domenica 7 giugno 2009

Benedetto XVI all’Angelus della Santissima Trinità: ogni essere umano porta in sè la traccia del Dio-Amore (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI all’Angelus della Santissima Trinità: ogni essere umano porta in sè la traccia del Dio-Amore

Tutto l’universo si muove spinto dall’amore di Dio: è la riflessione offerta da Benedetto XVI ai fedeli, all’Angelus in Piazza San Pietro nella Solennità della Santissima Trinità. Il Papa ha sottolineato che, nel mistero trinitario, Gesù ci rivela che Dio è Amore, un amore "purissimo, infinito ed eterno". Il servizio di Alessandro Gisotti:

Gesù ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza”: è quanto sottolineato dal Papa all’Angelus della Santissima Trinità. E’ “Creatore e Padre misericordioso – ha detto – è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia verso la piena ricapitolazione finale”:

“Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica”.
“Lo possiamo in qualche misura intuire – ha proseguito - osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari”:

"In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere-in-relazione e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore Creatore. Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà".

Ma qual è l’identità più vera di Dio, l’identità che risplende su tutto il creato? E’ l’Amore, sottolinea Benedetto XVI. Un amore che è iscritto nella natura di ogni essere umano:

“La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione e viviamo per amare ed essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore”.

Benedetto XVI non ha poi mancato di soffermarsi sulle due Solennità del Signore che si succederanno dopo la Santissima Trinità: il Corpus Domini e la festa del Sacro Cuore di Gesù. Ciascuna di queste tre ricorrenze liturgiche, ha rilevato, “evidenzia una prospettiva dalla quale si abbraccia l’intero mistero della fede cristiana: e cioè rispettivamente la realtà di Dio Uno e Trino, il Sacramento dell’Eucaristia e il centro divino-umano della Persona di Cristo”:
“Sono in verità aspetti dell’unico mistero della salvezza, che in un certo senso riassumono tutto l’itinerario della rivelazione di Gesù, dall’incarnazione alla morte e risurrezione fino all’ascensione e al dono dello Spirito Santo”.

Il Papa ha infine invocato la Vergine Maria, “specchio della Trinità Santissima”, affinché ci aiuti “a crescere nella fede nel mistero trinitario”.

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