzinger è scritto nella loro identità di cattolici.

© Copyright La Stampa, 4 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Articolo bellino! Lo condivido anche i confronti hanno stufato. Sul calo di fedeli non posso sottoscrivere perche' la premessa (i dati diffusi dal Vaticano) e' contraddittoria e va corretta.
R.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

che barba con sto amato predecessore.
senza ratzinger avrebbe fatto ben poco.

Anonimo ha detto...

Già, molti anche nell'ambiente della chiesa, dimenticano molto spesso che i documenti di GPII come le Encicliche, sono state scritte insieme all'odiato successore; come dimenticano anche, che mentre GPII " scorrazzava per il mondo", c'era chi in Vaticano gli toglieva le patate bollenti dal fuoco attirandosi l'ira dei giornali, e di tutti coloro che da sempre sono contro la Chiesa.
Che memoria corta ha questa gente.

Anonimo ha detto...

Questo articolo non mi piace.
Inoltre, non condivido l'asserzione che Wojtyla avrebbe cambiato la Chiesa e il mondo.
I fatti ci sono davanti. E' stato un buon Papa che si è saputo presentare, anche grazie alle sue indubbie doti sceniche, nel miglior modo possibile. Nulla di più. Se penso a due grandi predecessori di Papa Bendetto mi vengono in mente Pio XII e Paolo VI.
Alessia

Anonimo ha detto...

Papa Wojtyla il mondo ha contribuito sicuramente a cambiarlo (non da solo), nel senso della politica occidentale. Alludo soprattutto al crollo del muro e del comunismo nei paesi dell'est, a partire dalla sua Polonia. Non vedo altri cambiamenti, a meno che non sia io a non percepirli.
Purtroppo invece gli uomini non sono cambiati di un millimetro ed è solo a partire da lì che si può cambiare il mondo, senza dover aspettare un papa africano per focalizzare i mali dell'Africa ed uno sudamericano per quelli del Sud America. Ma così è sempre e solo geopolitica
I cambiamenti della Chiesa, se ci sono stati, mi pare troppo presto giudicarli ora

Anonimo ha detto...

Quando io penso ad un eroe nella lotta al comunismo stalinista, mi viene in mente un nome prima ed al disopra di tutti. Stefan Wyszynski, incarcerato e confinato dal regime di stampo stalinista. Lo stesso Wojtyla con grande onestà e umiltà ammetteva il suo ruolo marginale rispetto a quello del grande cardinale di Varsavia.
Alessia

Anonimo ha detto...

Probabilmente al Santo Padre non importa molto (anzi, io penso, per niente) nè dell'immagine, nè delle statistiche (scienza di chi, spesso, sceglie di far dire ai numeri quello che lui stesso pensa e gradisce), figuriamoci poi degli indici di gradimento!!!!! Questo va a suo merito. Da persona illuminata, quale è, sta "sopra" a queste piccolezze di mille lunghezze.
Non posso però non provare una sensazione spiacevole in questa faccenda. Come è possibile che la sua "prefettura" e la sua "sala stampa"(o chi per loro)siano così maldestre. Troppo spesso, nel passato, hanno dato l'impressione di non riuscire a "comunicare" con la necessaria chiarezza. Adesso danno addirittura l'impressione di non sapere far i conti e di non saper tenere conto dei contesti e delle sitazioni: di agire, cioè, in modo improvvisato e superficiale riuscendo così, soprattutto, o a tirarsi la "zappa sui piedi" o a sollecitare il lancio delle "torte in faccia" al Santo Padre (sport di ultima creazione tanto gradito a qualcuno).
Dov'è finita la proverbiale prudenza o l'evangelica "mitezza delle colombe e astuzia dei serpenti" che tanto caratterizzava l'agire degli ambienti vaticani? E' tutto davvero molto strano!
E poi... perchè lasciarsi attirare nel vortice perverso dei confronti, di audience o di altro. E' iniquo per i comuni mortali, figuriamoci per un Papa, del presente o del passato che sia! Da credente mi sento di dire, limitandomi a questi ultimi anni: Papa Giovanni Paolo II è stato, ed è, un grande Papa, ma Benedetto XVI non lo è da meno. Grazie a Dio lo Spirito sa... indipendentemente dai numeri (approssimativi od esatti che siano)!

Raffaella ha detto...

Caro/a Anonimo/a, non posso che essere completamente d'accordo con te.
Sono convinta che al Santo Padre nulla importi dei dati statistici.
Tuttavia, come te, sono sconcertata dal comportamento dei suoi collaboratori, che non solo non lo aiutano, ma gli mettono i bastoni fra le ruote.
Diciamo che lo scivolone dei dati statistici e' stata per me e per il blog la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: non sono tanto (non sono solo) i dati sballati che mi infastidiscono ma l'atteggiamento di chi non e' in grado di gestire argomenti sensibili.
Il 2009 sara' l'anno della svolta? Si', se svolteranno certe poltrone.
R.

Anonimo ha detto...

forse le quote rosa farebbero bene anche alla Chiesa? :-)

Anonimo ha detto...

Caro passante credo che tu abbia ragione! Meglio quote rosa che prelati bramosi di carriera ........... soprattutto in certo ruoli molto vicini al Papa!