domenica 1 febbraio 2009

La mossa del ministro israeliano Cohen frutto di una strategia elettorale? (Pinna)


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di Elisa Pinna

CITTA' DEL VATICANO - Ancora benzina sul fuoco delle polemiche scoppiate con la riammissione nella Chiesa cattolica del vescovo negazionista lefebvriano, Richard Williamson. Il ministro israeliano per gli Affari religiosi Yitzhak Cohen ha alzato la posta e ha chiesto allo Stato ebraico di porre fine alle relazioni diplomatiche con la Santa Sede. ù
In un' intervista al settimanale tedesco 'Der Spiegel', l'esponente israeliano ha raccontato di aver suggerito al suo governo "di rompere completamente i rapporti con una Corporazione (il Vaticano, ndr) nella quale sono presenti membri negazionisti dell'Olocausto e antisemiti".
La richiesta di Cohen, tuttavia, appare più il frutto di una mossa ad effetto per conquistare consensi nella battaglia elettorale per il voto dell'11 febbraio che una linea veramente condivisa dalla maggioranza politica e dal governo israeliani. Il ministro è infatti esponente di punta del partito degli ultra-ortodossi sefarditi dello Shas, alla ricerca di spazio e visibilità. Nessun commento è arrivato dal resto dell'esecutivo israeliano, che finora si è chiamato fuori dalla mischia, né dall'ambasciatore presso la Santa Sede, Mordechai Lewy. "Non posso pronunciarmi su frasi di un ministro israeliano, ma ricordo che io dipendo dal ministero degli Esteri", si è limitato a constatare.
Segnali di distensione erano comunque giunti, nei giorni scorsi, dal Rabbinato di Gerusalemme, principale interlocutore religioso del Vaticano.
Una eventuale visita del Papa in Israele (programmata inizialmente per maggio 2009) sarebbe "la benvenuta", continuano ad assicurare rabbini e diplomatici, smentendo implicitamente che qualcuno possa mai prendere in considerazione, anche come ipotesi remota, una rottura di quelle relazioni diplomatiche così faticosamente costruite e volute e proprio dallo Stato ebraico. Anche se il clamore mediatico sulla vicenda sembra attenuarsi, la revoca della scomunica ai lefebvriani, decisa dal Papa lo scorso 21 gennaio, ha continuato a suscitare passioni, interrogativi, prese di posizione. Il cardinale arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, ha definito del tutto insufficienti le scuse presentate ieri dal vescovo Richard Williamson, il quale si limitava ad ammettere "parole imprudenti" sulla Shoah. "Come il Papa poteva ignorare il negazionismo di mons. Williamson?", si è chiesto a sua volta il nuovo Grande rabbino di Francia, Gilles Bernheim. "Se la revoca della scomunica - ha commentato - è un invito alla riconciliazione, come riconciliarsi con chi si è escluso dalla cristianità con le sue dichiarazioni?". Intanto, con un'altra decisione che ha già suscitato polemiche a livello locale, Papa Benedetto XV ha nominato come nuovo vescovo ausiliare della Diocesi di Linz (Austria) un prete ultraconservatore, Gerhard Wagner, passato alle cronache per aver tacciato di "satanismo" i libri di Harry Potter e affermato che l'uragano Katrina è stato una sorta di punizione divina per l'immoralità di una città come New Orleans.

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Chissa' che cosa c'entra l'ausiliare austriaco in questa polemica...mah!
Facciamo i finti tonti :-)
Comunque i segnali che giungono dallo Stato ebraico sono contrastanti e una bella presa di posizione della Santa Sede sarebbe gradita
.
R.

11 commenti:

euge ha detto...

Già........! Cara Raffaella, penso che a questo punto, sia indispensabile una presa di posizione chiara e determinata.

Lapis ha detto...

che le prossime nomine del Papa debbano essere prima vagliate da J.K. Rowling? con tutte le istanze di correctness a cui devono sottostare i cattolici perché non aggiungere anche il potterianamente corretto? è qui la festa?

Anonimo ha detto...

Certo che è strategia elettorale.
Bisogna mostrare i muscoli prima delle elezioni di marzo,altrimenti vince il Likud(il partito di destra).
Antonio

Anonimo ha detto...

Soprattutto del Premier Israeliano.

Anonimo ha detto...

Ciao :) http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_876021026.html

Anonimo ha detto...

ERRATA CORRIGE:le elezioni sono a febbraio.
PS:scommetto che stò ministro prega tutti giorni affinchè il Signore incenerisca i "nazareni".
Vorrei farvi notare però la differenza con la famosa preghiera del Venerdì santo.
Almeno noi preghiamo per la loro salvezza.
Loro invece pregano x la nostra dannazione.
Antonio
Antonio

mariateresa ha detto...

io ho immaginato qualcosa del genere, come suggerisce Elisa Pinna, almeno me lo auguravo. E' la riprova che comunque si mette sul tavolo di tutto, i più vari ingredienti e anche la popo'.

Anonimo ha detto...

Eh, sì. Mostrare di avere le ... (omissis) serve elettoralmente!

Soprattutto se si fa la voce grossa con chi non può essere pericoloso! Con chi non può usare armi (vedi bombe, aerei, carri armati...), ma può solo usare parole e misericordia.

Dopo la guerra con i palestinesi, a Gaza, Israele rischiava di "perdere" sul piano della faccia e del consenso mondiale e di passare dalla parte del torto (anche se aveva alcune ragioni) doveva perciò trovare un altro "nemico". Meno problematico però. Ha spostato perciò la sua “guerra” dal piano militare a quello politico/cultural/religioso.
E lo sta facendo.
I politici israeliani non vogliono “rompere” con il Vaticano. L’avrebbero già fatto. Vogliono acquisire consenso. Molto probabilmente dopo le elezioni tutto riprenderà come se niente fosse. Forza della politica!

Non dimentichiamo però i rabbini.. Perché sono due le anime di questa vicenda.
Usciamo perciò dai confini del cultural/politico e fermiamoci all’aspetto etico/social/religioso. A me sembra che dietro le dichiarazioni bellicose dei rabbini anche italiani (questo o quello non è importante)su questo o quell’aspetto delle decisioni papali si nasconda un desiderio impellente, ance se forse meno evidente, di affermazione di “alterità” rispetto al Cristianesimo.
Non deve essere piacevole stare nella posizione dei “fratelli maggiori” muti, o in quella della “prima alleanza” sovrastata dalla “seconda”!
Insomma, mi sembra che si siano stancati di andare a ruota. Il dialogo può andare bene (come ho già detto una volta su questo blog), anzi va bene, se resta sul piano “del tè e dei pasticcini”.
Ma se, come dice il Papa, il dialogo deve passare dal piano delle elaborazioni teologiche, che in fondo interessano a pochi, a quello del confronto concreto su problemi culturali, sociali e magari etici, che interessano tutti, no! Questo non va bene! Non va bene perchè si sarebbe costretti ad uscire dall’anonimato e a dichiarare con chiarezza se si è d’accordo o meno. Eh no! Non scherziamo. A ruota su questo piano non si va (non solo a ruoto, non si va e basta). Su questo è meglio restare muti! Il te e i pasticcini vanno bene, altro no!

Anonimo ha detto...

Penso che il papa, vista l'età, cerchi di affrettare i tempi per sistemare qualcosa in Europa e mondo occidentale.Missione (quasi) impossibile. Trovo che gli innumerevoli mattoni di Harry Potter, siano la copia commerciale di quelli scritti da Roald Dahl. Certo che si tratta di un satanismo soft, peggio di quello dichiarato.Buona domenica, Eufemia

Anonimo ha detto...

Le stesse cose (Vescovo ausiliare austriaco e harry potter, Katrina) si leggono su un articolo di galeazzi di oggi o ieri sulla stampa presente anche nel suo blog. In questi giorni si stanno copiando l'un l'altro, basta scrivere qualcosa contro il papa e tutto fa brodo... Marco

gemma ha detto...

dici giusto marco ma stiano attenti a tirare troppo la corda attorno al collo del Papa perchè il "tutti contro uno" alla fine è controproducente e spesso sortisce l'effetto contrario. A me perlomeno in genere mi induce al "bastian contrario", proprio mi ripugna, contro chiunque sia diretto