lunedì 1 dicembre 2008
Achille Ratti, Papa Pio XI, e la Cina (Osservatore Romano)
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Dal suo epistolario emergono i rapporti con il missionario Albino Ranzini e il suo interesse per il mondo orientale
Achille Ratti e la Cina
Papa Pio XI manifestò costante attenzione per la Chiesa in Cina. Questo suo interesse risaliva a molti anni prima, essendosi formato e accresciuto durante il periodo passato all'Ambrosiana come Dottore e Prefetto. Alcune lettere dell'epistolario rattiano - delle quali il Centro internazionale di studi e documentazione Pio XI ha promosso un censimento - documentano della passione umana e cristiana che animava Ratti nei suoi rapporti con il padre Albino Ranzini, missionario in Cina nel 1908-1909. Sull'argomento anticipiamo un articolo che sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista quadrimestrale "Aevum", organo ufficiale della Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
di Pier Francesco Fumagalli
Viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana
Achille Ratti trascorse lunghi anni operosi - dal 1888 al 1914 - all'Ambrosiana di Milano, come dottore e quindi prefetto. I suoi interessi per gli studi durante il periodo ambrosiano andarono specialmente alla storia della Chiesa e alla liturgia, ma egli si sentiva attratto verso ogni orizzonte di pensiero e di civiltà da una carità di valenza culturale, e non trascurava neppure alcuni settori di particolare importanza nell'area dell'orientalistica, in particolare l'ebraico. Era non meno attento estimatore di quanto poteva riferirsi in genere ad altre culture dell'Oriente medio ed estremo, come attesta l'impegno che mise per assicurare all'Ambrosiana - grazie all'efficace mediazione del giovane arabista Eugenio Griffini - l'acquisizione del fondo arabo Caprotti nel 1909, o l'attenzione che riservò a un raro cimelio cinese, il tavolino ligneo di epoca Ming del quale fece eseguire un accurato restauro.
Sempre nei medesimi anni nei quali Ratti dirigeva l'Ambrosiana, esaminò la mappa Wàn guó quán tú ("Mappa completa dei Diecimila Regni") di Giulio Aleni, che riteneva attribuibile a Matteo Ricci sulla scorta di una comunicazione ricevuta da Giuseppe Ros in una corrispondenza da Shanghai il 31 luglio 1909 (Ambrosiana, Z 78 suss., ins. 5, n. 41).
Più tardi, divenuto prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, con felice intuito dispose che la grande Mappa della Cina, opera del primo sinologo occidentale, Matteo Ricci (1552-1610), venisse esposta all'ingresso della biblioteca papale, a emblema dell'universalità della cultura e della scienza in dialogo con la fede. La sua convinta stima e amicizia verso la Cina si manifestò compiutamente quando, fin dall'inizio del Pontificato, nel 1922 istituì la Delegazione Apostolica in Cina nominandovi delegato Celso Costantini, scelta dalla quale scaturirono frutti di grande rilievo, come il primo Concilio cinese a Shanghai nel 1924, la fondazione dell'università cattolica di Pechino nel 1925, la lettera apostolica Ab ipsis pontificatus (15 giugno 1925), la consacrazione in San Pietro dei primi sei vescovi cinesi il 28 ottobre 1926, l'inculturazione della fede nell'arte cinese e, infine, l'autorizzazione papale a "riti cinesi" in onore di Confucio e degli antenati, il 28 maggio 1935.
All'Ambrosiana l'epistolario rattiano, del quale il Centro internazionale di studi e documentazione Pio XI ha promosso un censimento, potrà fornire altre informazioni preziose sotto molteplici punti di vista. Ma già nel corso di questo iniziale lavoro - nei primi mesi del 2007 - Federica Peruzzo ci segnalava gentilmente alcune lettere di un padre dell'Istituto per le missioni estere di Milano - dal 1926 Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) - impegnato in quegli anni in fervidi e intensi rapporti con la Cina.
Ratti intratteneva con il missionario rapporti cordiali, come risulta anche da quattro brevi lettere. Si tratta, come indicato sul foglio che le custodisce, di una corrispondenza con "Padre A. Ranzini Procuratore della Missione di Han Kow", precisamente di "Quattro lettere del 1908, 908, 909, 909, scritte da Han Kow e da Milano e dirette a Monsignor Ratti; Lettere di carattere famigliare ed anche istruttive su certi usi domestici dei Cinesi: v. lettera 3". (Ambrosiana, ms. W 34 inf., lett. 44-47). La città di Han Kow, allora centro urbano autonomo, oggi si trova unita al più grande centro di Wuhan che conta circa otto milioni di abitanti, capoluogo della provincia del Hebei, nel sud della Cina.
Padre Ranzini (1855-1915) partì per la Cina nel 1886, e fu di nuovo in Italia per motivi di salute tra il 1904 e il 1906; tornato in Cina, si dedicò all'ospedale di Ciumatien, finché la malattia lo costrinse a lasciare definitivamente la Cina e a rimpatriare nel 1909.
Riportiamo i testi dei documenti.
Ambrosiana, W 34 inf. lettera 44
Carta, cm 21,4 x 13,3 linee 24 sul recto
Accanto all'intestazione a stampa in francese e cinese "Procure des Miss. Cath. Du Ho-Nan merid.", seguono le indicazioni di luogo e data, e il destinatario: "Han Kow, 11 Settembre 1908", "R.mo Sig. Don Achille", quindi il testo della lettera: "Ieri sera, dopo un'assenza di un buon mese a Tchu Ma Tien, che è al 313 Km. da Han Kow (linea Han Kow - Pechino), ero qui di ritorno e fra le tante lettere e pacchi postali trovai anche la di Lei del 18 pass. Agosto con un cheque di 5 (cinque) sterline, e di cuore La ringrazio vivissimamente. Purtroppo malgrado io qui in un anno e mezzo abbia potuto aumentare di molto i redditi di queste case, opera del sempre compianto Mgr. Volonteri, pure per i continui e crescenti bisogni essi non bastano. E poi la Sua elemosina viene in buon punto per aiutarci quindi di nuovo ne La ringrazio.
Causa poi la mia salute sempre precaria ho domandato e ottenuto finalmente d'essere esonerato dalla Procura; ma fui chiamato alla direzione del nostro grande ospedale europeo-cinese di Tchu Ma Tien dove vi andrò fra un mese. In proposito Le scriverò di nuovo.
Mando alcuni numeri del Daily News. Intanto saluti cordiali a Lei e a Don Alessandro dal sempre di V. R. devotissimo in Cristo, Padre A. Ranzini".
Ambrosiana, W 34 inf. lettera 45
Carta, cm 15,6 x 14 linee 14 sul recto
Accanto all'intestazione a stampa in inglese e cinese "Ho-Nan South Cath. Miss. Procure", seguono le indicazioni "Memo. Han-Kow, 28 Settembre 1908", "R.mo Sig. Prof. Ratti", quindi il testo della lettera: "Ho dimenticato nella mia ultima di dirLe una parola sul M. R. Don Annibale Bottigelli che Lei mi dice passato a miglior vita e per cui mi domanda una Messa. Credo che egli nel 1904 quando fui a Milano fosse Assistente alle Stelline vicino alla Madonna delle Grazie. Purtroppo allora la Diocesi con lui ha perduto un servo fedele e Lei lo credo anch'io un sincero e fedele amico. Mi dia il Signore di poterlo imitare onde rivederlo in Cielo.
Qui ancora qualche caso di colera, ma va scomparendo. Abbiam qui perduto 3 Padri, 2 Suore europei; un pope russo, un ministro protestante ed una buona dozzina di Europei. Del resto si è in pace.
Saluti a Don Alessandro ed a Lei R.mo Signore, dal Suo aff.mo in Cristo, Padre A. Ranzini".
Ambrosiana, W 34 inf. lettera 46
Carta, cm 24 x 21 25 linee sul recto
Accanto all'intestazione in caratteri cinesi con timbro ad inchiostro blu-scuro/violaceo Zhu Ma Dian, seguono le indicazioni "Ospedale Cattolico Italiano di Tchu Ma Tien (Ho-Nan), 4 Gennaio 1909", "R.mo Sig. Professore", quindi il testo della lettera: "Oggi ricevetti la di Lei del 27 scorso Novembre ed eccomi a dirLe due parole delle figure che Le mandai.
Esse rappresentano ciò che gli antichi chiamavano i dei penati. I dei penati poi sono sine numero, a seconda dei gusti. Ciò che Le spedii rappresentano: una copia gli antenati; si può vederli quivi rappresentati fino alla quinta generazione, e ad essi si raccomandano i loro devoti per aver figli, maschi, s'intende. Un'altra rappresenta un protettore dei falegnami. Come nei tempi dei comuni, gli operai sono divisi secondo le loro proporzioni ed in corporazioni; è ciò che si vede ancora tra noi, in Milano, ai nostri giorni. Un'altra rappresenta il protettore dei mercanti il dio delle ricchezze. Breve sono tutte dei domestici tolti da me tanti anni or sono dai loro affari privati al cui posto fu appesa un'iscrizione al, diremo, Vero Dio Ottimo, Onnipotente, Onniveggente e Trino.
Questo ospedale si aprirà tra poco. Fra due giorni avrò qui le Canossiane e fra un dieci il medico, un piemontese. Ma credo che il primo malato da curare sarò io: la mia malattia oramai è da un cinque anni che mi tormenta e credo che oramai saremo al suo epilogo. Vuol dire che quando sentirà che me ne sono andato vo' sperare si ricorderà di dirmi un Requiem.
Tanti saluti a Don Alessandro. Raccomandandomi alle Sue preghiere mi creda tutto per la R.ma Signoria Vostra, devotissimo in Cristo, Padre A. Ranzini".
Ambrosiana, W 34 inf. lettera 47
Carta, cm 20,7 x 13,5 (un foglio piegato a metà) linee 21 sul recto
Questa è la sola lettera non proveniente dalla Cina, bensì da Milano. Accanto all'intestazione a stampa in italiano "Seminario Lombardo delle Missioni Estere, Via Monte Rosa 71" seguono le indicazioni "Milano, li 28 dicembre 1909" e "R.mo Monsignore", quindi il testo della lettera: "Costretto a rimpatriare di nuovo, pure per motivi di salute, mi faccio premura d'inviarLe un sincero augurio di una buona fine e di un felice principio.
Sono intervenuto ai funerali di Mgr. Comi ma la proibizione del medico m'impedì di farLe una visita proibizione che credo durerà ancora un buon mese dopo il quale tempo, se starò bene, spero potrò farLe una visita.
Intanto mi raccomando alle Sue buone orazioni affinché il Signore mi conceda la grazia di guarir bene e ritornarmene nella mia cara Missione.
Con stima profonda mi creda tutto di V. R. Ill.ma devotissimo in Cristo, Padre A. Ranzini. [accanto anche la firma di] Don Alessandro".
La figura e l'opera di Padre Ranzini meritano almeno un cenno che metta in luce le iniziative da lui promosse in Cina. È probabile che altri documenti emergano in futuro dai fondi ambrosiani, dai quali dovrebbe ricostruirsi con maggiore ricchezza di particolari una rete di rapporti che Achille Ratti, fin dagli anni milanesi, cercava di sviluppare con l'Estremo Oriente anticipando e preparando l'azione decisiva che, come pontefice, avrebbe poi diretto per consolidare la Chiesa in Cina.
(©L'Osservatore Romano - 30 novembre 2008)
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