sabato 21 marzo 2009
Il Papa ai sacerdoti: "Siamo tutti lavoratori nella Vigna del Signore" (Izzo)
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Segnalazioni articoli e commenti interessanti...
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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN CAMERUN E ANGOLA (17-23 MARZO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG
DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE IN CAMERUN ED ANGOLA
IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"
Riceviamo e con profonda gratitudine pubblichiamo:
PAPA: "SIAMO TUTTI LAVORATORI NELLA VIGNA DEL SIGNORE"
Salvatore Izzo
(AGI) - Luanda, 21 mar.
Joseph Ratzinger che il 19 aprile del 2005, affacciandosi dalla Loggia della Basilica di San Pietro per la prima volta da Papa, si era descritto alla folla come "un umile lavoratore della Vigna del Signore" e’ tornato oggi ad utilizzare questa immagine evangelica rivolgendosi a 1500 sacerdoti cattolici dell’Angola e a centinaia di religiosi e religiose peresenti nella parrochhia di San Paolo dove ha celebrato la messa.
"Cari fratelli e sorelle - ha detto - provo una grande gioia nel trovarmi oggi in mezzo a voi, miei compagni di giornata nella vigna del Signore; di questa vi occupate con cura quotidiana preparando il vino della Misericordia divina e versandolo poi sulle ferite del vostro popolo cosi’ tribolato. Vi saluto tutti, donne e uomini dediti alla causa di Gesu’ Cristo che qui vi trovate e quanti ne rappresentate: vescovi, presbiteri, consacrate e consacrati, seminaristi, catechisti, leaders dei piu’ diversi Movimenti e Associazioni di questa amata Chiesa di Dio. Desidero ricordare inoltre le religiose contemplative, presenza invisibile ma estremamente feconda per i passi di tutti noi".
Tra i religiosi il Papa si e’ poi rivolto in particolare ai salesiani che reggono la parrocchia di san Paolo che ha ospitato il rito. In proposito, Benedetto XVI ha sottolineato che la parrocchia di San Paolo (come tutte le parrocchie del mondo) non e’ solo dei Figli di Don Bosco ma e’ soprattutto dei fedeli che oggi, ha detto, "ci accolgono nella loro chiesa, senza esitare per questo a cederci il posto che abitualmente spetta ad essi nell’assemblea liturgica".
"Ho saputo - ha continuato - che si trovano radunati nel campo adiacente e spero, al termine di quest’Eucaristia, di poterli vedere e benedire, ma fin d’ora dico il mio grazie. Dio susciti in mezzo a voi e per mezzo vostro tanti apostoli nella scia del vostro Patrono".
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PAPA: LIBERARE AFRICA DA EUTANASIA DI STRADA E SUPERSTIZIONI
(AGI) - Luanda, 21 mar.
Ci sono in Africa forme di eutanasia basate sulla superstizione. La Chiesa deve contribuire a sradicare questo orrendo fenomeno. Lo chiede il Papa nell’omelia della messa celebrata questa mattina a Luanda per sacerdoti e religiosi delle diocesi dell’Angola. "Arrivano al punto - denuncia il Papa - di condannare bambini della strada e anche i piu’ anziani, perche’, dicono, sono stregoni".
Per Papa Ratzinger, la Chiesa deve dunque avere il coraggio della denuncia e dell'azione davanti a situazioni crudeli (che in molte zone dell’Africa di fatto ancora persistono nel terzo millennio) come l’abbandono di vecchi e bambini (anche neonati, quando la mamma muore in seguito al parto) a morire di stenti in strada o sbranati dalle belve nella foresta. Gesu’, infatti, "e’ stato proprio Lui, come buon medico, ad aprire la ferita, affinche’ la piaga guarisse".
"Sulla scia degli eroici e santi messaggeri di Dio", i missionari che 500 anni fa portarono il Vangelo in Angola, oggi, ricorda il Papa ai vescovi, sacerdoti e fedeli cattolici del grande paese africano, siete chiamati a "offrire Cristo risorto ai vostri concittadini, tanti dei quali vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati" e sono "disorientati". A tutti, spiega, bisogna "annunziare che Cristo ha vinto la morte e tutti quegli oscuri poteri". E a chi obietta: "perche’ non li lasciamo in pace?
Essi hanno la loro verita’; e noi, la nostra. Cerchiamo di convivere pacificamente, lasciando ognuno com’e’, perche’ realizzi nel modo migliore la propria autenticita’", il Papa teologo invita a rispondere con la testimonianza: "se noi siamo convinti e abbiamo fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita e’ incompleta, le manca la realta’ fondamentale, dobbiamo essere convinti anche del fatto che non facciamo ingiustizia a nessuno se gli presentiamo Cristo e gli diamo la possibilita’ di trovare, in questo modo, anche la sua vera autenticita’, la gioia di avere trovato la vita. Anzi - insiste - dobbiamo farlo, e’ un obbligo nostro offrire a tutti questa possibilita’ di raggiungere la vita eterna". "Venerati e amati fratelli e sorelle - invita Benedetto XVI - diciamo loro come il popolo israelita: ’Venite, ritorniamo al Signore: Egli ci ha straziato ed Egli ci guarira’. Aiutiamo la miseria umana ad incontrarsi con la Misericordia divina".
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