martedì 17 febbraio 2009

Laicità e bene comune: idee non ideologie (Doldi)


Vedi anche:

Il testo integrale dell'intervista di Mons. Fellay a Le Nouvelliste (traduzione in italiano)

Convocato il Concistoro ordinario per dieci nuovi Santi (Radio Vaticana)

Vescovi austriaci in rivolta (???), via il vescovo ausiliare di Linz

Novena a sostegno del Santo Padre proposta dalla Fraternità di San Pietro

Mons. Fellay: "Chiarimenti urgenti con il Papa sul Concilio Vaticano II"

Incredibile comunicato finale dei vescovi austriaci

Il nunzio apostolico in Israele: il viaggio del Papa in Terra Santa? Decisione coraggiosa (Sir)

Meglio le esternazioni di Don Wagner (sapientemente gonfiate dai media) o l'autorizzazione di una "ultima cena" blasfema?

Il "caso" Wagner provoca mal di pancia in Austria (e in Vaticano). Il commento di Salvatore Izzo

Tornielli: qualcosa non funziona in una Chiesa in cui alcuni vescovi e cardinali contestano il Magistero e altri devono dimettersi per Harry Potter!

Don Wagner: "Da quando sono stato nominato ho sentito una resistenza espressa con modalità prive di amore e di misericordia..."

Sulla triste vicenda della revoca del vescovo eletto mons. Wagner ad ausiliare di Linz (Cantuale Antonianum). Da leggere e meditare!

La Legione è allo sbando. Tradita dal suo fondatore (Magister). Solo l'intervento diretto di Benedetto XVI pose fine alla "carriera" di Maciel

I lupi contrattaccano: revocata la nomina del nuovo vescovo a Linz (Messainlatino.it)

Wagner rinuncia alla nomina di ausiliare di Linz. Durissimo colpo alla Chiesa Cattolica austriaca ormai comandata dai mass media

Il Papa ai pellegrini tedeschi: "Vi prego di sostenermi nel mio compito di Pastore"

Montecassino aspetta Benedetto XVI (Il Tempo)

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

LAICITÀ E BENE COMUNE - Idee non ideologie

Né contro gli altri, né a prescindere dagli altri

Marco Doldi

Il concetto di bene comune appartiene alla più genuina morale cristiana, alla dottrina sociale della Chiesa. Si tratta – parafrasando il Concilio – dell’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai singoli, quanto ai gruppi di raggiungere la propria perfezione (cfr “Gaudium et spes” 26). Detto questo, occorre precisare che il metro per stabilire che cosa sia la realizzazione-perfezione non risiede nella somma dei desideri personali o collettivi.
Se le cose stessero così, sarebbe impossibile da realizzare perché, talvolta, i desideri di uno sono incompatibili con quelli di un altro. Lo Stato stesso si troverebbe in una situazione surreale: come garantire a tutti la realizzazione di quello che desiderano? Questo deve essere chiarito, perché oggi molti invocano il bene comune, ma non tutti lo intendono correttamente.
Allora, di che cosa si tratta? Per rispondere bisogna guardare alla persona e al significato che essa porta in sé. C’è qualcosa che è comune a tutti gli uomini, a qualunque latitudine del pianeta si trovino e in qualunque epoca vivano. E questo qualcosa lo indichiamo con un termine desunto dalla filosofia e dalla morale: si tratta della legge naturale. Essa racchiude e promuove il significato stesso della persona e, quindi, la sua realizzazione.
La persona, in questa prospettiva, ha caratteristiche spirituali e fisiche, è portatrice di un disegno, che la conduce a realizzarsi mediante il dono di sé. Lo ha bene indicato il Concilio, quando ha insegnato che “l'uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé” (“Gaudium et spes” 24).
Già questo aiuta a capire come il bene comune non vada nella logica degli interessi individuali, ma, al contrario, comporti l’uscita da sé verso gli altri; la capacità di dono va nella direzione opposta della ricerca del proprio utile.
Affinché la persona realizzi la propria vocazione, il significato inscritto nel suo intimo, occorre che le siano garantiti alcuni diritti fondamentali: il diritto ad essere accolta, il diritto ad essere curata, il diritto ad essere istruita, il diritto al lavoro, il diritto ad essere assistita, etc. Tutti questi diritti sono la garanzia, perché la persona possa realizzare se stessa nel dono di sé e migliorare la società.
Si capisce bene, dunque, come il bene comune sia il bene della persona. E come su questo livello debbano lavorare insieme credenti e non-credenti in modo “laico”, senza rinunciare alle proprie idee di fondo. Partiamo proprio da queste: oggi sembra che, davanti a scelte da compiere o davanti a valori, si debba mantenere una sorta di riserbo, cioè una posizione neutra. Tutto il contrario: si può costruire qualcosa se tutti ragionano a partire dalla propria visione della vita; soltanto così può esserci un confronto e può nascere uno sforzo comune per trovare nelle diverse situazioni le forme concrete del bene comune.
La laicità non è mai neutralità nei confronti dei valori. Chiedere a ciascuno di rinunciare al proprio pensiero è profonda intolleranza: è autentico laicismo! In questo senso il dibattito deve essere sereno, ma anche chiaro: occorre togliere quella nube tossica che da tempo avvelena i luoghi di dibattito: si tratta della libertà impazzita.
L’unica cosa importante sarebbe la capacità di scelta: ma se non si è maturata una posizione nei confronti del vivere umano, in base a che cosa si sceglie? Prima della libertà ci sono i valori, come il rispetto assoluto della persona e la ricerca dei significati ultimi.
Che senso ha vivere? Da dove veniamo? Che significato ha impegnarsi, lottare, soffrire? Domande di fondo, perché, a seconda di come si risponde si compiono scelte, che sono fondamentali. Se si è pronti a confrontarsi su questi punti, si può cercare insieme il bene comune, perché si desidera contribuire davvero al bene della persona.
Naturalmente, il dialogo presuppone anche il rivedere, quando necessario, le proprie convinzioni di partenza; questo è naturale, perché nessuno possiede tutta la verità ed anche perché tante questioni odierne richiedono molto sforzo. Non di rado, infatti, ci si trova davanti a problemi etici inediti. Ai credenti è chiesto di ritrovare la forza argomentativa, che nasce dalla plausibilità razionale della fede: la fede è alleata della ragione. A tutti è chiesto di andare oltre l’individualismo libertario per cercare di elaborare un personalismo solidale, perché il bene comune si realizza insieme a quello degli altri: né contro gli altri, né a prescindere dagli altri.

© Copyright Sir

Nessun commento: