martedì 24 marzo 2009

Card. Bagnasco: il Papa travisato dai media ed irriso dai politici (Izzo)


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DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE IN CAMERUN ED ANGOLA

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

BAGNASCO, IL PAPA TRAVISATO DAI MEDIA E IRRISO DAI POLITICI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 mar.

I media hanno strumentalizzato le parole del Papa sull'Aids e le hanno offerte in pasto a quanti sulla base dei loro resoconti hanno decretato contro di lui "un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici".
E' durissimo il card. Angelo Bagnasco riguardo alla polemica sui preservativi che, afferma nella prolusione al Consiglio Episcopale Permanente, "francamente non aveva ragione d'essere" ma ha sovrastato "fin dall'inizio" il viaggio di Benedetto XVI in Africa "nell'attenzione degli occidentali".
Rilevando che in proposito "sui media africani non si e' riscontrato alcun autonomo interesse", il presidente della Cei addita responsabilita' precise per quanto e' accaduto: "l'insistenza pregiudiziale delle agenzie internazionali" e "le dichiarazioni di alcuni esponenti politici europei o di organismi sovranazionali, cioe' di quella classe che per ruolo e responsabilita' non dovrebbe essere superficiale nelle analisi ne' precipitosa nei giudizi".
"L'irrisione e la volgarita' tuttavia non potranno far mai parte del linguaggio civile, e fatalmente ricadono su chi li pratica", continua il porporato che ipotizza tra le ragioni dell'incidente il fatto che in Europa "si intendesse non lasciarsi disturbare dalle problematiche concrete che un simile viaggio avrebbe suscitato, specie in una fase di acutissima crisi economica che richiede ai rappresentanti delle istituzioni piu' influenti una mentalita' aperta e una visione inclusiva". "Non ci sfugge tuttavia che nella circostanza non ci si e' limitati ad un libero dissenso", dice Bagnasco che "sommessamente ma con energia" assicura a nome di tutti i vescovi italiani: "non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso. Per tutti egli rappresenta un'autorita' morale che questo viaggio ha semmai fatto ancor piu' apprezzare.

Per i cattolici e' Pietro che, con le reti del pescatore e nel nome del Signore Gesu', continua a raggiungere i lidi del mondo". Mentre la "dinamica contestativa" che si e' rappresentata in questo come in altri analoghi casi recenti, "per le forme subdole che talora assume ma anche per gli appoggi clamorosi di cui gode, e' una delle tracce che ci portano a identificare la cifra piu' marcata del nostro tempo qual e' il secolarismo".

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CASO ELUANA: C'E' RISCHIO DI UNA DERIVA EUTANASICA

(AGI) - CdV, 23 mar.

"Quando e' piu' fragile, l'esistenza di ciascuno di noi diventa allora piu' moralmente preziosa, nel senso che e' piu' direttamente protesa a cementare il bene comune suscitando in ciascuno e nella societa' ulteriori energie di altruismo e di dedizione". Lo rileva il card. Angelo Bagnasco che nella prolusione al Consiglio Episcopale Permanente dedica uno spazio amplissimo al Caso Englaro, il cui esito - che si vorrebbe ora tradurre in una prassi generalizzata - pone per il presidente della Cei "una serie di interrogativi consequenziali, il primo dei quali e': non stiamo attribuendo al 'sistema' un diritto all'eliminazione dei soggetti inabili, quasi che costoro possano configurarsi come cittadini di serie B? E questo 'diritto', che per ora si affaccia appena, una volta immesso nel corpus giuridico e nel costume pubblico, non e' forse destinato a diventare col tempo piu' incalzante e spietato? E tale meccanismo non riguardera' anzitutto coloro che sono piu' deboli, bisognosi di assistenza e di premura da parte della collettivita', perche' segnati dalla vecchiaia o dalla malattia o dalla fragilita' mentale? E se la 'qualita' della vita e' fatta dipendere principalmente dalle relazioni consapevoli, quanti altri sono i soggetti che di tali relazioni non hanno coscienza, pur non vivendo in stato di coma vegetativo persistente? Che cosa ci autorizza ad escludere che, al di la' delle nostre piu' ravvicinate determinazioni, potremmo un giorno restarne in un modo o nell'altro coinvolti? E un'autorizzazione legalizzata di questo segno, cosa potra' produrre in termini di cultura, e dunque di gestione delle cure, nelle piu' diverse strutture sanitarie come nell'intero sistema socio-assistenziale, fino alle compatibilita' ultime di budget?".
Per Bagnasco, dunque, c'e' il rischio di uno scivolamento verso l'eutanasia. "Qualunque deriva eutanasica, per quanto tecnicamente circoscritta o concettualmente edulcorata, e' in realta' per gli uomini d'oggi, se ci si pensa bene, una falsa soluzione", denuncia infatti il porporato citando l'intervento di Benedetto XVI il primo febbraio 2009. "Falsa soluzione - spiega - rispetto agli stessi disagi personali gravi, che richiedono non la soppressione della vita ma la vicinanza e l'accompagnamento delle persone. La prima cura, per qualsiasi forma di malattia, e' non far sentire solo il malato, solo con il suo male, e abbandonato a se stesso". Secondo il presidente della Cei, garantire al malato "una presenza competente, amorevole e quotidiana, e' per la societa' una responsabilita' piu' ardua e impegnativa rispetto ad altre 'scorciatoie' apparentemente pietose. Ma e' qui, non nei proclami astratti e ripetuti, che una societa' getta come la maschera e rivela il suo vero volto, manifestando il proprio livello di umanita' o, al contrario, di incivilta'".

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BAGNASCO: MALCOMPRESSO SU SCONTRO TRA VISIONI UOMO

(AGI) - CdV, 23 mar.

La prolusione del presidente della Cei Angelo Bagnasco e' stata equivocata questo pomeriggio da alcuni media che hanno attribuito al porporato la denuncia di una contrapposizione tra credenti e non credenti sui temi dell'etica. Per Bagnasco, a contrapporsi, come emerge dal testo, sono invece ''due modi di intendere la ragione, uno indvidualistico e egoistico l'altro solidale''. Su questo terreno, fanno notare alla Cei, chi crede e chi non crede possono incontrarsi e gia' si incontrano. Affermare che la vita e' un valore da tutelare, infatti, e' ''un principio antropologico che puo' unire il credente, per il quale il dono della vita viene da Dio, e il non credente''.
La contrapposizione - come sottolineato dal card. Bagnasco - e' invece tra la ragionevolezza di considerare la liberta' come un valore da leggere alla luce di questo principio etico e l'assolutizzazione della liberta' individuale sganciata da qualunque riferimento etico.

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