sabato 20 giugno 2009

Giuliano Ferrara: No Martini. Riflesso nella vanità di Scalfari, il venerabile gesuita è insopportabile (monumentale)


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LETTERA DEL SANTO PADRE AI PRESBITERI PER L'INDIZIONE DELL'ANNO SACERDOTALE: RASSEGNA STAMPA

Su segnalazione di Eufemia ed Alessia e su trascrizione della nostra Fabiola leggiamo questa delizia:

No Martini

Riflesso nella vanità di Scalfari, il venerabile gesuita è insopportabile

Giuliano Ferrara

Eugenio Scalfari spesso tira fuori il peggio dei suoi interlocutori, perché li sfida in una gara di narcisismo camuffata da emulazione intellettuale e morale, per giunta nobile.
Accadde anche ieri in una conversazione su Repubblica con il cardinale Carlo Maria Martini, che ha deciso di passare questi anni venerabili alla ricerca non del giusto, del bello, del vero e del buono ma del consenso, comunque sia.
Da Scalfari Martini si è lasciato sgridare per aver scritto un libretto modesto, a quattro mani, con don Luigi Verzè, definito dal famoso moralista laico come “un personaggio di notevole intraprendenza”, che sarebbe una formale diminutio di persona non grata se non si attagliasse, la definizione, al suo stesso autore.
Si è anche mediocremente giustificato, cosa che un principe della chiesa dovrebbe evitare di fare: per lavorare di penitenza, il confessionale giusto non è il lettorato di Repubblica.
Martini ricorda spesso il vangelo, che sarebbe anche il suo mestiere.
Sostiene che bisognerebbe smantellare la chiesa come istituzione, diplomazia e rocciosità della sede petrina prima di ogni altra cosa; tutto quello che non è spiritualità e pauperismo è istituzionalismo o residuo temporalista, deriva costantiniana, orrida alleanza con il potere.
Bisognava fare Papa un pastore, non un teologo o un diplomatico, nell’ultimo conclave. E va bene. Abbiamo capito. Ma è andata così, e sarà da farsene una ragione, se si voglia risultare persuasivi nel ragionare intorno alla chiesa di Benedetto XVI.
Martini dimentica però di citare il vangelo in quel versetto che ci sembra di ricordare dedicato al matrimonio: l’uomo non disgiunga ciò che Dio ha unito.
Il carattere sacramentale del matrimonio non interessa l’esegeta biblico fattosi pastore dei divorziati risposati, che vorrebbe addirittura dedicare un concilio non già alla vasta piaga sociologica e spirituale della distruzione della famiglia moderna attraverso il divorzio, l’aborto e altri ammennicoli del diavolo: no, Martini vuole fare un concilio per alleviare il disagio spirituale dei divorziati che si risposano e chiedono l’eucaristia, infatti il cardinale intuisce il numero sempre crescente dei peccatori (dal punto di vista della chiesa) e vuole ingurgitarli tutti come segni dei tempi, correzioni di un’etica cattolica cattiva in quanto formalistica e antirelativistica, numeri di un consenso decisivo per l’alleanza con il mondo com’è. Già che c’è, Martini definisce la frequenza dei sacramenti, della messa e le vocazioni come “aspetti esterni, non sostanziali” della vita cristiana, che sarebbe solo e soltanto carità, e forse fede e speranza.
A Martini, dice infine Scalfari, piace Scalfari, che è un “ateo perfetto”; a entrambi, dicono in coro Scalfari e Martini, dispiacciamo noi atei imperfetti, che manifestiamo liberamente, in nome di una ragione più larga e varia del razionalismo conformista, una certa ironica ma sincera devozione per la dottrina, l’annuncio e la liturgia cattoliche.
Sinceramente, e gentilmente, ricambiamo.

© Copyright Il Foglio, 19 giugno 2009

:-)))
R.

11 commenti:

euge ha detto...

A Martini bisognerebbe ricordare che l'elezione del Papa è guidata dallo Spirito Santo per grazia di DIO oppure anche questo per lui è post-conciliare? Oppure anche per questo bisogna secondo lui indire un Concilio Vaticano III? Quel giorno, cioè il 19 Aprile del 2005, lo Spirito Santo che ne sa più degli uomini ed anche di Martini, ha scelto quest'uomo che è pastore ma, un pastore mai disposto a difendere la Verità che non è quella degli uomini, tanto meno quella di Martini ma, quella di DIO.
Signore, aiuta il nostro amato Pontefice nella guida di questa Barca di Pietro che pullula sempre di più di ministri di Dio che esercitano la loro missione contaggiati dall'arrivismo, dalla disobbedienza e dalla smania di protagonismo.

euge ha detto...

Scusate c'è un mai di troppo nella frase.

Grazie.

gianniz ha detto...

Che Dio stia, già, accanto a Papa Benedetto e lo aiuti, ogni giorno, a me sembra evidente!
Altrimenti come potrebbe reggere in questo momento di vera “passione”, in cui “uomini” e "mali" della Chiesa lo crocifiggono ogni giorno.
Certo! Ecclesiasticamente parlando, Papa Benedetto avrebbe potuto non ascoltare gli uni e non prendere in seria considerazione gli altri, continuando a fare quello che, nel tempo, la Chiesa, con tutte le sue “prudenze”, ha volentieri fatto.
Evangelicamente parlando, invece, Papa Benedetto (per fortuna, o purtroppo) ha deciso che era venuto il tempo di guardare in faccia a tutti mali e di affondare, perciò, la mano nei vari formicai (preferisco questa immagine ad altre che forse calzerebbero meglio; è un po’ più soft!) per far piazza pulita.
Mamma mia le formiche!!!!! sono uscite e, impazzite, hanno cominciato ad agitarsi e a mordere. Con qualsiasi mezzo cercano di andare all’attacco. Eh, sì, anche le formiche si inc…ano! Eccome!....

Al di là delle battute, Dio stia molto vicino ai suoi Pastori, tutti, li aiuti e li guidi!
Stia vicino in particolare, al cardinal Martini, a questo pastore, che, a forza di cercare le pecore che sono fuori dall’ovile sta girovagando e, in mezzo alla nebbiolina padana, ha un po’ perso la strada e non riesce più a vedere, chiaramente, la direzione da prendere. A questo Pastore cui è rimasto solo il cuore, per amare chi somiglia a lui. Per gli altri, purtroppo, non ha più né attenzione né tempo.
Ecco Dio gli stia vicino, lo aiuti e gli stringa forte la mano. Tanto forte da permettergli di ri-sentire la Sua Forza.

massimo ha detto...

grazie ferrara.

euge ha detto...

Per gianniz: il tuo esempio delle formiche rende benissimo l'idea!!!!!!

Un grazie a Ferrara per aver avuto il coraggio che pochi giornalisti anno, nel rispondere all'esimio Martini.

euge ha detto...

Scusate oggi sono fuori ...... ho perso un h per strada è chiaro che volevo scrivere hanno!

che volete farci il caldo fa brutti scherzi e non solo alle formiche di gianniz!

Anonimo ha detto...

Una domanda da ignorante. Cos'altro dovrebbe fare o dire il Card.Martini per essere considerato fuori dalla Chiesa? Quale altro atto di ribellione o di disprezzo per il magistero del Papa dovrebbe commettere per incorrere in una scomunica? Perchè il fatto di avere tanto consenso tra tanti cristianucci dovrebbe metterlo al riparo da sanzioni che per altri sono scattate senza tanti complimenti?

gemma ha detto...

caro anonimo, credo che il Papa nutra un gran rispetto umano e reverenziale nei confronti del fratello porporato. Ampiamente non ricambiato, naturalmente, visto che quest'ultimo rilascia dichiarazioni che spesso, almeno a noi, paiono spilloni. Da semplicioni quali siamo, oltre ad amare il nostro papa teologo, magari continuiamo a credere che sul conclave spiri pure lo Spirito Santo, oltre alle chiacchierate preventive tra cardinali. Ma noi, si sa, siamo ingenui, magari di fede e devozione immatura (come ci dice qualcuno ogni tanto) e gli atei che passano di qua e sono dei nostri, non sono sicuramente quelli "giusti".
In ogni caso, condivido pienamente ciò che scrive Ferrara e ciò che maggiormente mi ha colpito nei toni della chiaccherata è la completa assenza di un barlume di umiltà da parte di ciascuno dei due e l'immagine di due narcisi che si specchiano l'uno nell'altro.

Fabiola ha detto...

Quello che mi colpisce di Ferrara, oltre all'ironia magistrale del polemista di rango,è la cristallina chiarezza del giudizio "cattolico". Sarà per questo che i due non amano questo tipo di "ateo"?
Coglie perfettamente la gravità delle affermazioni sulla non sostanzialità della vita sacramentale e il soggettivismo dello sguardo di Martini sulla confessione. Mi chiedo quando leggeremo giudizi simili da parte cattolica, se mai accadrà. Intanto mi verrebbe da dire: Ferrara, cardinale subito.

DANTE PASTORELLI ha detto...

In altri tempi Martini sarebbe stato ridotto allo stato laicale e scomunicato.
Per molto meno, il grande teologo card. Billot fu privato della porpora da Pio XI: io ve l'ho data ed io ve la tolgo, gli disse nel corso di un'udienza, dato che il Billot s'era avvicinato all'Action Francaise.
Altri tempi ed altri Papi.

euge ha detto...

Mi scusi signor Dante io mi limiterei a dire altri tempi...... Perchè sull'attuale Papa mi asterrei dai commenti visto che è una persona che cerca in tutti modi di far andare avanti la Barca di Pietro con coraggio, determinazione e molta pazienza nonostante gli sgambetti e le pugnalate alle spalle che spesso arrivano anche da coloro che gli dichiarano fedeltà e collaborazione.. Non si può certo pretendere che il Papa firmi solo scomuniche.