sabato 21 marzo 2009

Dall’Africa: perché il Papa ha ragione. Jumbam: dis­sonanza tra la copertura locale e quella straniera (Pozzi)


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Il Papa: "Amici miei, armati di un cuore integro, magnanimo e compassionevole, voi potete trasformare questo Continente, liberando il vostro popolo dal flagello dell’avidità, della violenza e del disordine, guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia..." (Discorso alle Autorità dell'Angola)

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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN CAMERUN E ANGOLA (17-23 MARZO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE IN CAMERUN ED ANGOLA

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IL PAPA E IL MONDO

Dall’Africa: perché il Papa ha ragione

Anna Pozzi

«Una polemica che non ha ragion d’es­sere» .
Etienne Pagot, coor­dinatore diocesano della sanità dell’arcidiocesi di Doaula e responsabile dei programmi di lotta contro l’Aids, è sorpreso del pol­verone sollevato dalla di­chiarazioni di Benedetto XVI sull’uso del preserva­tivo.
Dichiarazioni che, del resto, non hanno trovato vasta eco in Camerun.
«Le abbiamo vissute come qualcosa di già detto – con­tinua Pagot –. E se non fos­sero state rilanciate con grande enfasi dai media internazionali, probabil­mente sarebbero rimaste sullo sfondo. D’altra parte, è lo stesso linguaggio che noi teniamo ogni giorno sul terreno: astinenza e fe­deltà sono mezzi più sicu­ri per prevenire e combat­tere la diffusione dell’Aids.
Questione di realismo e di buon senso» .
Il vero problema, sostiene, è proprio il « gran rumore sollevato sulla questione del preservativo, che ha fatto passare in secondo piano non solo gli altri te­mi trattati dal Pontefice, ma la stessa questione del­l’Aids che ha ben altre ri­percussioni: sanitarie, so­ciali, psicologiche, cultu­rali, spirituali… » .
Il sospetto, secondo Pagot, è che « chi è lontano da questi problemi, che per noi sono quotidiani e cru­ciali, dà un’importanza ec­cessiva a un aspetto speci­fico e non centrale, svian­do l’attenzione dalle vere questioni» .
«La mia impressione – gli fa eco Martin Jumbam, ex direttore della Maison des communications sociales (Macacos) di Douala – è che il Papa qui in Camerun abbia toccato i temi e le sfi­de più urgenti per questo continente.
È quello di cui tutti, dai media alla gente, parlano qui: pace, giusti­zia, riconciliazione, ma an­che la sofferenza materia­le e spirituale degli africa­ni, il tema forte della fami­glia, quello della povertà e dell’oppressione.
I discor­si del Santo Padre hanno suscitato grande impres­sione. E continuano a far discutere la gente» .
Jumban, che è perfetta­mente bilingue e guarda con attenzione i media in­ternazionali, nota una dis­sonanza tra la copertura locale e quella straniera.
«Qui si continua a sottoli­neare la portata storica di questo viaggio del Ponte­fice, e delle ripercussioni che potrà avere sul nostro Paese e sulla sua Chiesa. I media internazionali han­no insistito quasi unica­mente sulla questione del preservativo, che da noi è passata quasi inosservata». Chi non si è fatto sfuggire l’occasione di ironizzare sulle dichiarazioni del Pa­pa è stato invece l’irrive­rente Messager Popoli, in­serto satirico che esce set­timanalmente con il gior­nale Le Messager, princi­pale quotidiano indipen­dente camerunese. Il suo direttore, tuttavia, usa to­ni ben più pacati: «Dal mio punto di vista – dice Njawé, che è anche uno dei principali alfieri della libertà di stampa in Came­run – il Papa ha ragione ad esprimersi in questi termi­ni e soprattutto a ribadire che la fedeltà e l’astinenza sono i mezzi migliori per combattere l’Aids. Tuttavia quando lo si dice in Africa subsahariana, la regione al mondo maggiormente colpita da questo flagello, occorre farlo con una cer­ta prudenza ed evitare i ri­schi di fraintendimento: non si deve infatti lascia­re la porta aperta alla ne­gligenza, che qui da noi si­gnifica morte» .
Quanto al giornale di go­verno, il Cameroon Tribu­ne, elenca tra le dichiara­zioni di Benedetto XVI di cui far tesoro quelle sulla famiglia e sul ruolo dei ma­riti, per nulla scontate in quel contesto.
Nonché le parole rivolte ai giovani: « Di fronte alla difficoltà della vita, custodite il co­raggio e lasciatevi toccare da Cristo » . «Verginità e ce­libato non diminuiscono in nulla la dignità del ma­trimonio» , riporta il gior­nale, commentando: «Questo almeno ha il gran­de vantaggio di essere chiaro».

© Copyright Avvenire, 21 marzo 2009 consultabile online anche qui.

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