domenica 15 marzo 2009

Benedetto XVI sotto il fuoco "amico". Il Papa non sarà mai solo contro chi non vuol capire (Volonté)


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LETTERA DI PAPA BENEDETTO XVI AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA DEI QUATTRO VESCOVI CONSACRATI DA MONS. LEFEBVRE: LO SPECIALE DEL BLOG

Leggiamo ed applaudiamo:

Benedetto XVI sotto il fuoco "amico"

Il Papa non sarà mai solo contro chi non vuol capire

di LUCA VOLONTÈ *

Il Papa è solo?

Magari chi lo scrive lo sperava e, fin dalla elezione di Benedetto, ha lavorato instancabilmente per strumentalizzare le sue parole, creare scandali, imbambolare i deboli della Curia, creare diffidenze e gelosie, confondere.

Il Papa non sarà mai solo. Fuori il petto e facciamo noi da scudo, noi non ce ne andremo. Ricordiamo bene che il Papa, nella sua Omelia ai Seminaristi di Roma di venti giorni fa, aveva già espresso tutto il proprio rammarico per le critiche dentro la Chiesa e aveva riaffermato l'ovvietà della guida di Pietro.

C'è un vezzo molto umano, ma non per questo da assecondare: invece di seguire Pietro, taluni si ritengono migliori del Papa e addirittura galoppano sull'onda dello Spirito del Tempo.

Con la lettera dei giorni scorsi, Benedetto ripete ancora una volta la ragione amorevole dell'avvio del dialogo verso la Fraternità di Pio X, ma nel far questo non può non richiamare quelle svergognate polemiche che ricordiamo tutti. Anche questa volta, ma per iscritto ("verba volant, scripta manent"), il Papa usa termini forti e inequivocabili: «Nella Chiesa ci si morde e divora».

Parole da rabbrividire! Chi è causa di questo male, per l'intero corpo mistico e non solo per la gerarchia, si dovrebbe vergognare.

L'avvio del percorso di risanamento con i lefebvriani, tra l'altro, include non solo il riconoscimento della guida del Papa, ma pure tutti i documenti del Concilio. Tuttavia, penso che la polemica contro il Papa sia stata semplicemente una "scusa" maligna, l'occasione che taluni aspettavano per cavalcare, dentro la Chiesa, le critiche mosse al Papa dal di fuori, dal mondo del "politicamente corretto".

Chi voleva una Chiesa in cui ognuno potesse fare e dire ciò che più gli aggradava, o conveniva, o lo rendeva "più simpatico" o "alla moda", quei tali che talvolta dal pulpito adeguano la verità allo Spirito del Tempo tanto da renderla così moderna dal rivoltarla completamente, sono coloro che «mordono e divorano». Il Papa ha detto e scritto, per evitare che nessuno dica di non aver capito, quanto è della fede e dell'avvenimento cristiano, cioè della Chiesa. Negli stessi giorni delle critiche al Papa da parte di numerosi vescovi e taluni cardinali i fratelli ebrei «hanno aiutato e capito» la ragione della ripresa del dialogo con i lefebvriani, per sanare un ferita nel corpo mistico della Chiesa. Chi non lo capisce dimostra di non essere consapevole della natura e della sostanza della Chiesa. Critiche? Discussioni e schietti confronti? Certo, lo aveva già ricordato il Papa mesi orsono, nella sua Udienza Generale sul Concilio di Gerusalemme, ricordando la schietta amicizia e il duro confronto tra Giacomo e Paolo, ma rammentando anche il ruolo di Pietro e l'amicizia cristiana tra gli apostoli e il Vicario di Cristo. Possibile che ci siano vescovi "mordaci" che nemmeno leggono e riflettono sulle parole del Papa? Mentre tutto il mondo guarda a Roma, in questo tempo in cui solo il personalismo e la verità cristiani possono indicare la sempre nuova via d'uscita alla crisi morale, sociale ed economica, c'è chi si diverte a correr dietro allo Spirito del Tempo e infangare Pietro e la Chiesa. Certo, ci sono mistificatori sperticati e critici senza ritegno (agnostici come Mancuso, pagato da don Verzè; giornalisti adoratori dello spiritismo scalfariano come Polito; pseudo filosofi, ma frequentatori di Seminari diocesani alla Garelli). Con la sua lettera il Papa vuole strappare taluni dalla diabolica tentazione di trasformarsi in "giuda". Solo dietro a Pietro si sta al sicuro, la storia insegna. Il Papa è solo? Benedetto non sarà mai solo. Noi ci siamo, siamo dietro di Te.

* deputato dell'Udc

© Copyright Il Tempo, 15 marzo 2009 consultabile online anche qui.

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