lunedì 2 marzo 2009

Il Papa agli operai Fiat: "Priorità ai lavoratori e alle loro famiglie" (Zagaria)


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Il Papa agli operai Fiat: "Priorità ai lavoratori e alle loro famiglie"

Di fronte alla crisi economica, che rischia di travolgere oltre cinquemila famiglie di cassintegrati alla Fiat di Pomigliano, il Papa esorta le autorità politiche e civili, come anche gli imprenditori, «ad un comune e forte impegno» per tutelare, come «priorità», i lavoratori e le loro famiglie.
All´Angelus domenicale, Benedetto XVI ha rivolto un messaggio in difesa di operai e impiegati dello stabilimento Fiat di Pomigliano D´Arco, in delegazione a Roma con il loro parroco. «Grazie Santità. Noi andiamo avanti», commentano i lavoratori, che chiedono risposte concrete all´azienda e al governo. E i sindacati: «Siamo contenti che anche Benedetto XVI ci abbia espresso solidarietà. Ma ora attendiamo che a fare la propria parte sia la Fiat, il cui silenzio ci spaventa moltissimo»


di Cristina Zagaria

I lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano si alzano in piedi al grido: «Grazie Santità, non ci fermeremo». Una piccola delegazione di operai, guidata dal parroco di San Felice in Pincis a Pomigliano d´Arco, don Peppino Gambardella, ieri mattina, è andata a Roma, in piazza San Pietro, con uno striscione. Gli altri hanno ascoltato le parole del Papa a casa, in piazza, per le strade. Parole di speranza, che chiamano alle proprie responsabilità politici e imprenditori. E ora i lavoratori, più che mai chiedono risposte concrete all´azienda e al governo.

«Saluto - ha detto Benedetto durante l´Angelus - i lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano d´Arco, venuti a manifestare la loro preoccupazione per il futuro di quella fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono da essa per il loro lavoro». A Pomigliano, Acerra, Afragola, Sant´Anastasia e nei paesi del napoletano dove vivono le famiglie dei 5 mila in cassa integrazione e dei 10 mila dell´indotto a rischio, è calato il silenzio. Poi si è accesa la speranza. I sindacati avevano organizzato per domenica prossima una manifestazione a Roma, ma è bastato uno striscione e il Papa, a sorpresa, è sceso in campo, accanto ai lavoratori. «Desidero esprimere il mio incoraggiamento - ha continuato Benedetto XVI - alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinché con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento». Parole a cui fanno subito eco quelle del vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, che già venerdì scorso era sceso in piazza con i lavoratori dello stabilimento. «Ascoltate il grido di questa gente che non vuole oro e argento, ma solo lavoro e futuro - dice Depalma subito dopo le parole del Papa - Il presente ora è un presente di speranza, di solidarietà, Gli operai devono sapere che non sono soli. C´è la chiesa, la scuola, ci sono le istituzioni. Lottiamo uniti per loro e per i loro figli, per un futuro con la certezza del lavoro e non con l´incubo della criminalità. Dobbiamo uscire insieme da questo tunnel».

E ora anche i sindacati sperano e soprattutto vanno avanti. «Siamo contenti che anche Benedetto XVI ci abbia espresso solidarietà. Ma ora attendiamo che a fare la propria parte sia la Fiat, il cui silenzio ci spaventa moltissimo. Speriamo che l´azienda ascolti almeno le parole del Pontefice», commenta Sebastiano D´Onofrio, Rsu Fiom, che aggiunge: «Finora non hanno ascoltato nessuno, speriamo che la massima autorità ecclesiastica apra uno spiraglio. Avevamo chiesto la sua solidarietà, ed è arrivata puntuale, grazie anche all´intervento del vescovo di Nola».

«Ovviamente siamo contenti, commossi e soddisfatti delle parole del Papa - interviene Giuseppe d´Alterio, Rsu Uilm - ma adesso è la Fiat che deve passare ai fatti, dando a Pomigliano la sua missione produttiva. E che le parole del Papa possano scuotere il mondo dell´imprenditoria». Anche Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania, aspetta «un atteggiamento concreto del governo per sostenere una uscita dalla crisi». «Adesso resta il nodo centrale di una missione produttiva per il nostro stabilimento che può dare calma e tranquillità alla classe operaia», incalza anche Gerardo Giannone, del Cantiere comunista alla Fiat di Pomigliano.

© Copyright Repubblica (Napoli), 2 marzo 2009 consultabile online anche qui.

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