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Da Luanda l'appello del Papa alla comunità internazionale perché mantenga gli impegni verso il continente
Africani artefici del proprio sviluppo
Basta con la logica "dei piani e delle soluzioni elaborate da altri" e calate dall'alto: gli africani "devono essere gli agenti primari del loro sviluppo". Da Luanda, dove è giunto ieri, venerdì 20 marzo, il Papa ha lanciato un atto di accusa nei confronti dei Paesi che disattendono i loro impegni verso il continente e continuano a guardare all'Africa con gli stessi occhi degli antichi colonizzatori.
"Più che semplici programmi e protocolli - ha scandito - le persone stanno giustamente chiedendo una conversione dei cuori alla fraternità". Dagli stessi africani sale perciò "la richiesta a quanti servono nella politica, nell'amministrazione pubblica, nelle agenzie internazionali e nelle compagnie multinazionali: stateci accanto in modo veramente umano; accompagnate noi, le nostre famiglie, le nostre comunità!".
Alle autorità angolane e ai membri del corpo diplomatico, incontrati in serata nel palazzo presidenziale della capitale, Benedetto XVI ha chiesto di liberare il continente "dal flagello dell'avidità, della violenza e del disordine", guidandolo "sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia".
Il Pontefice ha indicato il rispetto dei diritti umani, un Governo trasparente, una magistratura indipendente, una comunicazione sociale libera, un'onesta amministrazione pubblica, una rete efficiente di scuole e di ospedali. Ha reclamato dai politici locali "la ferma determinazione di stroncare una volta per tutte la corruzione".
Non meno deciso il richiamo alla comunità internazionale per onorare gli impegni del Doha round, il negoziato lanciato nel 2001 dal Wto. Ai Paesi ricchi l'esplicito invito a destinare almeno lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo agli aiuti allo sviluppo.
Accompagnato dall'assicurazione che la Chiesa sarà "sempre accanto ai poveri". E continuerà a denunciare, in particolare, la "sconvolgente" discriminazione che colpisce le donne e le pressioni a cui è sottoposta la famiglia. Non ultima quella dei programmi sui "diritti riproduttivi delle donne" che inseriscono l'aborto "tra le cure della salute materna".
Nella serata di venerdì il Pontefice ha incontrato i vescovi angolani, mentre nella mattina di sabato 21 ha celebrato la messa a Luanda.
(©L'Osservatore Romano - 22 marzo 2009)
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