martedì 17 marzo 2009

In Camerun un'Africa in miniatura pronta a ricevere Benedetto XVI (Osservatore Romano)


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In Camerun un'Africa in miniatura pronta a ricevere Benedetto XVI

Una comunità in pace e armonia

di Eliseo Ariotti
Nunzio apostolico in Camerun

Da quando il Santo Padre ha annunciato solennemente la sua visita pastorale in Africa, in Camerun e in Angola i due Paesi sono nella gioia e nell'attesa. In Camerun lo si legge sui volti e nelle anime, in seno alla comunità cattolica e anche al di fuori di essa, è una gioia condivisa, piena di speranza, che dà sapore alla vita e alla quotidianità di tutti.
I cattolici del Camerun, che hanno l'onore e la grazia di accogliere il Papa Benedetto XVI nel suo primo viaggio in terra africana, mostrano una fierezza particolare, poiché è la terza volta negli ultimi trent'anni che essi accolgono il Vicario di Cristo, il Pastore della Chiesa Universale. Ma come si presenta la realtà ecclesiale che il Santo Padre vedrà da vicino in Camerun? Al di là di quella gioia spontanea, cosa potrà apportare quest'incontro con il Papa che viene in Africa nel nome del Signore?
Si dice spesso che il Camerun, Paese dell'Africa centrale, di 450.000 km2 per circa 18 milioni di abitanti, sia un'Africa in miniatura, per la sua storia, lingua e geografia. In effetti, oltre il francese e l'inglese come lingue ufficiali, si contano ancora più di 220 parlate locali, da quelle bantu a quelle sub-saheliane.
Sul piano religioso, si incontrano tanto i musulmani che i cristiani, cattolici e protestanti. Sul piano socio-politico, il Paese ha subito molti cambiamenti. L'immagine migliore che la nazione offre è quella di essere l'unica isola di pace in un'Africa centro-occidentale marcata da guerre e conflitti di ogni genere. Dal 1992 si registra una certa apertura democratica con elezioni multipartitiche regolarmente organizzate. L'ultima elezione del capo di Stato, nell'ottobre 2004, ha visto la rielezione di Paul Biya, al potere dal 1982, sotto la cui guida il Paese si muove verso un processo di democratizzazione e di sviluppo.
Il Camerun, pur condividendo le stesse difficoltà degli altri Paesi africani, si presenta come una nazione che gode di un clima politico piuttosto tranquillo e di una certa stabilità sociale, nonostante rivendicazioni economiche sempre più pressanti. Le sfide che il Paese deve affrontare sono enormi, sempre alla ricerca di una crescita economica e della riduzione della povertà che è visibile, a tanti livelli: dell'educazione, delle infrastrutture, della comunicazione, del problema idrico, dell'elettricità, della disoccupazione, dell'insicurezza, dei salari molto bassi e del sistema sanitario.
Oltre al peso del debito pubblico che rimane enorme, la popolazione non riesce a liberarsi dal problema della corruzione né da quello della cattiva gestione della società civile. Nonostante tutto, il Camerun offre un quadro ideale per rivolgersi all'Africa tutta intera e per invitare il continente a entrare in una fase di rinnovamento, di democratizzazione e di progresso, ma soprattutto di nuova evangelizzazione.
La Chiesa cattolica in Camerun coesiste con altre confessioni cristiane. Forte è la presenza delle Chiese della riforma, come quella presbiteriana, la battista, l'evangelica, l'anglicana e la luterana. Sempre più presente è anche la Chiesa greco-ortodossa di Alessandria d'Egitto. Vari incontri sono organizzati ogni anno nel quadro del dialogo ecumenico e interreligioso. I vescovi cattolici, da parte loro, sono coscienti della necessità di mantenere una certa coesistenza pacifica con tutti i credenti delle varie confessioni. Sempre più numerose e preoccupanti, invece, sono le nuove sette cristiane, che spaccano il tessuto ecclesiale tradizionale. La maggior parte di esse provengono dagli Stati Uniti, ma alcune sono il prodotto di un particolare sincretismo afro-cristiano.
Le relazioni tra cristiani e musulmani, in genere, si basano su uno spirito di reciproca tolleranza e moderazione, sostenute dalla laicità dello Stato. I musulmani sono maggioritari nel nord del Paese, dove di recente non sono mancate tensioni create da alcuni gruppi intransigenti, regolate dalla collaborazione tra i capi delle due comunità religiose.
La Chiesa in Camerun ha conosciuto un più significativo sviluppo.
Il dinamismo di crescita ecclesiale si esprime anche nell'implicazione dei laici nella pastorale, in special modo per quanto concerne l'attività dei catechisti. Bisogna anche menzionare i movimenti di Azione Cattolica, le associazioni, le confraternite e le nuove comunità. Le corali, oltre ad animare le celebrazioni liturgiche, costituiscono sempre più un luogo di espressione di fede. Le donne e i giovani sono le categorie di fedeli che militano maggiormente nella Chiesa. Con più difficoltà emerge, invece, la figura dell'intellettuale laico, pertanto indispensabile per un più grande impegno dei cattolici all'interno dei quadri politici ed economici della nazione.
Per quanto concerne la vita sociale, i vescovi hanno preso coscienza dell'importanza di permeare la cultura locale dei valori cristiani, per ravvivare la speranza degli strati più poveri della popolazione. Con dichiarazioni e lettere pastorali, i presuli non cessano di denunciare i mali morali che minano la vita sociopolitica e interpellano i fedeli a un impegno personale e comunitario.
L'impegno sociale della Chiesa non si limita all'insegnamento della verità, ma si materializza con azioni concrete presso i poveri e gli emarginati. In effetti, davanti alla carenza dell'azione propria dello Stato in settori fondamentali come la salute pubblica, la scuola, o lo sviluppo rurale, la Chiesa in Camerun è testimone della presenza concreta di Cristo tra i poveri. I differenti servizi della Conferenza episcopale nazionale del Camerun (cenc) cercano di rispondere a tale esigenza in cooperazione con i servizi statali, con la Caritas internazionale e altri organismi ecclesiali. Numerosi comitati diocesani di attività sociali e caritative coordinano le attività e i progetti di sviluppo per le popolazioni. Di particolare importanza è il ruolo svolto sul piano dell'educazione dalle scuole e dai collegi cattolici, tra cui spicca l'istituto cattolico di Yaoundé e l'università cattolica dell'Africa centrale (ucac).
La miseria crescente, che scava un abisso sempre più profondo tra la classe politica benestante e le masse popolari più povere, provoca l'abbandono di valori culturali tradizionali quali la famiglia, il rispetto della vita, il rispetto degli anziani, la gratuità, la solidarietà, ecc. Nello stesso tempo, si assiste con sempre maggior frequenza al ritorno verso certe pratiche tradizionali, quali la stregoneria e la divinazione. In tale contesto, si assiste a una recrudescenza della mentalità magico-religiosa di gruppi ancestrali e di sette, che approfittano della situazione per vendere guarigioni, successo, salute a buon mercato e attirare nuovi adepti.
La risposta della Chiesa davanti a tali sfide consiste nell'organizzare meglio la diaconia spirituale e materiale: l'assistenza ai poveri, ai malati e ai più bisognosi, ma soprattutto il rafforzamento della catechesi e dell'istruzione religiosa. Purtroppo, allo stesso tempo, si assiste anche all'uso poco corretto dei mezzi sacramentali e a una pratica disordinata degli esorcismi e delle preghiere dei malati da parte di alcuni membri del clero locale.
Un'ulteriore sfida, assai complessa per la Chiesa, è quella della celebrazione dei funerali. Su tutto il territorio nazionale, i funerali sono celebrati con grande fasto, ben oltre le possibilità economiche della famiglia. La Chiesa cerca di affrontare questa realtà sul piano pastorale, anche se ancora troppo timidamente.
In ogni caso, bisogna riconoscere la volontà dell'episcopato camerunese di assicurare ai fedeli una formazione catechetica appropriata. Quanto più le sfide e i problemi sono complessi, tanto più i mezzi umani e finanziari sono limitati. Le situazioni attuali esigono nuovi metodi e strategie per assicurare una solida educazione dei fedeli ai valori cristiani.
I fedeli del Camerun attendono con impazienza questa visita storica del Santo Padre, poiché essa può apportare quello slancio spirituale necessario per stimolare in essi un rinnovato spirito evangelico che possa permettere di lavorare solidamente per lo sviluppo e di lottare con determinazione contro le forze negative generate dalla povertà in un Paese che in se stesso è ricco di risorse materiali e umane.
I cattolici del Paese sono coscienti del fatto che il Santo Padre viene ad annunciare l'originalità della vita cristiana affinché diventi un mezzo di salvezza per tutto il continente africano e una testimonianza per una vera solidarietà umana.
Solo così, la seconda assemblea dei vescovi del Sinodo speciale per l'Africa, sarà una sorgente di speranza per la Chiesa che è in Camerun e per tutta l'Africa.

(©L'Osservatore Romano - 16 - 17 marzo 2009)

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