mercoledì 25 marzo 2009

Andrea Riccardi su Papa Benedetto XVI: «Diamogli tempo, conformista chi lo critica». Contro di lui una sorta di «leghismo ecclesiale» (Calabrò)


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L' intervista «Benedetto XVI non dice cose diverse da Wojtyla. In tutti i periodi di crisi ci sono stati papi impopolari»

«Diamogli tempo, conformista chi lo critica»

Riccardi (Sant' Egidio): contro di lui una sorta di «leghismo ecclesiale»

Maria Antonietta Calabro'

ROMA

Professor Andrea Riccardi, lei è il fondatore della Comunità di Sant' Egidio fortemente impegnata nella cura di cinquantamila malati di Aids in Africa. Bagnasco parla di un Papa «irriso e offeso». E mette in evidenza che le polemiche contro Ratzinger sono continue e prolungate. Che cosa sta succedendo?

«Nei confronti di Benedetto XVI c' è un vero e proprio conformismo della critica. Appena parla, si dice che sbaglia e in qualunque cosa dice si cerca qualcosa di sbagliato. C' è poi il paragone continuo con Giovanni Paolo II. Eppure, Ratzinger non dice cose diverse da Wojtyla».

E allora come si spiega questo incessante attacco?

«Per il conformismo della critica, il Papa migliore è sempre il Papa morto. Sembra un dogma che Ratzinger sia un Papa sempre fallibile. Ma molti dimenticano che anche Giovanni Paolo II, all' inizio, subì critiche fortissime, anche all' interno della Chiesa. Fu fortemente accusato, ad esempio, di voler «polonizzare» il Cattolicesimo».

Ecco, le critiche che partono dall' interno della Chiesa. Bagnasco ne parla esplicitamente con riferimento alla questione dei lefebvriani...

«La Chiesa, le varie Chiese locali, fanno fatica a stare unite. Secondo me, c' è un fenomeno di vero e proprio "leghismo ecclesiale". Il fatto è che paradossalmente nell' era della globalizzazione il mondo si è contemporaneamente frantumato nelle varie identità nazionali e religiose. Oggi è molto difficile far crescere una visione globale anche nella Chiesa, che pure lo è per sua stessa natura».

Bagnasco parla di «candore», di un Papa disarmato ...

«E' vero nella Chiesa c' è una voglia di distinguersi... Io invece dico diamogli fiducia, diamogli credito, diamogli tempo perché possa esplicitare compiutamente il suo ministero, elaborare una concezione complessiva che deve essere condivisa.
Il Papa vuole costruire una visione unitaria non in modo politico, ma facendo appello a tutti presentandosi in modo disarmato come ha fatto con la sua lettera all' episcopato.
Ci vuole più simpatia nei confronti di un ministero esercitato con responsabilità».

Lei insegna storia contemporanea, quello che sta accadendo a Ratzinger è successo così anche in passato, con altri Papi?

«In tutti i periodi di crisi ci sono stati Papi impopolari. Ricordo Benedetto XV, ai tempi della Grande Guerra, il primo conflitto mondiale. Lo stesso accadde per Paolo VI, dopo il Concilio vaticano II».

Torniamo al viaggio in Africa. Nella polemica su preservativi ci sono stati anche problemi di comunicazione?

«Certo tutto si può fare meglio. Ma quella sull'aereo è stata una battuta, ed è stata trasformata nel leit motif di tutto il viaggio in Africa. Mentre nessuno ha dato più peso a quello che il Papa ha detto sull' Africa e sull' Aids stesso: la necessità di cure gratuite, le accuse alle multinazionali, anche del farmaco, l' accento sulla crisi economica mondiale.
I suoi discorsi in Africa hanno delineato un robusto programma che innanzitutto chiama in causa l' Europa e gli europei che hanno voltato le spalle all' Africa. Avviene così che il conformismo della critiche vada di pari passo con il loro provincialismo, una visione localistica e agitata. E poi c' è un fatto incontestabile».

Quale?

«Mi chiedo: quale leader mondiale o capo di Stato ha passato ben sette giorni in Africa. Nessuno, eccezion fatta per il presidente cinese. Quale Merkel? Quale Sarkozy? Nessun altro. E poi non posso non sottolineare che con il Papa si sono usati due pesi e due misure».

In che senso?

«Nessun leader europeo che abbia protestato quando anni fa il presidente sudafricano Thabo Mbeki e un suo ministro dissero che l' Aids era un' invenzione dell' Occidente e che in ogni caso si poteva curare con l' aglio».

© Copyright Corriere della sera, 24 marzo 2009 consultabile online anche qui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

mmm...
certe "difese" sono più acide degli attacchi

Anonimo ha detto...

"Io invece dico diamogli fiducia, diamogli credito, diamogli tempo perché possa esplicitare compiutamente il suo ministero, elaborare una concezione complessiva che deve essere condivisa."
A me sembra che questo qui sia cieco tra i ciechi e sordo tra i sordi se non ha capito la concezione complessiva del Santo Padre elaborata in una vita intera di studio, fede, servizio e santità.
Cosa vuol dire che ha bisogno di tempo per elaborare una concezione complessiva e che questa dev'essere condivisa?
Gesù Cristo - la concezione complessiva del Santo Padre - non è negoziabile e l'infallibilità è garantita dallo Spirito Santo soltanto al Papa e non ai fondatori di comunità e movimenti.

Anonimo ha detto...

Anche a me quel "dategli tempo" proprio non mi pace.
Il Papa si fa capire benissimo per chi lo vuole sentire.
Per gli altri...AUGURI.

Antonio

euge ha detto...

Caro Antonio hai proprio ragione!
Il Papa ha sempre parlato chiaro fin dall'inizio e chi ancora non lo capisce è perchè non lo
V U O L E
C A P I R E

Anonimo ha detto...

è richiesta l'assuluta mancanza di senso critico? pensare che esista una persona infallibile preclude ogni dialogo. ci guarderete sempre dall'alto verso il basso.

gianni

brustef1 ha detto...

Sti cattocom sono sempre uguali: non smetterò mai di chiedermi che ci stiano a fare nella Chiesa: a fare "ooooohhh" con la boccuccia a c... di gallina ogni volta che il Papa dice qualcosa che non gli garba? Non c'è dubbio che il vero problema di molti sedicenti cattolici è l'ignoranza di cosa sia il cattolicesimo, come ha affermato spesso anche Benedetto XVI

brustef1 ha detto...

E poi quel "diamogli fiducia, diamogli credito...", ma cos'è il Papa, uno stagista? Un co-co-pro? Inquieta che un autorevole esponente del cattolicesimo si esprima così

Anonimo ha detto...

incredibile. si arriva a dare del cattocomunista a uno come riccardi , non perchè ha criticato il papa, ma perchè lo ha sostenuto con parole che non vi piacciono...