domenica 7 dicembre 2008

Il Vaticano spera che il successore di Alessio II apra finalmente una pagina nuova (Accattoli)


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Il Vaticano spera che il successore apra finalmente una pagina nuova

Luigi Accattoli

CITTA' DEL VATICANO

Alessio il traghettatore: così dall'osservatorio vaticano si guarda — nel momento dell'addio — al volenteroso e difficile interlocutore moscovita. I 18 anni del suo «patriarcato» coincidono con la stagione tumultuosa della Russia che esce dal comunismo. E' diffusa la convinzione che li abbia navigati senza grandi errori ma anche senza genio e invenzione: egli aveva intelligenza del nuovo ma era un uomo del vecchio sistema ecclesiastico moscovita legato biograficamente e anche psicologicamente alla gestione statale degli affari religiosi.
Ha traghettato con prudenza nella nuova era la complessa realtà del Patriarcato — la Chiesa cristiana più numerosa e più organizzata dopo quella cattolica — ottenendo buoni risultati nel rilancio organizzativo e nel recupero dell'unità interna. Ma il «Patriarca di Mosca e di tutte le Russie», come suona il titolo ufficiale, non poteva non risentire del momento tragico in cui alcune delle «Russie» si staccavano da Mosca e imboccavano la via dell'autocefalia, che è l'equivalente ecclesiastico dell'indipendenza statuale.
Trovandosi nel mezzo di quella tempesta Alessio, pur dotato di esperienza ecumenica, ha dovuto impersonare un vigoroso irrigidimento nei confronti delle Chiese dell'Occidente e in particolare verso il Papa di Roma che forse con troppa audacia — quando si chiamava Giovanni Paolo II — ebbe a creare quattro diocesi nel «territorio canonico» della Russia ortodossa. Un irrigidimento difensivo e a carattere nazionalistico, non dissimile da quello che negli stessi anni il Cremlino è venuto attuando nei confronti degli Usa.
Cambiato il Papa, la tempesta tra Roma e Mosca in questi ultimi tre anni veniva calmandosi. E si può capire che la lunga presenza a Roma di un Papa polacco fosse un elemento che complicava il rapporto con tutte le ortodossie ma in particolare con quella russa. Forse il successore del Papa slavo potrà finalmente incontrare il successore di Alessio, con il quale è verosimile che la Santa Russia davvero volti pagina e avvii un nuovo corso, totalmente post-sovietico. I metropoliti Kirill di Smolensk e Kaliningrad, Juvenali di Mosca e Filarete di Minsk potrebbero interpretare i tempi nuovi che Alessio, successore di Pimen, vide ma non sposò.

© Copyright Corriere della sera, 6 dicembre 2008

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